Rossino: 'Luisì de la Roca' compie 100 anni, festa in musica
Nonno Luigi ha compiuto 100 anni. Da ieri Calolzio annovera un nuovo centenario. E' Luigi Bolis, da sempre di Rossino. Per festeggiare l'importante ricorrenza ha ricevuto, come ormai tradizione, la visita dell'assessore ai servizi sociali Tina Balossi, in rappresentanza dell'amministrazione comunale. Ma a fare festa con e per lui erano davvero in tanti tra parenti e conoscenti.
Presente anche il gruppo musicale "Gabriele e i suoi amici" che annovera tra le proprie fila il nipote Dario: il gruppo, capace di entrare subito in sintonia con gli anziani e spesso impegnato in esibizioni nelle Rsa del territorio, con le sue canzoni ha contribuito ad allietare la giornata.
E nonno Luigi ha apprezzato, accompagnando con gesti e parole le melodie che lui stesso ha selezionato per essere eseguite. Una in particolare è stata sollecitata dal neo-centenario: "Mamma son tanto felice", perché, ha confessato all'assessore Balossi "questa è la mia canzone, la più importante". Un modo anche per ricordare sua madre ed il gesto d'amore compiuto dalla donna prima che il suo Luigi partisse per la guerra: "a mia insaputa - racconta il calolziese - ha cucito all'interno della maglia l'immagine della Madonna: sono sicuro che proprio grazie a questa Madonnina mi sono salvato dai pericoli della guerra".
Una guerra che ancora ricorda nitidamente, come tutti coloro che l'hanno vissuta sulla loro pelle. "Mi hanno arruolato nella Regia Marina nel Reparto San Marco", dice tornando ad anni di miseria e distruzione. "Ho visto tanti morti, compagni ammazzati... niente è peggio della guerra e chi l'ha vissuta non la dimentica più".
Uomo dal carattere forte, fermo nelle proprie convinzioni, con una grande forza interiore che gli è servita per non mollare mai e per affrontare le avversità della vita. A volte burbero e poco incline a piacere per forza a tutti, selettivo nelle amicizie, abituato a fare più che a parlare: così Luigi viene descritto. "Rappresenta bene gli uomini della sua generazione" commenta l'assessore Balossi, con cui Bolis ha ripercorso altri frammenti della sua lunga esistenza, a cominciare dall'infanzia trascorsa con la sua numerosa famiglia d'origine - erano 7 fratelli - in una grande casa colonica di quattro locali e una ampia cantina dove papà Clemente produceva del buon vino.
Ad amministrare le finanze era però mamma Vittoria, da cui Luigi ha ereditato anche il soprannome "Luisì de la Roca", attribuitogli con riferimento a Somasca, luogo d'origine della donna. Severa e autoritaria, la madre era attenta a far quadrare i conti, basati sullo stipendio del marito, operaio alla Pirelli di Calolziocorte. "L'unica spesa extra era la benzina per il mio motorino, che usavo per andare a lavorare", ricorda nonno Luigi, con la quarta elementare in tasca (dopo essere stato alunno “un po' indisciplinato” dello zio Lorenzo, temibile insegnante di matematica), mandato poi in fabbrica già a 11 anni, con un primo impiego in una azienda di bottoni al Tovo.
Parlando della sua infanzia – dove non è mancata nemmeno la partecipazione alle attività del Sabato Fascista al Lavello - etichetta comunque quel periodo come sereno, con momenti di svago passati a giocare con gli amici in oratorio. I birilli, le bocce e soprattutto le carte la sua grande passione, che ha conservato poi per tutta la vita, tanto da conquistare nel 1950 il titolo di campione provinciale di scopa.
Diventato muratore, finì a lavorare anche in Svizzera. A 30 anni - altra data importante - il matrimonio con la sua Fulviana, conosciuta al Teatro di Rossino, con la festa di nozze organizzata poi all'Albergo Annunciata. Vedovo dal 2012, ha avuto tre figli: Giovanna, Giuseppe e Renato (con cui ora vive), 20 nipoti e 6 pronipoti di cui va fiero.
