Inspiegabile silenzio della politica sui sei anni di rincari in arrivo nelle bollette dell’acqua
La notizia è passata quasi in sordina e forse qualcuno in fondo aveva sperato che così fosse. Nell’arco dei prossimi 6 anni i cittadini lecchesi dell’intera provincia vedranno le loro bollette aumentare annualmente del 5-6%.
Annualmente. Per sei anni.
A confermarlo è stata in Consiglio provinciale la relazione del presidente dell’Ufficio d’ambito di Lecco, che ha fatto seguito al parere espresso dalla Conferenza dei sindaci all’inizio del giugno scorso.
Certo, ci si è affrettati a spiegare, gli incrementi sono legati a diversi milioni di “costi imprevisti” registrati negli ultimi due anni oltre che a un’importante e senz’altro encomiabile programma di investimenti che verrà messo in campo da qui al 2045.
Lascia però assai perplessi e amareggiati la relativa e incredibile tranquillità con cui si dà per scontato e si riconosce in fondo come del tutto tollerabile, per non dire normale, il fatto che a fare letteralmente le spese di tutto questo saranno, verrebbe da dire come sempre, i cittadini lecchesi, che si troveranno automaticamente di anno in anno una bolletta sempre più pesante.
Del resto le perplessità si amplificano quando si va a leggere il verbale della seduta del 5 giugno scorso della Conferenza dei sindaci all’interno dell’Ambito territoriale, seduta al cui ordine del giorno c’era proprio tra gli altri punti anche l’espressione di parere sulla predisposizione della tariffa del servizio idrico integrato 2024-2029. Ebbene, su 87 Comuni della Provincia di Lecco, i presenti (tramite i sindaci o i loro rappresentanti) erano solo 50 su 84. Di questi 50, con riferimento al piano tariffario, a votare a favore sono stati praticamente tutti, 47, con solo 3 astenuti e neppure un voto contrario.
Appare dunque assordante il silenzio, per non dire l’indifferenza, con cui tale provvedimento è stato considerato e accolto. Il che significa che praticamente tutte le maggiori forze politiche locali pare non si siano interrogate sul punto di vista – verrebbe da dire sulle conseguenze nelle tasche - dei cittadini e delle famiglie. Che si tratti di un tema scomodo, molto tecnico e certamente poco appagante in termini elettorali è evidente ai più; che ci si possa permettere di non interrogarsi di fronte all’ennesimo balzello appare però piuttosto indecoroso. Lo è, peraltro, se si considera che questo non è che l’ultimo (per ora) dei sacrifici chiesti ai cittadini, in questi anni, colpiti, a stipendi rigorosamente fermi o poco più, da ogni genere di aumento e di shock economico, dal Covid alla guerra, dai rincari energetici ai ritocchi all’insù di addizionali Irpef e tariffe dei servizi.
Come rappresentanti dei cittadini all’interno del Consiglio comunale di Lecco (città capoluogo che all’interno della Conferenza di giugno si è espressa anch’essa a favore degli aumenti con il suo peso specifico di ben 47mila voti), riteniamo nel nostro piccolo di non poter ignorare questa vicenda e ci permettiamo di invitare costruttivamente ad aprire un dibattito che coinvolga tutti i sindaci dei comuni della provincia e tutti i relativi rappresentanti eletti dai cittadini, affinchè si trovino forme alternative per sostenere i maggiori costi e i pur necessari investimenti scongiurando il pesante rincaro per le famiglie.
Si tratta forse di un appello tardivo, giacchè il parere positivo è ormai stato dato dai sindaci, ma tant’è. Tuttavia, ci chiediamo noi, prima di dare l’ok agli aumenti nelle bollette, non sarebbe forse stato utile e opportuno almeno un confronto all’interno dei rispettivi Consigli comunali?
Annualmente. Per sei anni.
A confermarlo è stata in Consiglio provinciale la relazione del presidente dell’Ufficio d’ambito di Lecco, che ha fatto seguito al parere espresso dalla Conferenza dei sindaci all’inizio del giugno scorso.
Certo, ci si è affrettati a spiegare, gli incrementi sono legati a diversi milioni di “costi imprevisti” registrati negli ultimi due anni oltre che a un’importante e senz’altro encomiabile programma di investimenti che verrà messo in campo da qui al 2045.
Lascia però assai perplessi e amareggiati la relativa e incredibile tranquillità con cui si dà per scontato e si riconosce in fondo come del tutto tollerabile, per non dire normale, il fatto che a fare letteralmente le spese di tutto questo saranno, verrebbe da dire come sempre, i cittadini lecchesi, che si troveranno automaticamente di anno in anno una bolletta sempre più pesante.
Del resto le perplessità si amplificano quando si va a leggere il verbale della seduta del 5 giugno scorso della Conferenza dei sindaci all’interno dell’Ambito territoriale, seduta al cui ordine del giorno c’era proprio tra gli altri punti anche l’espressione di parere sulla predisposizione della tariffa del servizio idrico integrato 2024-2029. Ebbene, su 87 Comuni della Provincia di Lecco, i presenti (tramite i sindaci o i loro rappresentanti) erano solo 50 su 84. Di questi 50, con riferimento al piano tariffario, a votare a favore sono stati praticamente tutti, 47, con solo 3 astenuti e neppure un voto contrario.
Appare dunque assordante il silenzio, per non dire l’indifferenza, con cui tale provvedimento è stato considerato e accolto. Il che significa che praticamente tutte le maggiori forze politiche locali pare non si siano interrogate sul punto di vista – verrebbe da dire sulle conseguenze nelle tasche - dei cittadini e delle famiglie. Che si tratti di un tema scomodo, molto tecnico e certamente poco appagante in termini elettorali è evidente ai più; che ci si possa permettere di non interrogarsi di fronte all’ennesimo balzello appare però piuttosto indecoroso. Lo è, peraltro, se si considera che questo non è che l’ultimo (per ora) dei sacrifici chiesti ai cittadini, in questi anni, colpiti, a stipendi rigorosamente fermi o poco più, da ogni genere di aumento e di shock economico, dal Covid alla guerra, dai rincari energetici ai ritocchi all’insù di addizionali Irpef e tariffe dei servizi.
Come rappresentanti dei cittadini all’interno del Consiglio comunale di Lecco (città capoluogo che all’interno della Conferenza di giugno si è espressa anch’essa a favore degli aumenti con il suo peso specifico di ben 47mila voti), riteniamo nel nostro piccolo di non poter ignorare questa vicenda e ci permettiamo di invitare costruttivamente ad aprire un dibattito che coinvolga tutti i sindaci dei comuni della provincia e tutti i relativi rappresentanti eletti dai cittadini, affinchè si trovino forme alternative per sostenere i maggiori costi e i pur necessari investimenti scongiurando il pesante rincaro per le famiglie.
Si tratta forse di un appello tardivo, giacchè il parere positivo è ormai stato dato dai sindaci, ma tant’è. Tuttavia, ci chiediamo noi, prima di dare l’ok agli aumenti nelle bollette, non sarebbe forse stato utile e opportuno almeno un confronto all’interno dei rispettivi Consigli comunali?
Clara Fusi e Giovanni Tagliaferri, Consiglieri comunali di Lecco - Gruppo Misto