Casargo ricorda l'alluvione di 5 anni fa. E rinnova il suo 'grazie'
La chiesa di San Bernardino a Casargo ha ospitato, nella serata di ieri, la Santa messa voluta per ricordare i cinque anni trascorsi dall'alluvione del 2019.
Proprio per ricordare quella drammatica serata e ciò che è accaduto dopo il nubifragio, il parroco don Bruno Maggioni ha celebrato la funzione, alla presenza del primo cittadino Antonio Pasquini e della popolazione. Durante l'omelia il sacerdote è dunque tornato a quei momenti, citando l'immensa macchina della solidarietà messa in modo dall'emergenza, con il pronto arrivo a Casargo di numerosi volontari, dell'alta Valsassina ma anche da tutta la provincia e oltre. "Tutti qui per aiutare - ha detto - Il sindaco era stato eletto da pochi mesi e iniziava con entusiasmo il proprio incarico, trovandosi di fronte a una tale catastrofe". Nel suo ripercorrere l'accaduto, don Bruno ha citato le persone incontrate, rievocando anche un'immagine drammatica ovvero "il cimitero rimasto lì per un po' di tempo con le tombe soffocate dal fango". Come per il sagrato, anche il camposanto infatti non è stato risparmiato da un abbondante strato di detriti.
"Verso le 21,30 abbiamo sentito un allarme proveniente da un'auto sommersa, ma per fortuna nessuno si trovava all'interno dell'abitacolo. Una serata e una notte incredibile".
Citata anche un episodio legato all'indomani: "il vescovo di Brescia, monsignor Tremolada, allora in vacanza a Barzio, ha fatto un giro di tutto il paese, un bravo vescovo, amico di Delpini, capace di trasmettere la fede. Ha assistito e testimoniato l'accaduto".
"Oggi siamo qui a ringraziare e con i chierichetti andremo a portare questi ceri alla Madonnina che ci protegge e veglia su di noi, perché quello che è successo non accada più" ha terminato don Bruno, annunciando il gesto che avrebbe compiuto di lì a poco. "Il paese - ha aggiunto facendo riferimento ai lavori realizzati per scongiurare nuove alluvioni - è diventato più bello, più accogliente perché dal male nasce sempre il bene". Da Casargo si è levato così, dopo 5 anni, ancora, il grazie: nessuno il 6 agosto 2019 ha perso la vita. Lo si è ribadito dinnanzi alla cappellina con l'effige mariana, divenuta simbolo di quella drammatica sera: travolta, ma riafforata poi dal fango e ancora lì. Come lo spirito del paese.
Come ben vivo ancora nella mente di residenti e villeggianti, il 6 agosto di quell'anno un forte temporale si è abbattuto sul paese. La forza dell'acqua, scaricata da monte verso l'abitato, ha generato colate di fango arrivate a invadere strade e abitazioni al pian terreno, distruggendo muri di contenimento e sotterrando svariate auto in sosta. 70 persone, all'incirca, hanno dovuto lasciare provvisoriamente le loro abitazioni, non ritenute in un primo momento sicure. Citata anche un episodio legato all'indomani: "il vescovo di Brescia, monsignor Tremolada, allora in vacanza a Barzio, ha fatto un giro di tutto il paese, un bravo vescovo, amico di Delpini, capace di trasmettere la fede. Ha assistito e testimoniato l'accaduto".
"Oggi siamo qui a ringraziare e con i chierichetti andremo a portare questi ceri alla Madonnina che ci protegge e veglia su di noi, perché quello che è successo non accada più" ha terminato don Bruno, annunciando il gesto che avrebbe compiuto di lì a poco. "Il paese - ha aggiunto facendo riferimento ai lavori realizzati per scongiurare nuove alluvioni - è diventato più bello, più accogliente perché dal male nasce sempre il bene". Da Casargo si è levato così, dopo 5 anni, ancora, il grazie: nessuno il 6 agosto 2019 ha perso la vita. Lo si è ribadito dinnanzi alla cappellina con l'effige mariana, divenuta simbolo di quella drammatica sera: travolta, ma riafforata poi dal fango e ancora lì. Come lo spirito del paese.
M.A.