Che desiderio ha oggi nonno Luigi? "Arrivato a questa età - ha risposto interrogato dalla delegata dell'amministrazione Ghezzi - mi basta riuscire a sopportare gli acciacchi, non ho paura della morte, quando ero giovane l'ho vista diverse volte, ma l'ho sempre scampata bella. La fede e la preghiera alla Madonna e San Girolamo mi hanno sempre dato conforto. Spero che i giovani d'oggi possano trovare sostegno e conforto nella fede perché stanno vivendo un mondo bello, ma difficile".
Presente anche il gruppo musicale "Gabriele e i suoi amici" che annovera tra le proprie fila il nipote Dario: il gruppo, capace di entrare subito in sintonia con gli anziani e spesso impegnato in esibizioni nelle Rsa del territorio, con le sue canzoni ha contribuito ad allietare la giornata.
E nonno Luigi ha apprezzato, accompagnando con gesti e parole le melodie che lui stesso ha selezionato per essere eseguite. Una in particolare è stata sollecitata dal neo-centenario: "Mamma son tanto felice", perché, ha confessato all'assessore Balossi "questa è la mia canzone, la più importante". Un modo anche per ricordare sua madre ed il gesto d'amore compiuto dalla donna prima che il suo Luigi partisse per la guerra: "a mia insaputa - racconta il calolziese - ha cucito all'interno della maglia l'immagine della Madonna: sono sicuro che proprio grazie a questa Madonnina mi sono salvato dai pericoli della guerra".
Uomo dal carattere forte, fermo nelle proprie convinzioni, con una grande forza interiore che gli è servita per non mollare mai e per affrontare le avversità della vita. A volte burbero e poco incline a piacere per forza a tutti, selettivo nelle amicizie, abituato a fare più che a parlare: così Luigi viene descritto. "Rappresenta bene gli uomini della sua generazione" commenta l'assessore Balossi, con cui Bolis ha ripercorso altri frammenti della sua lunga esistenza, a cominciare dall'infanzia trascorsa con la sua numerosa famiglia d'origine - erano 7 fratelli - in una grande casa colonica di quattro locali e una ampia cantina dove papà Clemente produceva del buon vino.
Ad amministrare le finanze era però mamma Vittoria, da cui Luigi ha ereditato anche il soprannome "Luisì de la Roca", attribuitogli con riferimento a Somasca, luogo d'origine della donna. Severa e autoritaria, la madre era attenta a far quadrare i conti, basati sullo stipendio del marito, operaio alla Pirelli di Calolziocorte. "L'unica spesa extra era la benzina per il mio motorino, che usavo per andare a lavorare", ricorda nonno Luigi, con la quarta elementare in tasca (dopo essere stato alunno “un po' indisciplinato” dello zio Lorenzo, temibile insegnante di matematica), mandato poi in fabbrica già a 11 anni, con un primo impiego in una azienda di bottoni al Tovo.
Parlando della sua infanzia – dove non è mancata nemmeno la partecipazione alle attività del Sabato Fascista al Lavello - etichetta comunque quel periodo come sereno, con momenti di svago passati a giocare con gli amici in oratorio. I birilli, le bocce e soprattutto le carte la sua grande passione, che ha conservato poi per tutta la vita, tanto da conquistare nel 1950 il titolo di campione provinciale di scopa.
Diventato muratore, finì a lavorare anche in Svizzera. A 30 anni - altra data importante - il matrimonio con la sua Fulviana, conosciuta al Teatro di Rossino, con la festa di nozze organizzata poi all'Albergo Annunciata. Vedovo dal 2012, ha avuto tre figli: Giovanna, Giuseppe e Renato (con cui ora vive), 20 nipoti e 6 pronipoti di cui va fiero.
Che desiderio ha oggi nonno Luigi? "Arrivato a questa età - ha risposto interrogato dalla delegata dell'amministrazione Ghezzi - mi basta riuscire a sopportare gli acciacchi, non ho paura della morte, quando ero giovane l'ho vista diverse volte, ma l'ho sempre scampata bella. La fede e la preghiera alla Madonna e San Girolamo mi hanno sempre dato conforto. Spero che i giovani d'oggi possano trovare sostegno e conforto nella fede perché stanno vivendo un mondo bello, ma difficile".