Linee Lecco: Frigerio sposta il confronto dentro il PD. Tante le domande rimaste in sospeso
Fuochi d'artificio sul Lago, con due mesi di ritardo rispetto al tradizionale spettacolo pirotecnico di fine giugno: Mauro Frigerio, scegliendo la Canottieri quale location, con affaccio dunque diretto su quel ramo del lago di Como, ha archiviato la lunga parentesi da Presidente di Linee Lecco, dando in pasto alla stampa la sua verità circa gli accadimenti che hanno portato alle sue dimissioni, dopo la (movimentata) approvazione del bilancio 2023.
Lo stesso CdA, nella ricostruzione di Frigerio, supportata da un malloppo di documenti, avrebbe operato “a tutela dell'azienda rendendosi al contempo disponibile ad un accordo, per evitare il contenzioso” anche dopo l'attacco subito in fase di approvazione del bilancio 2023, con l'assemblea dei soci riaggiornata al 15 luglio dopo la richiesta di ulteriori approfondimenti da parte del sindaco, con Gattinoni arrivato poi a leggere, in quella sede – leggere, verbo ribadito a più riprese dall'ormai ex Presidente, parlando ovviamente in assenza di contraddittorio – un testo, poi allegato al verbale, riportante “una serie di osservazioni e critiche molte pesanti”, ricalcolando (a suo dire erroneamente) in oltre 3 milioni il debito della società verso l'Ente, riservandosi di agire nei confronti degli amministratori dopo il ricorso al TAR per la palazzina della piccola e manifestando insoddisfazione circa la situazione gestionale...
Frigerio punge, infine, citando anche Agnese Massaro, avvocato data per favorita nella sua successione, tra i legali che avrebbero avallato la scelta della società di ricorrere al TAR contro l'ordinanza di demolizione della palazzina della Piccola, considerata abusiva - non seguendo la strada dello “stare fermi” suggerita dal sindaco - per scongiurare un segnalazione alla Corte dei Conti per un danno erariale e patrimoniale di oltre 300.000 euro...
“Nei programmi politici il 26 giugno era previsto il subentro alla presidenza di Massimo Brini. Io lo avrei affiancato per il tempo necessario affinché maturasse l'esperienza necessaria per gestire azienda. Era stato stabilito a maggio 2024. E' saltato tutto. Il perché io lo so, voi datevi risposte” l'ultima provocazione. Prima di una amara conclusione. “Questa cosa finisce male, umanamente. Una brutta pagina che si chiede. Auguro ogni bene a Linee Lecco e al CdA che subentra. Per me la cosa finisce qua, si può fare altro nella vita, si può andare avanti a far politica in altro modo... Io ho una tessera, il sindaco no. Siamo due persone che vivono la politica in modo diverso. Mi spiace per il finale, anche per Massimo Brini e Francesca Meles, due persone capaci, disponibili e buone: auguro loro ogni bene e un futuro in politica malgrado questa esperienza”.
Una ricostruzione, la sua, scoppiettante, che va a incunearsi in quel marasma di questioni che stanno lacerando dall'interno la compagine di maggioranza ed in generale il centrosinistra cittadino. Non a caso, Frigerio, politico navigato, con un passato sui banchi di governo come su quelli dell'opposizione, rivendica – in contrapposizione al primo cittadino Mauro Gattinoni, non iscritto - la tessera del PD nel portafoglio, rinviando alla sede del partito i necessari approfondimenti interni, quel “confronto aperto”, che dovrà portare “a decisioni e conclusioni”, non solo in riferimento a Linee Lecco.
“Io questo sindaco l'ho sostenuto, mi sono speso per lui, ho contribuito economicamente - e lo posso dire serenamente perché è tutto tracciato e riscontrabile - alla sua campagna elettorale. Il mio rapporto politico con lui ora non c'è più. Gli porto rispetto come persona, come persona che ha dato disponibilità ad impegnarsi per la città, ma non condivido più la sua linea. E non per questa vicenda, che è un pezzetto di un domino che riguarda argomenti ben più complicati di Linee Lecco” la chiosa. Il capolinea, comunque andrà la resa dei conti politica, della sua esperienza in azienda, iniziata, come raccontato riavvolgendo il nastro, nel 2016 con l'investitura ad Amministratore unico della municipalizzata da parte dell'allora borgomastro Virginio Brivio. Un incarico mantenuto per otto anni abbondanti, con rinnovato impegno, puntando sull'ammodernamento dei parcheggi in gestione (“oggi tra i più funzionali alla sosta”) rivalorizzando le strutture di proprietà comunale e sull'ampliamento della flotta da destinare al noleggio (“con l'esplosione dell'attività che ha portato a benefici non indifferenti”), vivendo al contempo i marosi del TPL, con le criticità vissute nel post covid “evidenziate alla proprietà tramite documenti ufficiali”.
Qualcosa poi però si è rotto: “sono sopravvenute condizioni che non hanno più permesso di lavorare in sintonia e sinergia con l'amministrazione comunale di Lecco” le parole di Frigerio. “Si è creata sfiducia nei confronti della proprietà, i cui comportamenti, atti e immobilismo hanno avuto ricadute evidenti anche sulle attività di tutti i giorni”, ha aggiunto con determinazione, ritenendo investiti dal “disagio” anche i dipendenti. “Tutto questo ha generato seri problemi” ha sottolineato, rimarcando allo stesso tempo l'unità interna al CdA, riunitosi, nel corso dell'esercizio 2023 per 14 volte, assumendo complessivamente 52 deliberazioni di cui 51 all'unanimità, senza dunque “alcun atto di prevaricazione della maggioranza sulla minoranza”, con la prima rappresentata da lui (PD) e dal dottor Alberto Brini (di Fattore Lecco, “la lista del sindaco”) e la seconda dalla dottoressa Francesca Meles.
