Omicidio di Esino: analizzati i reperti, Biffi resta in carcere

A tre mesi dall'omicidio, nei giorni scorsi, il materiale repertato sulla scena del crimine e posto in sequestro dai Carabinieri, intervenuti per i rilievi, è stato analizzato dai colleghi del RIS di Parma, come disposto dalla Procura nell'ambito dell'indagine a carico di Luciano Biffi, il 70enne esinese, reo confesso.
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Agli accertamenti non hanno partecipato consulenti nominati dalla difesa: l'avvocato Giorgio Pagnoncelli, non ha ritenuto di avvalersi, in questa fase, di professionisti di parte, attendendo dunque di poter poi leggere le considerazioni dei periti incaricati dal sostituto procuratore Giulia Angeleri, titolare del fascicolo, aperto a quattro mani inizialmente con il "Capo" Ezio Domenico Basso, prima del trasferimento della giovane magistrata a Bergamo, sua nuova sede. 
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La vittima, "Gigi" Beghetto

Queste le - poche - novità trapelate al riguardo del feroce fatto di sangue che ha sconvolto la piccola comunità di Esino, svegliata, la mattina di domenica 21 aprile scorso, dal suono delle sirene e dal volteggiare dell'elisoccorso, fatto decollare con l'intento di evacuare celermente un ferito. Nessuno è stato però caricato a bordo dell'eliambulanza. L'assessore Pierluigi Beghetto, 53 anni, padre di due figli, apicoltore per passione e volontario in diversi sodalizi del paese per avendo altrove la residenza, all'arrivo dei sanitari era già esanime davanti a casa, con il corpo martoriato da ferite, inferte probabilmente con un falcetto. 
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Luciano Biffi, in una foto scattata il giorno dell'interrogatorio di garanzia

Le prime ammissioni di Biffi arrivano già nelle ore successive, sentito dal PM. E per ben 50 minuti, poi, il 70enne, l'indomani risponde anche al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecco, che il giorno successivo firma una ordinanza con la quale, all'esito dell'interrogatorio di garanzia, convalida l'arresto del 70enne e, riconoscendo la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari così come formulate dalla Procura, applica nei suoi confronti la misura cautelare della custodia in carcere, con la sola eccezione, delle aggravanti della premeditazione e delle sevizie ascritte all'uomo, invece, in prima battuta dalla magistratura inquirente. Siamo al 24 aprile. Biffi dopo una veloce permanenza a Pescarenico, si trova tutt'ora in carcere a Monza, dove il suo legale gli fa visita ogni settimana, in attesa di sviluppi, attesi, a questo punto, non prima di settembre.
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