Lecco 'omaggia' Stoppani a duecento anni dalla nascita. Svelata una targa sulla casa
Nel giorno di Ferragosto la città di Lecco ha reso omaggio a uno dei propri concittadini più illustri. Duecento anni fa esatti, il 15 agosto 1824, in una casa affacciata sulla centralissima piazza XX Settembre veniva infatti alla luce Antonio Stoppani, considerato il padre della geologia mondiale, ma anche presbitero, paleontologo, glaciologo, patriota e grande divulgatore, in un'epoca di significativi cambiamenti politici, sociali e culturali per l'Italia (e non solo).
Nato all'interno di una numerosa famiglia della medio-piccola borghesia commerciale, fin da giovanissimo Antonio si rese protagonista di investigazioni geologiche sulle montagne di casa, che conosceva e amava profondamente, tanto che negli anni ricevette anche da Mario Cermenati la proposta di assumere la guida della sezione lecchese del CAI - che in questo 2024 festeggia il 150° di fondazione -, rifiutata per via dei numerosi impegni a cui già doveva far fronte (in seguito fu poi nominato presidente onorario).
Di formazione liberale, Stoppani era infatti anche presbitero e insegnante, inoltre partecipò in prima persona alle vicende risorgimentali tra cui le Cinque giornate di Milano, quando contribuì alla costruzione della barricata di Porta Orientale e fu incaricato di realizzare mongolfiere per inviare proclami scritti fuori dalla città assediata.
"Fu lui per primo a definire "antropozoica" l'era della comparsa dell'uomo, che oggi chiamiamo "Antropocene". Stoppani aderì alla filosofia di Antonio Rosmini per l'unità delle scienze e per la "Verità", inoltre rifletté molto sul rapporto tra la fede (e la Chiesa) con la scienza, andando contro la teoria dell'evoluzionismo di Darwin, che a quell'epoca aveva dato vita a furibonde polemiche, ma sostenendo la validità del metodo scientifico" ha raccontato il presidente del Sistema museale urbano lecchese Mauro Rossetto, che questa mattina ha tenuto una conferenza a Palazzo delle Paure pensata per offrire una breve ma ricca panoramica della vita e delle opere di Antonio Stoppani, in onore del quale è stata poi svelata una targa posta sul muro esterno della sua casa natale in piazza. "Nel 1876 scese in campo anche alle elezioni per il Parlamento nel Collegio di Lecco, con una candidatura in realtà un po' provocatoria, finalizzata più che altro a "scuotere gli animi" sui temi che gli stavano più a cuore; non a caso, poi decise di ritirarla per concentrarsi su altro".
"Grazie ai suoi viaggi in giro per l'Italia e l'Europa, fino alla Turchia e a Damasco, ebbe modo di coltivare importanti rapporti internazionali" ha proseguito Rossetto. "E i suoi lavori contengono numerosi elementi di attualità, a partire dallo studio delle problematiche ambientali legate ai cambiamenti climatici: Stoppani si interrogò molto sul ritiro dei ghiacciai, ma anche sulla ricerca del petrolio e l'autonomia energetica del nostro Paese".
Terminata la conferenza, come anticipato, le celebrazioni in onore dell'illustre lecchese si sono spostate a pochi passi da Palazzo delle Paure, all'esterno di quella casa affacciata sulla stessa piazza XX Settembre dove questa mattina è stata anche deposta una rosa bianca in onore di mamma Lucia Pecoroni, che duecento anni fa come oggi teneva in braccio il neonato Antonio; sempre nel suo ricordo, quasi a replicare una ninna nanna, il Comune ha deciso di introdurre la breve cerimonia con le delicate note di Ennio Morricone, con Chiara Ballabio al violino e Massimo Borassi al pianoforte. "Per noi è un grande onore, quasi un dovere, essere qui oggi, dopo le prime occasioni in cui abbiamo avuto modo di rendere omaggio a Stoppani come il Festival delle Geoscienze" ha esordito il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, in fascia tricolore, con un ringraziamento a tutti gli intervenuti.
"Quel bambino che il 15 agosto 1824 nasceva in questa casa, nel cuore della nostra città, era destinato a diventare il padre della geologia e della paleontologia con studi, ricerche ed escursioni partite proprio da qui, dai monti che conosciamo bene, per poi spaziare fino alla Cappadocia, al deserto del Gobi, ai ghiacciai della Siberia, sempre con un affetto infinito per "il Bel Paese". In Stoppani si ritrova il DNA che unisce i maggiori personaggi lecchesi, lo spirito avventuroso di un Riccardo Cassin, un Walter Bonatti, un Carlo Mauri. Antonio è stato anche un narratore e divulgatore, un "Piero Angelo ante litteram", un professore "con lo zaino in spalla" che sapeva rivolgersi anche alla gente comune.
