Professore-ciclista ospitato per una notte a San Giovanni ricambia recitando Dante
Una serata dantesca in cambio dell’ospitalità per una notte. Da quattro anni, le estati di Giorgio Battistella, 53 anni, insegnante di religione a Treviso, sono così: un lungo giro in bicicletta, ricambiando appunto l’offerta di un letto per la notte con una “lezione” sulla Divina Commedia. E in questi giorni, il tour di Battistella sulle strade dei grandi laghi del Nord Italia ha fatto tappa anche nel Lecchese. Martedì sera si è fermato a Dervio ospite della Pro loco, ieri sera è stato invece alla parrocchia di San Giovanni nel capoluogo.
Prima di prendere, questa mattina, la via di Chiasso dove si fermerà un giorno a riposare appoggiandosi a un’associazione di volontariato che si occupa di una scuola in Nepal (e domani sera presenterà il suo Dante nel Parco delle gole del Breggia nella cittadina svizzera di confine).
Di Dante e della bicicletta, Battistella è sempre stato appassionato, ma l’idea del “tour dantesco” è nata nel 2021, l’anno delle celebrazioni per i settecento anni della morte del sommo poeta. Quell’anno ha percorso le strade di Marche, Umbria e Toscana. Nel 2022, invece, è sceso in Puglia, mentre l’anno scorso ha costeggiato il Mar Tirreno dalla Liguria alla Calabria. Quest’anno, appunto, il Tour dei grandi laghi del Nord Italia, partendo il 14 luglio per concludere a Ferragosto, spingendosi fino ad Aosta. Nel frattempo, tra l’altro, è stato costretto a cambiare la bicicletta.
Quella che inforca ora si chiama “Foggia equità” perché acquistata grazie alla generosità dei foggiani. E’ successo, infatti, che nella città pugliese dove si era concluso il tour del 2022, la sera prima di partire in treno per ritornare a casa, qualcuno gli ha rubato la due ruote. Gli amici foggiani che l’avevano ospitato si sono quindi mobilitati, hanno promosso una colletta e gli hanno poi inviato il denaro raccolto con il quale Battistella si è appunto comprato la bici nuova, ieri parcheggiata nella sacrestia della parrocchia di San Giovanni.
Delle sue esperienze, dice che la “formula” ha funzionato sempre, per quanto le difficoltà non siano poche. Per organizzare il tour, infatti, occorrono mesi. «Per prima cosa – dice – mi rivolgo alle amministrazioni pubbliche, agli assessori alla cultura, che il più delle volte non rispondono. Non sono certo una persona famosa e quindi c’è molta diffidenza. Quando mi presento, non riscontro un grande interesse: Dante non attira le folle. Soprattutto durante le vacanze estive. Ma quando faccio le serate, riscontro un buon gradimento da parte del pubblico. Debbo dire che su trenta persone che mi dicono sì, almeno il triplo mi dice di no: le parrocchie mi aiutano di più, ma anche tante associazioni».
Nella tappa di San Giovanni, ospite del parroco don Claudio Maggioni, ha presentato le prime dieci terzine del Canto XI del Purgatorio: è il momento in cui, nel suo viaggio nell’Oltretomba, Dante s’imbatte nei superbi costretti a girare in tondo con un peso sulla schiena che li costringe a tenere gli occhi bassi quando per una vita hanno guardato il mondo e gli altri dall’alto. E mentre girano in tondo recitano la preghiera del “Padre Nostro” che Dante riprende e spiega a modo suo: «O Padre nostro che ne’ cieli stai,…»
Al pubblico presente, Battistella ha spiegato come inizialmente era solito recitare un canto intero e poi di aver preferito tagliare «perché è meglio mangiare meno e gustare di più» e cioè soffermarsi su poche parole e approfondirle meglio. «E più passa il tempo, più accorcio. Finirò con il recitare solo una terzina o solo una frase…»
Prima di recitare il brano, lo ha spiegato, non soltanto traducendo in parole comprensibili l’ostico italiano trecentesco di Dante, ma anche approfondendo i concetti di natura teologica a sottolineare la grandezza filosofica e non solo poetica della “Divina Commedia”.
