Lecco: alla critica Elena Scolari il premio 'Radicondoli per il teatro'

Premio “Radicondoli per il teatro” alla lecchese Elena Scolari per la categoria riservata ai “critici più sensibili al teatro che muta”. La consegna è avvenuta domenica scorsa, 28 luglio, a Radicondoli, il paese in provincia di Siena che dal 1986 ospita un importante festival di musica e teatro. Nell’ambito del quale, da quindici anni, viene assegnato un premio in base alle segnalazioni provenienti dallo stesso mondo teatrale (artisti e operatori del settore) che vanno a “maestri che sanno donare esperienza e saperi” e, alternativamente, a un progetto creativo e a un critico teatrale.
elena_scolari.jpeg (81 KB)
radicondoli1.jpeg (106 KB)
Elena Scolari e la targa ricevuta
Quest’anno, la giuria ha scelto di premiare – scegliendo tra le 88 segnalazioni pervenute - quale “maestro” Fausto Malcovati (docente di letteratura russa alla Statale di Milano, tra i massimi esperti di teatro e cultura russi) e quale “critica” appunto Elena Scolari. Un terzo riconoscimento (intitolato alla memoria di Valter Ferrara, ex direttore del Teatro Mercandante di Napoli) è andato infine al regista marchigiano Giacomo Lillù. 
Laureata in filosofia con la cattedra di estetica dello spettacolo alla Statale di Milano, Scolari lavora come assistente alle Gallerie d’arte Amedeo Porro e Raffaella Cortese di Milano, è direttrice organizzativa di “Teatro Invito” a Lecco e collabora con riviste specializzate on line e cartacee: dal 2007 al 2018 con “Eolo” che si rivolge al teatro per ragazzi, dal 2011 nella re4dazione di “Pac-Pane Acqua Culture” e del 2000 con la rivista “Hystrio” diretta da Claudia Cannella.
Naturalmente «è molto gratificante – dice - Si tratta di un riconoscimento a coloro che lavorano un po’ nell’ombra, come tutti i critici. Eppure hanno una loro importanza, se il teatro è la lettura del mondo e la critica una lettura del teatro».
Però – si obietta – la critica autentica non sembra godere di buona solute un po’ in tutti i settori: libri, cinema, musica, teatro. Più “marchette”, mentre le stroncature sono un ricordo d’altri tempi senza parlare della indiscutibile sudditanza nei confronti di grandi nomi, attori o registi che siano.
«Non bisogna generalizzare – la risposta - Soprattutto quando si parla del teatro che non muove certo le grandi cifre della musica o dell’editoria. E’ vero che la critica sui giornali di carta è piuttosto opaca. Ma da dieci o quindici anni molti critici riconosciuti sono passati alle riviste on line. Ce ne sono molte. Certo, non è semplice. Vanno cercate. Appunto, si lavora nell’ombra. Però ci sono persone, serie, competenti, magari non note per il nome, che vanno oltre la semplice recensione e allargano lo sguardo offrendo una panoramica per dire dove va il teatro in Italia. Dopo di che non ci si campa. Chi fa il critico, deve fare anche altro. Sulla deferenza verso i grandi, si tratta di consorterie esistite in altri tempi. Oggi non è più così frequente come in passato. Se si è un po’ più curiosi, si trovano le voci fuori dal coro».
Il Festival di Radicondoli dal 6 all'8 settembre prosegue il suo programma con una particolare attenzione alla nuova drammaturgia italiana con un campus per giovani attori, scrittori e registi, uno spazio interdisciplinare e multiculturale aperto al confronto fra i diversi professionisti dello spettacolo. In programma spettacoli e work in progress, alcuni testi ancora freschi di scrittura, altri come studi e un doveroso omaggio a un drammaturgo importante come Massimo Sgorbani scomparso recentemente con Federica Fracassi che recita in “Eva”, e la lettura di “Norma 44” con Antonella Miglioretto, Francesco Argirò, Laura Cravedi, un testo inedito di Dacia Maraini alla presenza dell'autrice.
D.C.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.