Come non citare, poi, il suo ruolo politico quale animatore delle Cinque giornate di Milano, con tanto di volo in mongolfiera per il lancio di volantini anti-austriaci, nonché i suoi rapporti strettissimi con Antonio Rosmini, nella volontà di conciliare scienza e fede in un periodo in cui veniva a vacillare l'egemonia della Chiesa sul pensiero laico. Da esponente del Clero, con il suo pensiero liberale finì per contestare la Chiesa stessa, e con la candidatura alle elezioni del 1876 puntava a scuotere gli animi di tutti".
"I suoi biografi - la chiosa del primo cittadino - ricordano che da accademico venne convocato da Re Umberto I per dire la sua sulla ritirata dei ghiacciai: alle domande del sovrano rispose che la natura ha processi molto lenti, che però l'Antropocene ha accelerato. Oggi questi processi sono in mano a noi, che con i nostri comportamenti dobbiamo rendere concreta la sostenibilità economica, ambientale e sociale di cui tanto parliamo. Quella di Antonio Stoppani, quindi, è una lezione di cura, che allarga il nostro raggio di azione alla responsabilità per un buon pianeta".
La parola, infine, è passata a Paola Frigerio, consigliere comunale e segretaria del CAI di Lecco, che ha ricordato come in fin dei conti sia stato proprio Stoppani, da grande conoscitore delle nostre montagne, a promuovere la fondazione della sezione, che pochi anni dopo gli ha intitolato il primo rifugio acquistato, quello alle pendici del Resegone che tuttora è tappa di moltissimi escursionisti.
Don Giuseppe, intervenuto in rappresentanza del Prevosto di Lecco Monsignor Davide Milani, ha poi impartito la sua benedizione solenne sulla targa visibile appena sotto il balconcino al primo piano della casa, che riporta questa scritta: "La città di Lecco nel bicentenario della nascita rende omaggio ad Antonio Stoppani, studioso e divulgatore ineguagliabile delle nostre bellezze naturali".
Un Ferragosto, dunque, in qualche modo storico tra lago e monti.
Nato all'interno di una numerosa famiglia della medio-piccola borghesia commerciale, fin da giovanissimo Antonio si rese protagonista di investigazioni geologiche sulle montagne di casa, che conosceva e amava profondamente, tanto che negli anni ricevette anche da Mario Cermenati la proposta di assumere la guida della sezione lecchese del CAI - che in questo 2024 festeggia il 150° di fondazione -, rifiutata per via dei numerosi impegni a cui già doveva far fronte (in seguito fu poi nominato presidente onorario).
Di formazione liberale, Stoppani era infatti anche presbitero e insegnante, inoltre partecipò in prima persona alle vicende risorgimentali tra cui le Cinque giornate di Milano, quando contribuì alla costruzione della barricata di Porta Orientale e fu incaricato di realizzare mongolfiere per inviare proclami scritti fuori dalla città assediata.
"Fu lui per primo a definire "antropozoica" l'era della comparsa dell'uomo, che oggi chiamiamo "Antropocene". Stoppani aderì alla filosofia di Antonio Rosmini per l'unità delle scienze e per la "Verità", inoltre rifletté molto sul rapporto tra la fede (e la Chiesa) con la scienza, andando contro la teoria dell'evoluzionismo di Darwin, che a quell'epoca aveva dato vita a furibonde polemiche, ma sostenendo la validità del metodo scientifico" ha raccontato il presidente del Sistema museale urbano lecchese Mauro Rossetto, che questa mattina ha tenuto una conferenza a Palazzo delle Paure pensata per offrire una breve ma ricca panoramica della vita e delle opere di Antonio Stoppani, in onore del quale è stata poi svelata una targa posta sul muro esterno della sua casa natale in piazza. "Nel 1876 scese in campo anche alle elezioni per il Parlamento nel Collegio di Lecco, con una candidatura in realtà un po' provocatoria, finalizzata più che altro a "scuotere gli animi" sui temi che gli stavano più a cuore; non a caso, poi decise di ritirarla per concentrarsi su altro".
