Lecco: Sinistra Italiana si confronta sulla... destra

Lunedì 5 agosto nella nuova sede di Sinistra italiana a Lecco è stato proiettato il documentario inchiesta realizzato dai giornalisti di Fanpage sulle giovanili della destra (i due video sono facilmente reperibili su Youtube).
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L’intento, hanno spiegato i promotori dell’incontro, era sollecitare il dibattito, come effettivamente è stato dopo la visione. Il tutto in un clima informale.
In estrema sintesi, i giornalisti di Fanpage sono riusciti ad infiltrarsi nelle file dei gruppi giovani di Fratelli d’Italia per indagarne le dinamiche relazionali, le idee e i riferimenti culturali.
Alì AlHmood, membro di SI ha espresso le sue preoccupazioni: “Ci sono giovani che quel periodo non lo hanno vissuto, ma si richiamano a quei valori”, ha sostenuto, in riferimento alla dittatura fascista. Nel video si vedono infatti giovani che cantano in gruppo inni tipici degli squadristi nei contenuti e tipici dello spirito del branco nei modi.
Camilla Orlando ha aperto il dibattitto: “Sicuramente c’è tanto odio e rabbia [...]. Cosa pensiamo davanti a queste immagini?”  
Il punto forte della destra sembra essere – nell’analisi della sinistra lecchese - il binomio noi–loro, dove loro sono il nemico, gli invasori, gli immigrati e su questa “differenza” sono riusciti a creare un senso del noi, di appartenenza ed esclusivo. 
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Ma una identità costruita contro qualcosa è più o meno valida di una identità che emerge costruendo in positivo qualcosa? Come entrare in relazione con le personalità emerse dall’inchiesta, se del caso?  Che effetto hanno i concerti privati di rock identitario e i campi identitari? Queste le domande emerse durante la discussione. leccosinistra4.jpg (91 KB)
“Avere i consultori è stata una battaglia, adesso permettono ai pro vita di accedervi” ha sostenuto Maria Grazia Caglio nell’affrontare la questione del clima venutosi a creare in Italia, in riferimento anche ai diritti. 
Unanime poi la convinzione che concetti espressi dai ragazzi ripresi nelle sedi romane di Fratelli d’Italia, si riflettano anche fuori dal movimento, come attestato dalle preferenze accordate a Vannacci alle Europee, sulla base dei contenuti del suo best seller, anche in tema, per esempio di "razza".
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L’attenzione si è spostata su un piano ancora più umano quando un giovane psicologo presente in sala si è interrogato su “chi si è e dove si sta andando”. Questa domanda, posta in tutta la sua grandezza, ha dato il “la” ad argomentazioni filosofiche – dove con filosofiche non si intende questioni lontane dalla realtà, bensì alle radici di essa- e definizioni valoriali. 
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“Ci caratterizza la conoscenza, la cultura, l’intelligenza e la solidarietà” è stato detto cercando di individuare l’anima della sinistra. E forse – emerge dalla discussione - un punto critico della sinistra è l’essere democratica, cioè il cercare la relazione con parti dell’umanità che democratiche non sono. E quindi il dibatto è tornato a una delle sue domande iniziali: “Dialogheremmo e non dovremmo dialogare con loro?”
In questa democrazia fragile e de-legittimata, la destra sta costruendo una identità e un senso di gruppo che sta facendo gola, in un periodo storico in cui solitudine e mancanza di riferimenti stanno avendo la meglio, la conclusione. 
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Nei video mostrati si vede un mondo che evocava gli orrori del passato, massacri, razzismo. Ed evidentemente è una strada che offre qualcosa: “un senso di identità, un senso di appartenenza e carta bianca per qualsiasi iniziativa”, che passa da spazi finanziati con il servizio civile e luoghi di raduno come i campi identitari e concerti di rock identitario, il tutto, lontano dalle telecamere, presentando, invece, istituzionalmente, un’altra faccia.
M.Bo.
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