Olimpiadi, di una volta/1: il fioretto d’oro di Irene Camber

Pur essendo nata a Trieste nel 1926,  Irene Camber Corno è da considerarsi lecchese d’adozione, avendo abitando per lungo periodo alla Rocca di Valmadrera-Malgrate, presso la sede del Centro Studi Impresa diretto con il marito ingegner Fabio Corno. Inizia da lei la mini rubrica dedicata ai nostri “concittadini” arrivati a partecipare ai Giochi, di una volta.
irene_camber.jpg (201 KB)Irene è stata medaglia d’oro della scherma-fioretto alle Olimpiadi di Helsinki del 1952; ha ottenuto la medaglia di bronzo a quelle di Roma nel 1960. La sua prima Olimpiade è stata quella di Londra nel  1948; nel 1972 era alle Olimpiadi di Monaco come dirigente sportivo. Sono state le Olimpiadi funestate dalla tragedia del terrorismo contro un gruppo di atleti della Nazionale di Israele.

Sulla Rocca che domina  lo stupendo panorama del tratto terminale del Lario con il lago di Lecco, nella sede del CIS, Irene ricordava i giorni delle Olimpiadi, la bandiera tricolore issata sui pennoni, l’entusiasmo degli italiani presenti per i successi degli azzurri.

Irene non partecipò alle Olimpiadi di Melbourne 1956 perché si era appena sposata. Tornò a gareggiate nel 1960 a Roma quando era già mamma di due figli: conquistò la medaglia di bronzo. Oltre ai risultati individuali c’è da segnalare i successi nelle formazioni a squadre di fioretti di Irene Camber, che passano da Parigi al Lussemburgo, da Copenaghen a Buenos Aires. E’ stata più volte vincitrice del campionato italiano di fioretto, nell’individuale e nelle squadre.

Nei ricordi del fioretto d’oro e della scherma Irene sottolineava che lo sport insegna un senso di disciplina che serve sempre nella vita. C’è in questo ultimo un impegno a rispettare l’avversario, a lottare con sacrificio, a non attribuire ai giudici gli insuccessi ed i risultati insufficienti. Era un insegnamento di vita che poteva valere per Irene Camber anche nell’attività del Centro Studi Impresa sulla Rocca di Valmadrera: i manager venivano per migliorare la professionalità del lavoro e della competitività e dovevano impegnarsi come sulle pedane dei giochi delle Olimpiadi nella scherma, ma anche nelle altre discipline agonistiche.

Irene è deceduta a Lissone il 23 febbraio 2024; alla cerimonia funebre ha partecipato una delegazione della città di Valmadrera, guidata dal sindaco Antonio Rusconi.

A.B.
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