In quello stesso anno, intanto, era uscita la prima edizione de "Il Bel Paese", il suo libro più importante, 29 capitoli in cui, in un viaggio non lineare dal Nord al Sud dell'Italia, associava la descrizione di un territorio alla spiegazione di un particolare fenomeno geofisico ambientale: un volume dalla forte vocazione pedagogica, tanto che era scritto in una forma dialogica che lasciava esprimere alcuni concetti direttamente ai suoi interlocutori (perlopiù i suoi nipoti) e che quindi lo rendeva fruibile, almeno in parte, anche alla gente comune.
"Grazie ai suoi viaggi in giro per l'Italia e l'Europa, fino alla Turchia e a Damasco, ebbe modo di coltivare importanti rapporti internazionali" ha proseguito Rossetto. "E i suoi lavori contengono numerosi elementi di attualità, a partire dallo studio delle problematiche ambientali legate ai cambiamenti climatici: Stoppani si interrogò molto sul ritiro dei ghiacciai, ma anche sulla ricerca del petrolio e l'autonomia energetica del nostro Paese".
Terminata la conferenza, come anticipato, le celebrazioni in onore dell'illustre lecchese si sono spostate a pochi passi da Palazzo delle Paure, all'esterno di quella casa affacciata sulla stessa piazza XX Settembre dove questa mattina è stata anche deposta una rosa bianca in onore di mamma Lucia Pecoroni, che duecento anni fa come oggi teneva in braccio il neonato Antonio; sempre nel suo ricordo, quasi a replicare una ninna nanna, il Comune ha deciso di introdurre la breve cerimonia con le delicate note di Ennio Morricone, con Chiara Ballabio al violino e Massimo Borassi al pianoforte. "Per noi è un grande onore, quasi un dovere, essere qui oggi, dopo le prime occasioni in cui abbiamo avuto modo di rendere omaggio a Stoppani come il Festival delle Geoscienze" ha esordito il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni, in fascia tricolore, con un ringraziamento a tutti gli intervenuti.
"Quel bambino che il 15 agosto 1824 nasceva in questa casa, nel cuore della nostra città, era destinato a diventare il padre della geologia e della paleontologia con studi, ricerche ed escursioni partite proprio da qui, dai monti che conosciamo bene, per poi spaziare fino alla Cappadocia, al deserto del Gobi, ai ghiacciai della Siberia, sempre con un affetto infinito per "il Bel Paese". In Stoppani si ritrova il DNA che unisce i maggiori personaggi lecchesi, lo spirito avventuroso di un Riccardo Cassin, un Walter Bonatti, un Carlo Mauri. Antonio è stato anche un narratore e divulgatore, un "Piero Angelo ante litteram", un professore "con lo zaino in spalla" che sapeva rivolgersi anche alla gente comune.
Come non citare, poi, il suo ruolo politico quale animatore delle Cinque giornate di Milano, con tanto di volo in mongolfiera per il lancio di volantini anti-austriaci, nonché i suoi rapporti strettissimi con Antonio Rosmini, nella volontà di conciliare scienza e fede in un periodo in cui veniva a vacillare l'egemonia della Chiesa sul pensiero laico. Da esponente del Clero, con il suo pensiero liberale finì per contestare la Chiesa stessa, e con la candidatura alle elezioni del 1876 puntava a scuotere gli animi di tutti".
"I suoi biografi - la chiosa del primo cittadino - ricordano che da accademico venne convocato da Re Umberto I per dire la sua sulla ritirata dei ghiacciai: alle domande del sovrano rispose che la natura ha processi molto lenti, che però l'Antropocene ha accelerato. Oggi questi processi sono in mano a noi, che con i nostri comportamenti dobbiamo rendere concreta la sostenibilità economica, ambientale e sociale di cui tanto parliamo. Quella di Antonio Stoppani, quindi, è una lezione di cura, che allarga il nostro raggio di azione alla responsabilità per un buon pianeta".
La parola, infine, è passata a Paola Frigerio, consigliere comunale e segretaria del CAI di Lecco, che ha ricordato come in fin dei conti sia stato proprio Stoppani, da grande conoscitore delle nostre montagne, a promuovere la fondazione della sezione, che pochi anni dopo gli ha intitolato il primo rifugio acquistato, quello alle pendici del Resegone che tuttora è tappa di moltissimi escursionisti.
Don Giuseppe, intervenuto in rappresentanza del Prevosto di Lecco Monsignor Davide Milani, ha poi impartito la sua benedizione solenne sulla targa visibile appena sotto il balconcino al primo piano della casa, che riporta questa scritta: "La città di Lecco nel bicentenario della nascita rende omaggio ad Antonio Stoppani, studioso e divulgatore ineguagliabile delle nostre bellezze naturali".
Un Ferragosto, dunque, in qualche modo storico tra lago e monti.
B.P.