PAROLE CHE PARLANO/191

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Persona


Siamo persone, maschi o femmine, tutti individui della specie umana. E con questo rimaniamo nel significato attuale del termine riportato da tutti i vocabolari. Ma c’è molto di più. 
Diceva Pirandello nel suo “Uno, nessuno, centomila” che ciascuno di noi ha di sé stesso un’immagine precisa, ciò che ritiene di essere. In fondo, però, presa la consapevolezza di non essere mai del tutto noi stessi, finiamo per essere nessuno perché la nostra immagine varia, anche col tempo e a seconda del punto di vista di chi ci osserva. E tutto ciò porta a concludere che sono molteplici (centomila) le immagini che gli altri hanno di noi, anche perché proiettano su di noi le proprie aspettative, i propri desideri e le proprie paure.
Quindi, che persone siamo? I latini, che hanno affrontato ben prima di noi questo problema, hanno coniato la parola persōna prelevandola dall’etrusco phershu, maschera. Nei teatri greci e romani era d’obbligo indossare maschere per interpretare diversi ruoli, anche femminili, oltre che per amplificare la voce. Un attore infatti non è mai sé stesso, ma diventa il personaggio che interpreta.
Tante volte anche oggi, come se fossimo in una rappresentazione teatrale, la maschera è il volto che presentiamo agli altri, la facciata che costruiamo per adattarci alle diverse situazioni sociali; ma è anche l'immagine che gli altri hanno di noi, un'immagine spesso idealizzata o distorta. Indossando la maschera, dice sempre Pirandello, ci allontaniamo dal nostro vero essere, nascondendo i nostri desideri, le nostre paure e le nostre fragilità. Il rischio è che la maschera finisca per diventare una barriera che ci separa dagli altri e da noi stessi.
Rubrica a cura di Dino Ticli
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