Galbiate: grande festa per i cento anni del Gruppo Alpini Monte Barro. 'Il nostro obiettivo è quello di essere forza positiva della comunità'
Quel "W gli Alpini" gridato a più riprese, tra gli applausi, dai tanti concittadini che, nonostante il gran caldo, hanno seguito, da bordo strada, la sfilata, ha, più di tante altre parole, reso "tangibile quanto questo gruppo sia amato". Lo ha sottolineato, nel suo intervento dal palco, la Presidente della Provincia Alessandra Hofmann.
E ha fatto bene. Perché, l'affetto di un paese lo si conquista dando dimostrazione, nel tempo, di esserci, di saper fare e fare bene. E in cento gloriosi anni di storia, da quel 1924 quando un manipolo di reduci decise di istituire "la Combattenti", questo è ciò che il Gruppo Monte Barro ha evidentemente portato avanti.
"In sintesi - ha ribadito Tentori, parlando ad una ampia platea, con le sue penne nere affiancate dagli alfieri di svariati gruppi del territorio e non solo, oltre agli amministratori dei comuni del circondario e alle autorità, a cominciare da una delegazione di Alpini in armi - il nostro obiettivo è quello di essere forza positiva della nostra comunità, di crescere come individui e come gruppo nonché di continuare a onorare la tradizione, con passione".
Questo è anche ciò che il Presidente della Sezione ANA di Lecco - intervenuto alla cerimonia galbiatese con il direttivo, a scorta del Vessillo - ha chiesto ai 110 tesserati del Gruppo Monte Barro e a tutti gli Alpini di continuare a fare. "Cento anni - ha infatti sostenuto - sono una bella tappa. Tanto è stato fatto, ma tanto resta da fare. Come? Ci vuole spirito di Corpo", ha risposto, invitando ad essere una "cosa sola, granitici", guardando avanti senza dimenticare ciò che è stato, arrivando - in questo senso - a rimproverare anche i signori della terra che, evidentemente, nel governare, viste le tante tensione internazionali, non tengono conto o non vogliono tenere conto degli insegnamenti del passato. Da qui l'invito a trasmettere i valori propri degli Alpini, cominciando dalle famiglie e dalla comunità. "La pace - ha ricordato infatti Invernizzi - viene prima di tutto dalle nostre famiglie".
Ad ascoltarlo, nell'ampia platea, arricchita da due rappresentative in uniformi storiche nonché dal Coro Grigna (che ha allietato anche la santa messa presieduta dal parroco don Erasmo) e dalla Fanfara Star of Alps, anche tre colonne del Gruppo di Galbiate che la guerra, in gioventù, l'hanno vissuta in prima persona e che, in occasione del centesimo anniversario del sodalizio sono stati insigniti di un riconoscimento: Angelo Conti (classe 1930), Piero Galbani, per tutti Luigi (1935) e Giuseppe Riva (1933). Ha ritirato invece il genero la pergamena riservata anche a Osvaldo Tentori, altro “giovanotto” del 1935, rimasto... al mare.
“Con l'aiuto e il sostegno di tutti voi siamo certi di poter continuare a fare la differenza. Sono certo che queste intense quattro giornate di celebrazione del centenario, colme di storia e significato, rimarranno impresse nei ricordi di tutti e negli annali di Galbiate (…)” ha detto ancora Tentori, ringraziando chi ha reso possibile i festeggiamenti (e venendo pubblicamente sgridato dalla presidente del Parco Monte Barro Paola Golfari, per aver piantato diverse tende entro i confini del Parco stesso senza... chiedere preventivamente le necessarie autorizzazioni).
Rivolgendosi a tutti i “suoi” Alpini il capogruppo ha infine ammesso: “Ogni sfida affrontata è stata una esperienza indimenticabile, grazie per la vostra lealtà, per le risate condivise, per il sudore che avete versato e le mani tese nel momento del bisogno. Sono fiero di aver camminato al vostro fianco”.
Parole di apprezzamento sono arrivate anche dal sindaco Pier Giovanni Montanelli, dall'europarlamentare Pietro Fiocchi e dai consiglieri regionali presenti, con Gian Mario Fragomeli pronto con in cento anni le penne nere galbiatesi abbiamo rappresentato un pezzo di storia del paese e il collega Giacomo Zamperini come gli Alpini siano “l'orgoglio di questo territorio”. Evviva il Gruppo Monte Barro, dunque. E altri cento di questi giorni.
E ha fatto bene. Perché, l'affetto di un paese lo si conquista dando dimostrazione, nel tempo, di esserci, di saper fare e fare bene. E in cento gloriosi anni di storia, da quel 1924 quando un manipolo di reduci decise di istituire "la Combattenti", questo è ciò che il Gruppo Monte Barro ha evidentemente portato avanti.
