Oliveto: in barca al Santuario per la benedizione, tradizione rinnovata
Alla Vigilia di Ferragosto, festa dell'Assunzione di Maria, la comunità di Oliveto Lario, con fedeli provenienti anche da fuori paese, è tornata a riunirsi al Santuario della Madonna del Moletto, piccolo scrigno di tanta bellezza, interamente affrescato al suo interno, appollaiato su una roccia direttamente su lago, al confine tra la frazione di Limonta e Bellagio.
La funzione delle 20.45 è stata officiata dal vicario episcopale monsignor Gianni Cesena, giunto in barca accompagnato dall'instancabile don Marino Colombo, classe 1932, poco prima che si spegnessero le ultime luci del giorno, dopo un bel tramonto ammirato da quanti, con largo anticipo, già avevano preso posto sulle panche e sulle sedie preparate all'esterno della chiesetta.
Una decina di altri natanti, arrivati al Santuario in momenti diversi, hanno mantenuto viva la tradizione della processione di barche, iniziata - come ricordato sull'annuncio dei festeggiamenti preparato dall'amministrazione comunale, che ha concesso all'iniziativa il proprio patrocinio - esattamente mezzo secolo fa, nel 1974, un anno dopo la prima celebrazione con fiaccolata.
Non è mancata dunque, al termine della funzione, la benedizione impartita agli occupanti delle singole imbarcazioni "sfilate" al cospetto di mons. Cesena, alla sua prima presenza al Santuario della Madonna del Moletto da vicario episcopale.
La sua omelia è stata ispirata dalle Letture del giorno ed in particolare al brano in cui Maria, descritta come una donna vestita di sole, in preda alle doglie del parto, sconfigge il drago. "Ad un drago - ha dunque fatto notare il celebrante - si poteva contrapporre un altro drago. E' stato scelto invece qualcuno di estremamente fragile. E' Maria, ma Maria, in quanto tutta la Chiesa, è ciascuno di noi" ha proseguito, offrendo come controparte ai superbi, ai ricchi e ai potenti, gli umili, gli affamati e il popolo di Israele. Ecco dunque l'invito a seguire Maria, guardando al Cielo ma anche alla terra, per restare umili, per esultare e propagandare la vita.
La funzione delle 20.45 è stata officiata dal vicario episcopale monsignor Gianni Cesena, giunto in barca accompagnato dall'instancabile don Marino Colombo, classe 1932, poco prima che si spegnessero le ultime luci del giorno, dopo un bel tramonto ammirato da quanti, con largo anticipo, già avevano preso posto sulle panche e sulle sedie preparate all'esterno della chiesetta.
Una decina di altri natanti, arrivati al Santuario in momenti diversi, hanno mantenuto viva la tradizione della processione di barche, iniziata - come ricordato sull'annuncio dei festeggiamenti preparato dall'amministrazione comunale, che ha concesso all'iniziativa il proprio patrocinio - esattamente mezzo secolo fa, nel 1974, un anno dopo la prima celebrazione con fiaccolata.
Non è mancata dunque, al termine della funzione, la benedizione impartita agli occupanti delle singole imbarcazioni "sfilate" al cospetto di mons. Cesena, alla sua prima presenza al Santuario della Madonna del Moletto da vicario episcopale.
La sua omelia è stata ispirata dalle Letture del giorno ed in particolare al brano in cui Maria, descritta come una donna vestita di sole, in preda alle doglie del parto, sconfigge il drago. "Ad un drago - ha dunque fatto notare il celebrante - si poteva contrapporre un altro drago. E' stato scelto invece qualcuno di estremamente fragile. E' Maria, ma Maria, in quanto tutta la Chiesa, è ciascuno di noi" ha proseguito, offrendo come controparte ai superbi, ai ricchi e ai potenti, gli umili, gli affamati e il popolo di Israele. Ecco dunque l'invito a seguire Maria, guardando al Cielo ma anche alla terra, per restare umili, per esultare e propagandare la vita.
A.M.