Introbio scampò al colera: il voto del 5 agosto 1836
L’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini presiede nella giornata del 5 agosto le cerimonie che accompagnano il solenne rinnovo del voto risalente al 1836. Delpini ha già partecipato a tale celebrazione dieci anni or sono, quando era vicario generale della Diocesi di Milano. L’ultimo arcivescovo che ha partecipato al voto di Biandino è stato il cardinale Dionigi Tettamanzi.
Era l’anno 1836 ed in tutta la Valsassina dilagava una terribile epidemia di colera. Gli abitanti di Introbio fecero solenne voto alla Madonna dell’alpestre chiesetta di Biandino a metri 1595: sarebbero saliti ogni anno, all’alba del 5 agosto ricorrenza della Madonna della Neve, in devoto pellegrinaggio se la comunità di Introbio fosse uscita indenne dal colera. Così fu; e da allora ogni anno gli introbiesi rinnovano la solenne promessa dei padri.
Anche quest’anno la tradizione di fede e di preghiera si ripete quando già alle 5.30, nella parrocchiale di Introbio vengono celebrate le lodi e segue la partenza della processione verso Biandino che si fermerà, comunque, come composizione unitaria, in località Ca’ del Dolfo. C’è subito l’appuntamento di ritrovarsi nel pomeriggio nella stessa località per comporre la processione che raggiungerà la chiesa parrocchiale di San Antonio ABate di Introbio, passando per il centro storico. A Biandino la Messa solenne del voto sarà celebrata alle ore 11 presso la chiesetta dell’alpe che fa parte della comunità pastorale Madonna della Neve.
Introbio, nel 1836, aveva 800 abitanti e, pur essendo località di transito sul fondovalle, passaggio obbligato verso tanti paesi della Valsassina, ebbe un solo caso di colera che si concluse con la guarigione del colpito. Drammatico fu, invece, il bilancio di altri centri: 35 morti a Barzio, 30 a Cortabbio, 15 a Moggio, 12 a Cremeno, 4 a Pasturo ed a Cortenova.
Luigi Arrigoni, noto storico della Valsassina, scrivendo del colera, annotò: “Alcuni erano portati ancora vivi al cimitero e se ne trovò qualcuno alla seguente mattina, intento ad aprirlo”. Introbio, in un quadro generale di disperazione e di morte per tutta la Valsassina, fu zona preservata dal male e la riconoscenza si manifestò nel voto annuale alla Madonna di Biandino.
Distrutto il santuario dalle SS durante il terribile rastrellamento nazista dell’ottobre 1944, la chiesetta di Biandino venne subito ricostruita nel dopoguerra 1945 con il generoso contributo degli introbiesi e con lo zelo dell’indimenticabile parroco don Arturo Fumagalli.
Lunedì 5 agosto, con qualsiasi tempo, si rinnoverà ancora una volta la promessa del voto del 1836. Il rientro da Biandino si concluderà, dopo il canto delle litanie della Madonna, con un solenne Te Deum di ringraziamento in chiesa parrocchiale.
Era l’anno 1836 ed in tutta la Valsassina dilagava una terribile epidemia di colera. Gli abitanti di Introbio fecero solenne voto alla Madonna dell’alpestre chiesetta di Biandino a metri 1595: sarebbero saliti ogni anno, all’alba del 5 agosto ricorrenza della Madonna della Neve, in devoto pellegrinaggio se la comunità di Introbio fosse uscita indenne dal colera. Così fu; e da allora ogni anno gli introbiesi rinnovano la solenne promessa dei padri.
Anche quest’anno la tradizione di fede e di preghiera si ripete quando già alle 5.30, nella parrocchiale di Introbio vengono celebrate le lodi e segue la partenza della processione verso Biandino che si fermerà, comunque, come composizione unitaria, in località Ca’ del Dolfo. C’è subito l’appuntamento di ritrovarsi nel pomeriggio nella stessa località per comporre la processione che raggiungerà la chiesa parrocchiale di San Antonio ABate di Introbio, passando per il centro storico. A Biandino la Messa solenne del voto sarà celebrata alle ore 11 presso la chiesetta dell’alpe che fa parte della comunità pastorale Madonna della Neve.
Introbio, nel 1836, aveva 800 abitanti e, pur essendo località di transito sul fondovalle, passaggio obbligato verso tanti paesi della Valsassina, ebbe un solo caso di colera che si concluse con la guarigione del colpito. Drammatico fu, invece, il bilancio di altri centri: 35 morti a Barzio, 30 a Cortabbio, 15 a Moggio, 12 a Cremeno, 4 a Pasturo ed a Cortenova.
Luigi Arrigoni, noto storico della Valsassina, scrivendo del colera, annotò: “Alcuni erano portati ancora vivi al cimitero e se ne trovò qualcuno alla seguente mattina, intento ad aprirlo”. Introbio, in un quadro generale di disperazione e di morte per tutta la Valsassina, fu zona preservata dal male e la riconoscenza si manifestò nel voto annuale alla Madonna di Biandino.
Distrutto il santuario dalle SS durante il terribile rastrellamento nazista dell’ottobre 1944, la chiesetta di Biandino venne subito ricostruita nel dopoguerra 1945 con il generoso contributo degli introbiesi e con lo zelo dell’indimenticabile parroco don Arturo Fumagalli.
Lunedì 5 agosto, con qualsiasi tempo, si rinnoverà ancora una volta la promessa del voto del 1836. Il rientro da Biandino si concluderà, dopo il canto delle litanie della Madonna, con un solenne Te Deum di ringraziamento in chiesa parrocchiale.
A.B.
Date evento
lunedì, 05 agosto 2024