Lo stesso CdA, nella ricostruzione di Frigerio, supportata da un malloppo di documenti, avrebbe operato “a tutela dell'azienda rendendosi al contempo disponibile ad un accordo, per evitare il contenzioso” anche dopo l'attacco subito in fase di approvazione del bilancio 2023, con l'assemblea dei soci riaggiornata al 15 luglio dopo la richiesta di ulteriori approfondimenti da parte del sindaco, con Gattinoni arrivato poi a leggere, in quella sede – leggere, verbo ribadito a più riprese dall'ormai ex Presidente, parlando ovviamente in assenza di contraddittorio – un testo, poi allegato al verbale, riportante “una serie di osservazioni e critiche molte pesanti”, ricalcolando (a suo dire erroneamente) in oltre 3 milioni il debito della società verso l'Ente, riservandosi di agire nei confronti degli amministratori dopo il ricorso al TAR per la palazzina della piccola e manifestando insoddisfazione circa la situazione gestionale...
Pur a bilancio già approvato, il 30 seguono poi, nel cammino a tappe proposto da Frigerio - le controdeduzioni del CdA. “Abbiamo risposto al socio unico smontando educatamente tutti i capi d'accusa che il sindaco citava, circostanziando una serie di cose e prefigurando già una soluzione per gli uffici della Piccola, con un accordo stragiudiziale” sottolinea, producendo anche quasi una ventina di mail inviate a partire da maggio 2023 – tre mesi dopo il taglio del nastro, a pasticcio già emerso – a sindaco, assessore competente, segretario comunale e dirigente proprio su quest'ultima questione, quella che avrebbe inasprito gli animi, fino allo “sbotto” finale (23 maggio 2024) del dottor Spoto: “bene facciamo partire il rapporto alla procura x abuso”, la frase messa nera su bianco, anticipando quella che sarebbe poi stata la linea dell'amministrazione, senza – rimarca Frigerio – che la parte politica prendesse posizione. “Oggi siamo al 30 agosto 2024 e nessuno ha risposto alla città perché non sono state assunte decisioni sulla soluzione che abbiamo prospettato. Un comportamento che non accetto e condivido, significa non avere rispetto non di Frigerio, ma delle persone che lavorano nella municipalizzata”, il commento. “Perchè in un anno il Comune non ha preso posizione? Io una risposta l'ho. Lo dirò dentro la sede del PD. Non pensate che la situazione di Linee Lecco sia unica e finisca così”, l'affondo.Ma anche restando nel suo campo, sono tante le domande che Frigerio pone, invitando a cercare altrove chiarimenti: perché non è stata costituita la newco a cui delegare i servizi di assistenza ai comuni del territorio? Perché il parcheggio ad uso pubblico all'interno dello spazio LIDL è ancora chiuso dopo oltre un anno dall'inaugurazione del supermercato? Perché deve farsi carico Linee Lecco dei mancati introiti legati all'iniziativa “Ti porto io” stimati in almeno 300.000 euro l'anno (il doppio dunque della cifra forfettaria coperta dal Comune)? E perché la municipalizzata ha dovuto pagare anche le spese legali e contabili per il lavoro svolto per addivenire a un possibile nuovo accordo dopo la proroga annuale della convenzione in house, quando nel 2019 tali costi erano stati sostenuti dalla proprietà? Perché non è stata trovata, come da richiesta della società, una nuova sede visto che l'attuale non ha sufficiente capienza per ospitare anche i nuovi bus elettrici? Capitolo questo su cui Frigerio lamenta anche un anno di “stallo” imputabile a suo dire alla mancata individuazione da parte di Palazzo Bovara di un referente tecnico, sottolineando come ora si è pronti a partire con le prime corse solo grazie a Linee Lecco che si è fatta carico dell'anticipo delle spese infrastrutturali...
Frigerio punge, infine, citando anche Agnese Massaro, avvocato data per favorita nella sua successione, tra i legali che avrebbero avallato la scelta della società di ricorrere al TAR contro l'ordinanza di demolizione della palazzina della Piccola, considerata abusiva - non seguendo la strada dello “stare fermi” suggerita dal sindaco - per scongiurare un segnalazione alla Corte dei Conti per un danno erariale e patrimoniale di oltre 300.000 euro...
“Nei programmi politici il 26 giugno era previsto il subentro alla presidenza di Massimo Brini. Io lo avrei affiancato per il tempo necessario affinché maturasse l'esperienza necessaria per gestire azienda. Era stato stabilito a maggio 2024. E' saltato tutto. Il perché io lo so, voi datevi risposte” l'ultima provocazione. Prima di una amara conclusione. “Questa cosa finisce male, umanamente. Una brutta pagina che si chiede. Auguro ogni bene a Linee Lecco e al CdA che subentra. Per me la cosa finisce qua, si può fare altro nella vita, si può andare avanti a far politica in altro modo... Io ho una tessera, il sindaco no. Siamo due persone che vivono la politica in modo diverso. Mi spiace per il finale, anche per Massimo Brini e Francesca Meles, due persone capaci, disponibili e buone: auguro loro ogni bene e un futuro in politica malgrado questa esperienza”.
A.M.