Bellano: l'acquario sospeso a San Nicolao, per gli 89 anni di Danilo Vitali. Restauri quasi ultimati
Pesci che nuotano nell’aria. Un acquario sospeso: una definizione inizialmente scherzosa ma ormai già diventata ufficiale. I pesci sono quelli in rame realizzati da Danilo Vitali, scultore dopo essere stato pescatore e lattoniere, un “ragazzino” che ieri – 4 settembre – ha compiuto gli 89 anni.
Stanno appesi, i pesci, nell’antica chiesa di San Nicolao a Bellano, quest’anno restaurata con il recupero di quanto rimasto degli affreschi trecenteschi e con un intervento di riorganizzazione degli spazi che consentirà nella parte superiore l’esposizione permanente delle opere realizzate dallo scultore Vitali e in quella inferiore l’allestimento di mostre temporanee e l’organizzazione di altri eventi.
Il desiderio dell’amministrazione comunale sarebbe stato quello di inaugurare la chiesa restaurata proprio nella giornata del compleanno di Danilo Vitali, ma i lavori, pur agli sgoccioli, non sono ancora ultimati e il taglio del nastro è stato quindi rimandato al prossimo mese di ottobre. Ma si è voluto comunque festeggiare il 4 settembre ed è stata quindi organizzata una visita al cantiere per la stampa e un incontro pubblico nella sala cinematografica di via Roma proprio per presentare ai bellanesi l’intervento di San Nicolao.
Il restauro della chiesa, costato 550mila euro (con un contributo regionale di 450mila euro), è stato curato da due giovani architetti bellanesi. Vitali, naturalmente: Oliviero e Rocco di “Vitali Studio”. Sono stati loro a illustrare le linee guide dei lavori di recupero.
Come per altri edifici religiosi, la chiesa originaria del XIV secolo ha subito nel corso del tempo una serie di trasformazioni e, dismessa come luogo di culto e sconsacrata, è stata anche utilizzata come casa d’abitazione e poi magazzino di un setificio. Per poi diventare, una quarantina d’anni fa, spazio espositivo.
Tutti questi passaggi hanno fatto sì che molta parte degli affreschi sia andata perduta e che all’interno siano stati effettuati più ristrutturazioni per adibire il tempietto alle incombenze che di volta in volta si presentavano. In particolare, era stato realizzato anche quello che è stato definito un solaio, poi rimosso, e ora ripristinato con una piastra triangolare che realizza sì due piani espositivi, ma nel contempo consente un dialogo tra la parte inferiore e quella superiore. Scelta architettonica che permette pure una maggiore diffusione della luce naturale. Anche per un alleggerimento complessivo del volume, ottenuto inoltre con la ripulitura delle pareti, l’imbiancatura del soffitto, il ricorso a tinte chiare.
Il recupero degli affreschi è stato effettuato dall’azienda specializzata “Luzzana Restauri” di Civate. Tra l’altro, il progetto originario è stato corretto in corso d’opera: molte soluzioni sono infatti state ideate a cantiere aperto man mano che procedevano i lavori.Il sindaco Antonio Rusconi ha ricordato come il recupero di San Nicolao rientri nel percorso del museo diffuso al centro della politica culturale del Comune. E’ il progetto “Bac” (Bellano arte cultura) che ha già visto altre importanti realizzazioni (basti pensare all’Orrido e alla “Ca’ del Diaul”). «E che – ha sottolineato il primo cittadino – è la direzione giusta per valorizzare il borgo».
All’impegno pubblico, si è inoltre aggiunta la collaborazione di altri tra privati cittadini e associazioni. Per esempio gli “Archivi Vitali” che in questi ultimi anni sono stati propulsori di iniziative culturali di spessore e che chiamano in causa gli altri Vitali: Velasco naturalmente, artista ormai di caratura internazionale; la sorella Sara, editrice in Lucca; il padre pittore Giancarlo, scomparso nel 2018 ma la cui opera fa ormai parte della mitologia bellanese (ed è in corso al Circolo di Palazzo Lorla in via Manzoni una mostra con le opere dedicate ad Antonio Stoppani, in occasione del bicentenario della nascita dell’abate e geologo: aperta ancora fino al 29 settembre). Senza naturalmente dimenticare l’altro Vitali, lo scrittore Andrea che di Bellano è ormai considerato il cantore ufficiale, l’ambasciatore a tutti gli effetti.
Nel corso della presentazione, proprio Velasco ha ricordato come il progetto di San Nicolao sia un tassello concreto frutto del lavoro fatto negli anni precedenti: per esempio «è stato sano quanto fatto all’Orrido, è stato sano quanto fatto per lo sport a Bellano, è stato sano salvare la sala cinematografica… Tutto quanto è stato fatto, le mostre e gli incontri, sta generando qualcosa».
Rientra in questa rete di collaborazioni la decisione di Danilo Vitali di donare le proprie sculture al Comune perché le esponesse in maniera permanente. E’ nato così l’acquario sospeso «perché il visitatore vi si possa immergere». Sono appunto i pesci che nuotano nell’aria: gli agoni essiccati, il branco che nuota, altri pesci grandi e piccoli che fluttuano in un’atmosfera quasi magica.
