Olginate senza edicola per la 1^ volta dal 1940: ritornerà?
"Chiuso". Non lascia più dubbi il cartello affisso dal 1° settembre sulla porta dell'edicola nel cuore di Olginate, ritirata nel 1993 da Antonello Besana che, in pensione già dal 2020, ha ora deciso di abbassare la saracinesca per godersi finalmente un po' di meritato riposo (e no, la sua presenza in questi giorni all'interno del negozio non è dettata da un possibile ripensamento, ma solo dalla necessità di sistemare ciò che è rimasto e restituire l'invenduto sfruttando le ultime settimane di ferie). Una scelta sofferta, la sua, innanzitutto perché va a togliere un altro importante servizio a un paese che già di per sé non ha un centro particolarmente "vivo", e poi perché, forse, avrebbe anche potuto essere evitata.
Parleremo tra poco del motivo. Intanto - questo è certo - almeno per un po' Olginate non avrà un'edicola come non accadeva dal lontano 1940, secondo i dati dello sterminato archivio di Gianpietro Mariani, nostro affezionato lettore, che dal 1959 ha sempre comprato due quotidiani al giorno: L'Italia - ora Avvenire - e Il Corriere della Sera. E che oggi, quindi, si trova senza un importante punto di riferimento, costretto a recarsi almeno fino al Pontevilla, a Garlate o a Villa San Carlo.
Sono passati 84 anni, infatti, da quando in via Sant'Agnese 14 aprì la prima in assoluto grazie al fruttivendolo Luigi Nobile e alla moglie Teresa, che nel 1985 passarono poi la licenza ai figli Roberto e Giorgio che a loro volta, nel 1988, la cedettero proprio ad Antonello Besana (e al fratello). E non era nemmeno l'unica edicola, perché ce n'era un'altra a poca distanza, in via Redaelli 28, gestita da Giovanni Bassi dal 1958 al 1985 quando la licenza fu venduta alla signora Wilma Sacchi che si spostò in via Sant'Agnese 15 fino al 1993, anno in cui le subentrò Giuseppe Passoni (papà dell'attuale sindaco Marco), rimasto attivo fino al 2015. Dopo un primo periodo nella sede originaria, nel 1993 Besana si trasferì poi nella piazzetta intitolata a don Carlo Gnocchi, in uno degli stabili di proprietà della Curia milanese dove ha lavorato fino a pochi giorni fa.
Che di recente - e qui arriviamo al punto centrale della questione - avrebbe imposto l'acquisto di appartamenti e locali a coloro che finora erano "semplici" affittuari - come lo stesso edicolante, il cui contratto è andato in scadenza il 31 agosto scorso -, cosa che sembra destinata a rendere inevitabilmente più complicato l'ingresso di un potenziale "erede" del neo - ma neanche tanto - pensionato, che da parte sua qualche candidatura l'ha ricevuta. "Si tratta comunque di un lavoro impegnativo, non adatto a tutti, che richiede sacrifici per mantenere certi orari, ma che un paio di persone potrebbero tranquillamente gestire, anche perché un eventuale investimento potrebbe essere ammortizzato abbastanza in fretta" ha commentato Besana, che ha avuto modo di discutere della questione anche con il vice sindaco e assessore al commercio Antonio Gilardi. "Mi piangeva il cuore all'idea di chiudere perché so bene quanto la mia edicola fosse importante a Olginate, soprattutto per persone di una certa età che infatti mi hanno manifestato più volte la loro amarezza: in negozio, del resto, oltre ai giornali offrivo anche i gratta & vinci, le ricariche telefoniche, i biglietti per i mezzi pubblici e il pagamento di bollettini vari; fino qualche anno fa pure il materiale di cartoleria, poi con la pensione ho dovuto limitare i servizi non potendo fare cumulo di redditi".
Adesso, come anticipato, restano quindi due i nodi da sciogliere per provare a riconsegnare un'edicola al centro di Olginate: innanzitutto capire se davvero qualcuno avrà la convinzione necessaria per prendere il posto del commerciante "uscente" e poi verificare la possibilità - che al momento pare remota - di trovare un accordo con la proprietà dello stabile per l'occupazione dello spazio, magari ancora con un contratto di affitto.
Parleremo tra poco del motivo. Intanto - questo è certo - almeno per un po' Olginate non avrà un'edicola come non accadeva dal lontano 1940, secondo i dati dello sterminato archivio di Gianpietro Mariani, nostro affezionato lettore, che dal 1959 ha sempre comprato due quotidiani al giorno: L'Italia - ora Avvenire - e Il Corriere della Sera. E che oggi, quindi, si trova senza un importante punto di riferimento, costretto a recarsi almeno fino al Pontevilla, a Garlate o a Villa San Carlo.
Sono passati 84 anni, infatti, da quando in via Sant'Agnese 14 aprì la prima in assoluto grazie al fruttivendolo Luigi Nobile e alla moglie Teresa, che nel 1985 passarono poi la licenza ai figli Roberto e Giorgio che a loro volta, nel 1988, la cedettero proprio ad Antonello Besana (e al fratello). E non era nemmeno l'unica edicola, perché ce n'era un'altra a poca distanza, in via Redaelli 28, gestita da Giovanni Bassi dal 1958 al 1985 quando la licenza fu venduta alla signora Wilma Sacchi che si spostò in via Sant'Agnese 15 fino al 1993, anno in cui le subentrò Giuseppe Passoni (papà dell'attuale sindaco Marco), rimasto attivo fino al 2015. Dopo un primo periodo nella sede originaria, nel 1993 Besana si trasferì poi nella piazzetta intitolata a don Carlo Gnocchi, in uno degli stabili di proprietà della Curia milanese dove ha lavorato fino a pochi giorni fa.
Che di recente - e qui arriviamo al punto centrale della questione - avrebbe imposto l'acquisto di appartamenti e locali a coloro che finora erano "semplici" affittuari - come lo stesso edicolante, il cui contratto è andato in scadenza il 31 agosto scorso -, cosa che sembra destinata a rendere inevitabilmente più complicato l'ingresso di un potenziale "erede" del neo - ma neanche tanto - pensionato, che da parte sua qualche candidatura l'ha ricevuta. "Si tratta comunque di un lavoro impegnativo, non adatto a tutti, che richiede sacrifici per mantenere certi orari, ma che un paio di persone potrebbero tranquillamente gestire, anche perché un eventuale investimento potrebbe essere ammortizzato abbastanza in fretta" ha commentato Besana, che ha avuto modo di discutere della questione anche con il vice sindaco e assessore al commercio Antonio Gilardi. "Mi piangeva il cuore all'idea di chiudere perché so bene quanto la mia edicola fosse importante a Olginate, soprattutto per persone di una certa età che infatti mi hanno manifestato più volte la loro amarezza: in negozio, del resto, oltre ai giornali offrivo anche i gratta & vinci, le ricariche telefoniche, i biglietti per i mezzi pubblici e il pagamento di bollettini vari; fino qualche anno fa pure il materiale di cartoleria, poi con la pensione ho dovuto limitare i servizi non potendo fare cumulo di redditi".
Adesso, come anticipato, restano quindi due i nodi da sciogliere per provare a riconsegnare un'edicola al centro di Olginate: innanzitutto capire se davvero qualcuno avrà la convinzione necessaria per prendere il posto del commerciante "uscente" e poi verificare la possibilità - che al momento pare remota - di trovare un accordo con la proprietà dello stabile per l'occupazione dello spazio, magari ancora con un contratto di affitto.
B.P.