Lecco, una lettrice: visita ginecologica e medico (non) obiettore
Un diritto mancato.
Se in Coscioni si dice dal corpo del malato al cuore della politica, vi racconto la mia esperienza personale, corpo a corpo, con la clinica Mangioni di Lecco.
A partire dalla telefonata fino a metà della visita la gentilezza è stata ineccepibile, non so se il motivo fosse la parola “privata” davanti a visita o se l’iter sarebbe stato il medesimo con “assistenza pubblica”; dopo venti minuti di chiacchierate, prima dell’ispezione intima ero convinta di avere a che fare con una dottoressa non obiettrice, espressamente chiesto da me alla gentilissima centralinista. Ma appena ho avuto l’ardire di buttare sul piatto la cosa, il boccone si è fatto più amaro. Ho scoperto che NO non era obiettrice e che NO il centralino non aveva nel database nessuna informazione a riguardo, a dirmelo è stata direttamente la dottoressa prima di visitarmi!
Non ero lì per un’interruzione di gravidanza ma se fosse stato così avrei buttato 100 euro per sentirmi dire che NO non potevo richiedere un aborto alla suddetta dottoressa e magari mi sarei pure sentita una ramanzina inutile e offensiva.
Vi ricordo che l’aborto in Italia è ancora un diritto! La visita è andata bene anche se io, come era ovvio che fosse, ero, dopo la scoperta, molto rigida e preoccupata! Cosa ne può sapere una paziente di come un medico reputa quella richiesta, fastidiosa? incidente sulla visita? Sta di fatto che il mio diritto di avere un non o una non obiettrice è stato disatteso! Ha inciso sulla mia visita? No, ma questo solo perché ero lì per una visita di routine!
Se in Coscioni si dice dal corpo del malato al cuore della politica, vi racconto la mia esperienza personale, corpo a corpo, con la clinica Mangioni di Lecco.
A partire dalla telefonata fino a metà della visita la gentilezza è stata ineccepibile, non so se il motivo fosse la parola “privata” davanti a visita o se l’iter sarebbe stato il medesimo con “assistenza pubblica”; dopo venti minuti di chiacchierate, prima dell’ispezione intima ero convinta di avere a che fare con una dottoressa non obiettrice, espressamente chiesto da me alla gentilissima centralinista. Ma appena ho avuto l’ardire di buttare sul piatto la cosa, il boccone si è fatto più amaro. Ho scoperto che NO non era obiettrice e che NO il centralino non aveva nel database nessuna informazione a riguardo, a dirmelo è stata direttamente la dottoressa prima di visitarmi!
Non ero lì per un’interruzione di gravidanza ma se fosse stato così avrei buttato 100 euro per sentirmi dire che NO non potevo richiedere un aborto alla suddetta dottoressa e magari mi sarei pure sentita una ramanzina inutile e offensiva.
Vi ricordo che l’aborto in Italia è ancora un diritto! La visita è andata bene anche se io, come era ovvio che fosse, ero, dopo la scoperta, molto rigida e preoccupata! Cosa ne può sapere una paziente di come un medico reputa quella richiesta, fastidiosa? incidente sulla visita? Sta di fatto che il mio diritto di avere un non o una non obiettrice è stato disatteso! Ha inciso sulla mia visita? No, ma questo solo perché ero lì per una visita di routine!
Alice Montalbetti
Abbiamo contattato la struttura e dalla direzione, senza entrare nello specifico del caso, non sapendo attraverso quale canale sia avvenuta la prenotazione della visita - centralino diretto o call center - e dunque dove sia nato "l'inghippo", ci è stato spiegato che i ginecologi in servizio sono tutti obiettori e in Mangioni non vengono dunque interruzioni volontarie di gravidanza.