Al Vitali scultore è stato anche dedicato un breve documentario proiettato durante l’incontro di ieri. Curato dal regista Gabriele Viganò, riprende il bellanese mentre lavora ai suoi pesci. Si intitola “L’öc” che è l’unica parola che si capisce dell’unica brevissima frase che Vitali pronuncia durante le riprese. Sarà forse l’occhio del pesce, anche se si è preferita lasciarla nel vago, quasi fosse una parola misteriosa, anch’essa magica come i pesci che nuotano nell’aria.
Stanno appesi, i pesci, nell’antica chiesa di San Nicolao a Bellano, quest’anno restaurata con il recupero di quanto rimasto degli affreschi trecenteschi e con un intervento di riorganizzazione degli spazi che consentirà nella parte superiore l’esposizione permanente delle opere realizzate dallo scultore Vitali e in quella inferiore l’allestimento di mostre temporanee e l’organizzazione di altri eventi.
Il restauro della chiesa, costato 550mila euro (con un contributo regionale di 450mila euro), è stato curato da due giovani architetti bellanesi. Vitali, naturalmente: Oliviero e Rocco di “Vitali Studio”. Sono stati loro a illustrare le linee guide dei lavori di recupero.
Come per altri edifici religiosi, la chiesa originaria del XIV secolo ha subito nel corso del tempo una serie di trasformazioni e, dismessa come luogo di culto e sconsacrata, è stata anche utilizzata come casa d’abitazione e poi magazzino di un setificio. Per poi diventare, una quarantina d’anni fa, spazio espositivo.
Tutti questi passaggi hanno fatto sì che molta parte degli affreschi sia andata perduta e che all’interno siano stati effettuati più ristrutturazioni per adibire il tempietto alle incombenze che di volta in volta si presentavano. In particolare, era stato realizzato anche quello che è stato definito un solaio, poi rimosso, e ora ripristinato con una piastra triangolare che realizza sì due piani espositivi, ma nel contempo consente un dialogo tra la parte inferiore e quella superiore. Scelta architettonica che permette pure una maggiore diffusione della luce naturale. Anche per un alleggerimento complessivo del volume, ottenuto inoltre con la ripulitura delle pareti, l’imbiancatura del soffitto, il ricorso a tinte chiare.
Il recupero degli affreschi è stato effettuato dall’azienda specializzata “Luzzana Restauri” di Civate. Tra l’altro, il progetto originario è stato corretto in corso d’opera: molte soluzioni sono infatti state ideate a cantiere aperto man mano che procedevano i lavori.Il sindaco Antonio Rusconi ha ricordato come il recupero di San Nicolao rientri nel percorso del museo diffuso al centro della politica culturale del Comune. E’ il progetto “Bac” (Bellano arte cultura) che ha già visto altre importanti realizzazioni (basti pensare all’Orrido e alla “Ca’ del Diaul”). «E che – ha sottolineato il primo cittadino – è la direzione giusta per valorizzare il borgo».
All’impegno pubblico, si è inoltre aggiunta la collaborazione di altri tra privati cittadini e associazioni. Per esempio gli “Archivi Vitali” che in questi ultimi anni sono stati propulsori di iniziative culturali di spessore e che chiamano in causa gli altri Vitali: Velasco naturalmente, artista ormai di caratura internazionale; la sorella Sara, editrice in Lucca; il padre pittore Giancarlo, scomparso nel 2018 ma la cui opera fa ormai parte della mitologia bellanese (ed è in corso al Circolo di Palazzo Lorla in via Manzoni una mostra con le opere dedicate ad Antonio Stoppani, in occasione del bicentenario della nascita dell’abate e geologo: aperta ancora fino al 29 settembre). Senza naturalmente dimenticare l’altro Vitali, lo scrittore Andrea che di Bellano è ormai considerato il cantore ufficiale, l’ambasciatore a tutti gli effetti.
Nel corso della presentazione, proprio Velasco ha ricordato come il progetto di San Nicolao sia un tassello concreto frutto del lavoro fatto negli anni precedenti: per esempio «è stato sano quanto fatto all’Orrido, è stato sano quanto fatto per lo sport a Bellano, è stato sano salvare la sala cinematografica… Tutto quanto è stato fatto, le mostre e gli incontri, sta generando qualcosa».
Rientra in questa rete di collaborazioni la decisione di Danilo Vitali di donare le proprie sculture al Comune perché le esponesse in maniera permanente. E’ nato così l’acquario sospeso «perché il visitatore vi si possa immergere». Sono appunto i pesci che nuotano nell’aria: gli agoni essiccati, il branco che nuota, altri pesci grandi e piccoli che fluttuano in un’atmosfera quasi magica.
Al Vitali scultore è stato anche dedicato un breve documentario proiettato durante l’incontro di ieri. Curato dal regista Gabriele Viganò, riprende il bellanese mentre lavora ai suoi pesci. Si intitola “L’öc” che è l’unica parola che si capisce dell’unica brevissima frase che Vitali pronuncia durante le riprese. Sarà forse l’occhio del pesce, anche se si è preferita lasciarla nel vago, quasi fosse una parola misteriosa, anch’essa magica come i pesci che nuotano nell’aria.
Dario Cercek