ABIO Lecco: 13 volontari in tirocinio dopo il lungo stop
Ad ottobre sarà passato un anno. Un anno dal ritorno in reparto di ABIO, dopo il Covid, con la pandemia che, a lungo, ha tenuto lontano i volontari lecchesi dalla Pediatria del Manzoni, assottigliandone le fila. Diversi i soci dell'articolazione locale dell'Associazione per il bambino in ospedale che, a emergenza sanitaria dichiarata conclusa, si sono allontanati dal sodalizio, vuoi per la paura di rientrare in corsia, vuoi – soprattutto - per la perdita di entusiasmo dopo il lungo stop imposto “dall'alto”, interrotto solo con l'avvio della campagna vaccinale, quando i volontari sono stati coinvolti nell'intrattenimento presso il centro allestito al Manzoni dei più piccini, post inoculazione. Un “lavoro” diverso rispetto a quello portato avanti in reparto, dove con i piccoli degenti e i loro famigliari, in poche ore, si viene a creare “complicità”, attraverso il gioco con i bimbi, anche semplicemente ascoltando gli sfoghi, con gli adulti.
“Prima della pandemia riuscivamo a coprire due turni al giorno, dal lunedì al sabato. Oggi ne copriamo sei in tutto, da martedì a venerdì” spiega Angela, sottolineando come, pur chiaramente con modalità diverse, l'attività non si sia arenata del tutto nemmeno nel pieno della pandemia, avendo l'associazione dapprima realizzato video, destinati a essere postati su Facebook, con letture e proposte di lavoretti per i bambini ospedalizzati. “Dopo abbiamo iniziato noi a fare lavoretti a casa che portavamo in reparto ed abbiamo anche ricominciato a confezionare i kit di accoglienza che da anni garantiamo a tutti i pazienti, sulla base della loro età, lasciandoli al personale per la distribuzione. Vicini anche se lontani, insomma...”.
31 al momento i tesserati ABIO Lecco, di cui 7 solo soci, 11 volontari effettivi e ben 13 tirocinanti che hanno già affrontato il corso di formazione (in sei incontri), il primo dopo la pandemia che ha bloccato anche questa forma di reclutamento di nuove leve, e sono ora impegnati nell'addestramento “sul campo”, sotto la supervisione di un tutor per ogni turno. Come Michela, 25enne di Lecco, che in ABIO ha trovato l'associazione che cercava per prendersi un impegno per gli altri, sentendosi davvero utile. “La cosa più bella? L'accoglienza dei bambini. Bussi alla porta della loro stanza e tante volte sono lì solo ad aspettare che dici “giochiamo?”. Anche il rapporto poi che si crea con i genitori è qualcosa di particolare...”.
“Sono nata volontaria nel campo dei disabili e degli anziani. Dopo tanti anni avevo voglia di stare con i bambini, di cercare un po' di freschezza” spiega invece Sabrina, 59 anni, anche lei tirocinante in ABIO, entusiasta della “spontaneità dei piccoli: sono loro che ti coinvolgono”.
60 le ore previste di “pratica” prima di diventare volontari effettivi, rimpolpando così le linea del sodalizio guidato da Gloria Bonacina, pronto già rimboccarsi le maniche dopo la breve pausa agostana.
Se infatti a luglio l'associazione ha donato alla Pediatria cinque poltrone per il riposo degli accompagnatori dei minori ricoverati, il 28 settembre si ripeterà l'annuale Giornata Nazionale ABIO, “occasione fondamentale per noi per cercare sostenitori e volontari” spiega ancora Angela. Entrambi essenziali per continuare a esserci, accanto ai bambini in ospedale.
“Prima della pandemia riuscivamo a coprire due turni al giorno, dal lunedì al sabato. Oggi ne copriamo sei in tutto, da martedì a venerdì” spiega Angela, sottolineando come, pur chiaramente con modalità diverse, l'attività non si sia arenata del tutto nemmeno nel pieno della pandemia, avendo l'associazione dapprima realizzato video, destinati a essere postati su Facebook, con letture e proposte di lavoretti per i bambini ospedalizzati. “Dopo abbiamo iniziato noi a fare lavoretti a casa che portavamo in reparto ed abbiamo anche ricominciato a confezionare i kit di accoglienza che da anni garantiamo a tutti i pazienti, sulla base della loro età, lasciandoli al personale per la distribuzione. Vicini anche se lontani, insomma...”.
31 al momento i tesserati ABIO Lecco, di cui 7 solo soci, 11 volontari effettivi e ben 13 tirocinanti che hanno già affrontato il corso di formazione (in sei incontri), il primo dopo la pandemia che ha bloccato anche questa forma di reclutamento di nuove leve, e sono ora impegnati nell'addestramento “sul campo”, sotto la supervisione di un tutor per ogni turno. Come Michela, 25enne di Lecco, che in ABIO ha trovato l'associazione che cercava per prendersi un impegno per gli altri, sentendosi davvero utile. “La cosa più bella? L'accoglienza dei bambini. Bussi alla porta della loro stanza e tante volte sono lì solo ad aspettare che dici “giochiamo?”. Anche il rapporto poi che si crea con i genitori è qualcosa di particolare...”.
“Sono nata volontaria nel campo dei disabili e degli anziani. Dopo tanti anni avevo voglia di stare con i bambini, di cercare un po' di freschezza” spiega invece Sabrina, 59 anni, anche lei tirocinante in ABIO, entusiasta della “spontaneità dei piccoli: sono loro che ti coinvolgono”.
60 le ore previste di “pratica” prima di diventare volontari effettivi, rimpolpando così le linea del sodalizio guidato da Gloria Bonacina, pronto già rimboccarsi le maniche dopo la breve pausa agostana.
Se infatti a luglio l'associazione ha donato alla Pediatria cinque poltrone per il riposo degli accompagnatori dei minori ricoverati, il 28 settembre si ripeterà l'annuale Giornata Nazionale ABIO, “occasione fondamentale per noi per cercare sostenitori e volontari” spiega ancora Angela. Entrambi essenziali per continuare a esserci, accanto ai bambini in ospedale.
A.M.