Mandello: alla sorgente del Meria con Lario Reti Holding

Porte aperte alla sorgente del Meria, il torrente che attraversa Mandello e che i più conoscono soprattutto per la foce dove si va a rinfrescarsi in questi giorni di canicola estiva.
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La sorgente del Meria

Nel pomeriggio di ieri, 2 agosto, il Comune di Mandello e Lario Reti Holding (la società pubblica che gestisce acquedotti e fognature della provincia) hanno appunto promosso una visita guidata al casello di captazione dell’acqua che da oltre un secolo, in maniera più o meno costante, alimenta almeno una parte di Mandello. L’intenzione era quella proprio di mostrare il luogo dove sgorga l’acqua che disseta i mandellesi.
Una trentina i partecipanti all’iniziativa. Tra di loro anche lo stesso sindaco mandellese Riccardo Fasoli e il presidente di Lario Reti Lelio Cavallier.
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Il tecnico Marco Rusconi, Lelio Cavallier e Riccardo Fasoli

La sorgente si trova a una mezz’ora a piedi dalla frazione di Rongio. Già nell’Ottocento, come detto, era utilizzata ed era conosciuta come la sorgente di Somana Vecchia, rimasta in funzione fino agli anni Cinquanta del Novecento per riprendere a funzionare una ventina d’anni dopo. E’ stato infatti tra gli anni Settanta e Ottanta che l’acqua del Meria è tornata a scorrere nelle tubature. Erano gli anni in cui Mandello andava estendendosi e diventando sempre più popolosa e le fonti idriche si erano rivelate insufficienti a soddisfare i picchi di richiesta durante la stagione estive, quando in alcune frazioni i rubinetti restavano in alcuni momenti all’asciutto. 
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Fino al 1991, la sorgente è stata usata saltuariamente, appunto nei momenti di maggior richiesta. Poi è diventata una fonte costante per l’acquedotto mandellese. Tra il 1999 e il 2000, gli impianti sono stati ulteriormente potenziati.
Naturalmente, non è l’unica fonte mandellese. L’acquedotto della cittadina, infatti, è alimentato complessivamente da tre sorgenti (Albi, Acqua Bianca e appunto Meria) e da cinque pozzi (uno a Olcio e quattro a Gera). 

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Quella del Meria – hanno detto i “ciceroni” durante la visita – è comunque tra le più belle e scenografiche sorgenti della rete idrica provinciale. E in provincia ad alimentare gli acquedotti pubblici ci sono 450 sorgenti e 90 pozzi, oltre agli impianti di Valmadrera che potabilizzano l’acqua del lago (pescata a una profondità di 32 metri nella baia di Paré) per alimentare i rubinetti di parte della Brianza. 
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Lario Reti Holding gestisce 2.600 chilometri di acquedotti e 1.800 di fognature. Vi fanno riferimenti tutti gli 84 Comuni della provincia lecchese, una trentina di quella comasca e una parte della Brianza monzese.
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L’acqua del Meria decanta nella sorgente e già al momento del suo convogliamento nelle tubature è potabile. Lo certificano le analisi e ai visitatori è stato offerto un bicchiere d’acqua raccolta proprio al suo sgorgare dalla roccia. Serve soprattutto la frazione di Luzzeno, mentre gli eventuali eccessi arrivano al centro di Mandello o nella parte bassa di Olcio.
D.C.
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