Lo ha affermato, microfono alla mano, quest'oggi, nel giorno dei festeggiamenti per il Centenario di fondazione, anche il capogruppo Roberto Tentori, fino ad emozionarsi. "Per un secolo gli alpini di Galbiate - ha detto - hanno rappresentato non solo la tradizione di coraggio e dedizione, ma anche un simbolo vivente di comunità e fratellanza. Oggi mentre guardiamo indietro, agli anni trascorsi, ricordiamo i successi più recentemente raggiunti. In questi anni abbiamo lavorato insieme con un obiettivo comune, supportandoci a vicenda e superando ogni ostacolo. I momenti più significativi sono stati molti e ognuno ha lasciato un'impronta nel nostro spirito di Corpo" ha aggiunto, citando la realizzazione del Monumento al Monte Barro inaugurato nel 1975, "promemoria visibile del servizio e del sacrificio degli Alpini"; la ristrutturazione della baita che ha richiesto un ampio periodo, diventando, dal 1976 punto di ristoro per chi frequenta il Parco regionale; i lavori sostenuti dal 1998 al 2001 per la nuova sede al Parco Marselli, permettendo la riapertura dello stesso in favore della comunità per eventi e feste; la conservazione e manutenzione dei sentieri e delle aree montane, che - è stato evidenziato - "rimangono una priorità costante".
"In sintesi - ha ribadito Tentori, parlando ad una ampia platea, con le sue penne nere affiancate dagli alfieri di svariati gruppi del territorio e non solo, oltre agli amministratori dei comuni del circondario e alle autorità, a cominciare da una delegazione di Alpini in armi - il nostro obiettivo è quello di essere forza positiva della nostra comunità, di crescere come individui e come gruppo nonché di continuare a onorare la tradizione, con passione".
Questo è anche ciò che il Presidente della Sezione ANA di Lecco - intervenuto alla cerimonia galbiatese con il direttivo, a scorta del Vessillo - ha chiesto ai 110 tesserati del Gruppo Monte Barro e a tutti gli Alpini di continuare a fare. "Cento anni - ha infatti sostenuto - sono una bella tappa. Tanto è stato fatto, ma tanto resta da fare. Come? Ci vuole spirito di Corpo", ha risposto, invitando ad essere una "cosa sola, granitici", guardando avanti senza dimenticare ciò che è stato, arrivando - in questo senso - a rimproverare anche i signori della terra che, evidentemente, nel governare, viste le tante tensione internazionali, non tengono conto o non vogliono tenere conto degli insegnamenti del passato. Da qui l'invito a trasmettere i valori propri degli Alpini, cominciando dalle famiglie e dalla comunità. "La pace - ha ricordato infatti Invernizzi - viene prima di tutto dalle nostre famiglie".
Ad ascoltarlo, nell'ampia platea, arricchita da due rappresentative in uniformi storiche nonché dal Coro Grigna (che ha allietato anche la santa messa presieduta dal parroco don Erasmo) e dalla Fanfara Star of Alps, anche tre colonne del Gruppo di Galbiate che la guerra, in gioventù, l'hanno vissuta in prima persona e che, in occasione del centesimo anniversario del sodalizio sono stati insigniti di un riconoscimento: Angelo Conti (classe 1930), Piero Galbani, per tutti Luigi (1935) e Giuseppe Riva (1933). Ha ritirato invece il genero la pergamena riservata anche a Osvaldo Tentori, altro “giovanotto” del 1935, rimasto... al mare.
“Con l'aiuto e il sostegno di tutti voi siamo certi di poter continuare a fare la differenza. Sono certo che queste intense quattro giornate di celebrazione del centenario, colme di storia e significato, rimarranno impresse nei ricordi di tutti e negli annali di Galbiate (…)” ha detto ancora Tentori, ringraziando chi ha reso possibile i festeggiamenti (e venendo pubblicamente sgridato dalla presidente del Parco Monte Barro Paola Golfari, per aver piantato diverse tende entro i confini del Parco stesso senza... chiedere preventivamente le necessarie autorizzazioni).
Rivolgendosi a tutti i “suoi” Alpini il capogruppo ha infine ammesso: “Ogni sfida affrontata è stata una esperienza indimenticabile, grazie per la vostra lealtà, per le risate condivise, per il sudore che avete versato e le mani tese nel momento del bisogno. Sono fiero di aver camminato al vostro fianco”.
Parole di apprezzamento sono arrivate anche dal sindaco Pier Giovanni Montanelli, dall'europarlamentare Pietro Fiocchi e dai consiglieri regionali presenti, con Gian Mario Fragomeli pronto con in cento anni le penne nere galbiatesi abbiamo rappresentato un pezzo di storia del paese e il collega Giacomo Zamperini come gli Alpini siano “l'orgoglio di questo territorio”. Evviva il Gruppo Monte Barro, dunque. E altri cento di questi giorni.
A.M.