Lecco perduta/438: Alcide De Gasperi turista manzoniano nella primavera 1949

Anche la città di Lecco ed il suo “collegio” elettorale del 18 aprile 1948 intende ricordare Alcide De Gasperi, statista, presidente del Consiglio dei Ministri fra il 1945 ed il 1953, fondatore della Comunità Europea, nel 70° della scomparsa, avvenuta fra le montagne del suo Trentino nell’agosto 1954.
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Alcide De Gasperi

L’iniziativa lecchese viene promossa dalle associazioni culturali “I Popolari” e “Libertà e Democrazia”, con Bruno Manzini e Cesare Valsecchi. Si unisce tra i promotori dell’iniziativa anche il docente universitario residente a Mandello Lario, Carlo Secchi, già parlamentare italiano ed europeo, che fa parte della fondazione Alcide De Gasperi.
Lunedì 19 agosto, alle ore 18, presso il santuario Nostra Signora della Vittoria, verrà celebrata una Messa in ricordo di Alcide De Gasperi. 
Perché lì? Perchè testimonianze storiche ricordano che, sul finire del 1944 e nei primi mesi del 1945, in un locale sotto il campanile della Vittoria, quindi sul fronte esterno di via Trieste, sono avvenute riunioni clandestine dei primi “raggi” di Azione Cattolica, impegnati a costruire un movimento nuovo nel futuro dell’Italia verso il tanto auspicato ritorno della pace e della libertà.
C’è da aggiungere che sul fronte più politicamente avanzato ed organizzato le prime riunioni clandestine della futura D.C. sono avvenute nel palazzo tra la basilica di San Nicolò, la canonica e piazza Cermenati, dove abitava Antonio Maggi, poi assessore al Comune di Lecco e presidente per tanti anni dell’Unione Commercianti ed anche del Coro Alpino Lecchese. L’edificio era ritenuto “provvidenziale”, essendo dotato di due uscite: una sul lato verso la basilica e l’altra sul fronte di piazza Cermenati, proprio ai piedi della scalinata verso il sagrato. A tali riunioni clandestine hanno partecipato i milanesi Zerbi e Malvestiti,poi deputati al Parlamento della Repubblica per la Democrazia Cristiana. Partecipò anche Celestino Ferrario che nella vicina via Mascari aveva il suo magazzino di attività commerciale con i formaggi, confinante con la tipografia Annoni-Pin dove si stampava il clandestino “Il Ribelli” organo delle Fiamme Verdi di Teresio Olivelli.
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Lapide "Il Ribelle"

Vi sono state giornate lecchesi di Alcide De Gasperi? Si, ma, singolare a dirsi, in veste turistica per un periodo di riposo dopo mesi estremamente impegnativi e politicamente roventi come quelli dei dibattiti parlamentari per l’adesione dell’Italia al Patto Atlantico. Nella primavera 1949, alla Camera, si arrivò a 45 ore di seduta ininterrotta; vi furono incidenti anche gravi in diverse città d’Italia, compresa Lecco (in piazza Garibaldi ed in via Cavour) per manifestazione della sinistra contro il Patto Atlantico e gli Stati Uniti.
Alcide De Gasperi arrivò a Lecco in forma privata, con la consorte Francesca e la figlia Maia Romana. Era stato invitato dall’imprenditore Piero Ruffini, originario di Trento, che conosceva da decenni lo statista democristiano. Ruffini abitava allora in quartiere Germanedo, nella parte alta verso il sentiero alla Rovinata. Era titolare della vicina, grossa filanda ex Muller, divenuta poi industria Costacurta ed in seguito trasformata in complesso residenziale. Ruffini era innamorato di Lecco, era socio della Canottieri dove ormeggiava la barca a vela. Lasciò la città negli anni 1952/1953.
Una nota sulla visita di Alcide De Gasperi a Lecco si può trovare nel Cronicum di Pescarenico, con l’allora parroco don Luigi Colombo. Questo ultimo ha scritto che quella di De Gasperi fu una visita inaspettata: arrivò in parrocchia senza preavviso.
Sempre don Luigi ha annotato che De Gasperi era accompagnato dalla moglie e dalla figlia ed altri personaggi, fra i quali spiccava il deputato lecchese Celestino Ferrario, già impegnato con lui ai tempi del Partito Popolare con don Luigi Sturzo.
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Il busto di Celestino Ferrario

E’ ritenuto probabile che fosse presente a Pescarenico anche Carlo Erba, allora responsabile politico ed operativo della Democrazia Cristiana lecchese. E’ stato vice sindaco di Lecco e molto impegnato successivamente a fianco del senatore Piero Amigoni.
De Gasperi lasciò Pescarenico per raggiungere Olate e visitare la chiesa di don Abbondio, nelle cui vicinanze Ferrario aveva l’abitazione. 
Raggiunse anche, sempre in forma strettamente privata, villa Manzoni al Caleotto dove era atteso dai maggiori esponenti della famiglia Scola-Grassi, allora proprietaria dell’immobile.
La zona di via Rovinata durante la presenza di De Gasperi era vigilata da agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Lecco, allora in corso Martiri, oltre alla presenza di una scorta personale giunta da Roma.
La città di Lecco ricorda Alcide De Gasperi con la via in quartiere Santo Stefano-viale Turati che si allunga nella zona del vecchio poligono di tiro o bersaglio, demolito negli anni ’60 del Novecento.
Lasciata Lecco, Alcide De Gasperi, sempre con la famiglia, raggiunse Como per una visita sull’altro ramo del Lario.
A.B.
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