Inoltre, ai lecchesi ha voluto riservare anche una sorpresa: «Venendo a Lecco, ho pensato che qui il vero padrone di casa non è Dante bensì Manzoni». E allora ha pensato di chiudere la serata recitando il brano dell’”Addio Monti”.
Prima di prendere, questa mattina, la via di Chiasso dove si fermerà un giorno a riposare appoggiandosi a un’associazione di volontariato che si occupa di una scuola in Nepal (e domani sera presenterà il suo Dante nel Parco delle gole del Breggia nella cittadina svizzera di confine).
Di Dante e della bicicletta, Battistella è sempre stato appassionato, ma l’idea del “tour dantesco” è nata nel 2021, l’anno delle celebrazioni per i settecento anni della morte del sommo poeta. Quell’anno ha percorso le strade di Marche, Umbria e Toscana. Nel 2022, invece, è sceso in Puglia, mentre l’anno scorso ha costeggiato il Mar Tirreno dalla Liguria alla Calabria. Quest’anno, appunto, il Tour dei grandi laghi del Nord Italia, partendo il 14 luglio per concludere a Ferragosto, spingendosi fino ad Aosta. Nel frattempo, tra l’altro, è stato costretto a cambiare la bicicletta.
Quella che inforca ora si chiama “Foggia equità” perché acquistata grazie alla generosità dei foggiani. E’ successo, infatti, che nella città pugliese dove si era concluso il tour del 2022, la sera prima di partire in treno per ritornare a casa, qualcuno gli ha rubato la due ruote. Gli amici foggiani che l’avevano ospitato si sono quindi mobilitati, hanno promosso una colletta e gli hanno poi inviato il denaro raccolto con il quale Battistella si è appunto comprato la bici nuova, ieri parcheggiata nella sacrestia della parrocchia di San Giovanni.
Delle sue esperienze, dice che la “formula” ha funzionato sempre, per quanto le difficoltà non siano poche. Per organizzare il tour, infatti, occorrono mesi. «Per prima cosa – dice – mi rivolgo alle amministrazioni pubbliche, agli assessori alla cultura, che il più delle volte non rispondono. Non sono certo una persona famosa e quindi c’è molta diffidenza. Quando mi presento, non riscontro un grande interesse: Dante non attira le folle. Soprattutto durante le vacanze estive. Ma quando faccio le serate, riscontro un buon gradimento da parte del pubblico. Debbo dire che su trenta persone che mi dicono sì, almeno il triplo mi dice di no: le parrocchie mi aiutano di più, ma anche tante associazioni».
Nella tappa di San Giovanni, ospite del parroco don Claudio Maggioni, ha presentato le prime dieci terzine del Canto XI del Purgatorio: è il momento in cui, nel suo viaggio nell’Oltretomba, Dante s’imbatte nei superbi costretti a girare in tondo con un peso sulla schiena che li costringe a tenere gli occhi bassi quando per una vita hanno guardato il mondo e gli altri dall’alto. E mentre girano in tondo recitano la preghiera del “Padre Nostro” che Dante riprende e spiega a modo suo: «O Padre nostro che ne’ cieli stai,…»
Al pubblico presente, Battistella ha spiegato come inizialmente era solito recitare un canto intero e poi di aver preferito tagliare «perché è meglio mangiare meno e gustare di più» e cioè soffermarsi su poche parole e approfondirle meglio. «E più passa il tempo, più accorcio. Finirò con il recitare solo una terzina o solo una frase…»
Prima di recitare il brano, lo ha spiegato, non soltanto traducendo in parole comprensibili l’ostico italiano trecentesco di Dante, ma anche approfondendo i concetti di natura teologica a sottolineare la grandezza filosofica e non solo poetica della “Divina Commedia”.
Inoltre, ai lecchesi ha voluto riservare anche una sorpresa: «Venendo a Lecco, ho pensato che qui il vero padrone di casa non è Dante bensì Manzoni». E allora ha pensato di chiudere la serata recitando il brano dell’”Addio Monti”.
D.C.