Lecco: in Comune mancano almeno 20 persone all'organico, un "esodo" negli ultimi anni
La presentazione del Documento unico di programmazione in commissione seconda martedì sera, è stata l’occasione per tornare a discutere di un aspetto delicato che riguarda il Comune di Lecco, ovvero il personale. Tra i cinque punti “salienti” illustrati brevemente in aula dal sindaco Mauro Gattinoni, uno riguarda proprio la situazione dei dipendenti dell’ente che al 31 maggio 2024 erano 283, ma dopo l’ultima finestra pensionistica sono scesi a 275, così ripartiti: il segretario, sei dirigenti, 71 funzionari, 143 istruttori e 62 operatori esperti. “A regime” Palazzo Bovara avrebbe bisogno di una macchina di 295 persone, ne mancano quindi una ventina, con le carenze più evidenti tra i funzionari e gli istruttori.
Un tema che ha fatto appassionare i consiglieri: “Ricordo che nella passata consiliatura i dipendenti comunali erano oltre trecento, al di là del dato qualitativo, qual è la distanza tra il fabbisogno e la realtà?” ha domandato Andrea Frigerio di Fattore Lecco. Impietosa l’analisi del portavoce di Appello per Lecco Corrado Valsecchi: “Nel settembre del 2020 il personale era composto da 319 unità, quindi abbiamo avuto un decremento di 51 persone. È un esodo importantissimo che si vede nella mancata capacità di programmazione, di fare delibere e quindi commissioni e consigli comunali. C’è un fabbisogno di 28 persone e la colpa non è sempre di chi non viene a lavorare per il Comune, c’è anche problema di appetibilità che è venuta un po’ a mancare. Io non so dire se c’è una differenza di qualità tra chi se ne è andato e chi è arrivato, quello che si vede è una carenza di personale e di capacità di controllo”.
Il consigliere Simone Brigatti (Lecco ideale - Lecco merita di più) ha chiesto se la diminuzione del personale registrata nel tempo sia frutto di un’attività di efficientamento della macchina comunale oppure sia un problema di difficoltà nel reperire il personale. A questo proposito Alberto Anghileri (Con la sinistra cambia Lecco) ha sottolineato come oggi non sia “vantaggioso” lavorare nel pubblico, chiedendo se esistono dei margini di manovra per rendere più “attrattivo” il posto in Comune dal punto di vista retributivo.
Il sindaco ha cercato di inquadrare il problema: “Sicuramente il comparto pubblico è meno attrattivo a livello salariale e la carenza di personale è un problema comune. Tuttavia la maggior parte delle persone che partecipano a un concorso per lavorare al Comune di Lecco non lo fanno come ripiego, ma per scelta convinta. L’indicatore numerico è un cattivo indicatore di performance perché non è detto che il calo numerico sia negativo se è accompagnato da un aumento della produttività e la produttività in questi quattro anni è aumentata. Abbiamo dovuto affrontare un turnover enorme, solo l’anno scorso sono andate in pensione 45 persone e nell’inserimento del nuovo personale abbiamo cercato di adottare metodi nuovi, più efficienti, che hanno reso più efficienti anche i processi. Il fatto di aver lavorato sui processi ci ha permesso di razionalizzare anche i diversi compiti, andando a identificare e isolare competenze specifiche, separandole da quelle meno specializzate. Dal punto di vista dell’attrattività abbiamo previsto per alcune categorie di lavoratori lo smart working”.
Un tema che ha fatto appassionare i consiglieri: “Ricordo che nella passata consiliatura i dipendenti comunali erano oltre trecento, al di là del dato qualitativo, qual è la distanza tra il fabbisogno e la realtà?” ha domandato Andrea Frigerio di Fattore Lecco. Impietosa l’analisi del portavoce di Appello per Lecco Corrado Valsecchi: “Nel settembre del 2020 il personale era composto da 319 unità, quindi abbiamo avuto un decremento di 51 persone. È un esodo importantissimo che si vede nella mancata capacità di programmazione, di fare delibere e quindi commissioni e consigli comunali. C’è un fabbisogno di 28 persone e la colpa non è sempre di chi non viene a lavorare per il Comune, c’è anche problema di appetibilità che è venuta un po’ a mancare. Io non so dire se c’è una differenza di qualità tra chi se ne è andato e chi è arrivato, quello che si vede è una carenza di personale e di capacità di controllo”.
Il consigliere Simone Brigatti (Lecco ideale - Lecco merita di più) ha chiesto se la diminuzione del personale registrata nel tempo sia frutto di un’attività di efficientamento della macchina comunale oppure sia un problema di difficoltà nel reperire il personale. A questo proposito Alberto Anghileri (Con la sinistra cambia Lecco) ha sottolineato come oggi non sia “vantaggioso” lavorare nel pubblico, chiedendo se esistono dei margini di manovra per rendere più “attrattivo” il posto in Comune dal punto di vista retributivo.
Il sindaco ha cercato di inquadrare il problema: “Sicuramente il comparto pubblico è meno attrattivo a livello salariale e la carenza di personale è un problema comune. Tuttavia la maggior parte delle persone che partecipano a un concorso per lavorare al Comune di Lecco non lo fanno come ripiego, ma per scelta convinta. L’indicatore numerico è un cattivo indicatore di performance perché non è detto che il calo numerico sia negativo se è accompagnato da un aumento della produttività e la produttività in questi quattro anni è aumentata. Abbiamo dovuto affrontare un turnover enorme, solo l’anno scorso sono andate in pensione 45 persone e nell’inserimento del nuovo personale abbiamo cercato di adottare metodi nuovi, più efficienti, che hanno reso più efficienti anche i processi. Il fatto di aver lavorato sui processi ci ha permesso di razionalizzare anche i diversi compiti, andando a identificare e isolare competenze specifiche, separandole da quelle meno specializzate. Dal punto di vista dell’attrattività abbiamo previsto per alcune categorie di lavoratori lo smart working”.
M.V.