Lecco perduta/439: i cippi di Laorca profeti della memoria

Sono passati circa trent’anni. Stava finendo il secolo scorso quando si scrisse di antichi cippi stradali tuttora presenti come “lapidi della memoria” a Laorca. Perché si parlò delle vie Francesco Berni e Giacomo Spreafico? Rileggiamo quel testo: “Sono viuzze del vecchio nucleo, sopra la tormentata strada per la Valsassina, al passaggio del ristoro detto della Barona e del sito Crotta (oggi parcheggio), e sotto la parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo”.
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La lapide con l'indicazione per Lecco

La loro riscoperta era dovuta alla lodevole iniziativa dell’assessore Giulio De Capitani, che aveva invitato la collaborazione dei cittadini nel segnalare “marmi” dimenticati nel territorio che meritavano di essere conservati per le generazioni venture, ripercorrendo antichi tracciati di collegamento e di transito, quando non era ancora avviata l’era della motorizzazione. 
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La lapide con l'indicazione per Introbio

Fu allora che dal silenzio del tempo trascorso uscì la notizia che antichi “cippi” stradali si trovavano nel quartiere Laorca, in via Berni e in via Spreafico. Quest’ultimo veniva segnalato sul muro della casa “rosa”, edificio che conserva portico e corti settecenteschi, prima della svolta della strada stessa, nel tratto che sale al sagrato della parrocchiale, con la colonna famosa detta dei “crapuni”. Le lapidi segnalavano le miglia di distanza da Lecco, Ballabio e Introbio. Sono oggi praticamente illeggibili e meriterebbero un ritocco per la loro origine ottocentesca.
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Via Berni

L’archivio di deposito del Comune di Laorca è conservato (come tutti gli altri dei vecchi municipi soppressi nel 1924) nel vasto sotterraneo esistente presso l’edificio laterale interno del municipio, sul lato di via Sassi. Il materiale raccolto è enorme e contiene in ordinati scaffali metallici scorrevoli su binari tutto il carteggio relativo alle vecchie municipalità. Ed è proprio in tale prezioso archivio, sconosciuto alla maggioranza dei lecchesi, che si conservano fascicoli di documentazioni del nuovo tracciato per la Valsassina tra il 1837 e il 1840, quando la Lombardia era ancora austriaca. D’altro canto, in una pratica del 1855 si indica già la strada di “Pomerio-Gallina” vecchia Valsassina.
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Via Spreafico

Angelo Borghi, nella pubblicazione promossa dal consiglio di quartiere nel 1982 sottolinea che “l’ultima grande opera degli austriaci nel nostro territorio fu la ricostruzione della strada per la Valsassina. A Laorca venne aperto un nuovo tronco tangente, esterno all’abitato, intorno al 1840". Risulta quindi probabile che le targhe conservate sui muri a Laorca risalgano ai primi decenni dell’Ottocento, prima del nuovo segmento stradale verso la Valsassina, esterno al nucleo residenziale più antico.
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L'antica e storica casa rosa

Negli anni trascorsi del traffico più frenetico e caotico lungo la Valsassina, in attesa della nuova arteria, qualcuno collocò tra i cartelli di protesta “Evviva l’Austria che ha costruito la strada per la Valsassina”. Era un pesante richiamo nostalgico a quello che non era ancora avvenuto dopo tante promesse per il nuovo tracciato italiano verso la valle, togliendo da un insopportabile ingorgo nuclei densamente abitati. Nel cartello c’era la verità, anche perché Lecco era ancora in Austria e lo sarà sino alle battaglie risorgimentali del 1859.
Per concludere le vecchie indicazioni delle lapidi riscoperte, per quanto è consentito leggere da molto vicino, riportano l’indicazione di due miglia verso il capoluogo e di sei e tre quarti per Introbio. È proprio la storia raccontata sui muri.
A.B.
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