Lecco ricorda le ''sue'' quattro vittime di Fossoli (Modena) a 80 anni dall'eccidio
12 luglio, 80 anni dopo. Nel pomeriggio odierno, dinnanzi ad una sparuta delegazione di cittadini, composta prevalentemente da appartenenti all'ANPI e all'Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi di guerra, con i presidenti Enrico Avagnina e Alessandra Anghileri, il Comune di Lecco ha ricordato Lino Ciceri (20 anni, di Acquate), Antonio Colombo (40 anni, di Germanedo), Luigi Frigerio (43 anni, di Laorca) e Franco Minonzio (33 anni, di Castello), assassinati, come altri 63 internati politici, dalle SS naziste al poligono di tiro di Cibeno, dopo essere stati prelevati dal Campo di concentramento di Fossoli, frazione di Carpi (Modena).
Già domenica scorsa, il consigliere Alberto Anghileri – presente anche oggi così come l'assessore Emanuele Manzoni nel cortile del palazzo municipale – ha preso parte all'annuale commemorazione sul luogo dell'eccidio.
Ma in occasione dell'80° anniversario di tale drammatica pagina della storia della nostra città, l'amministrazione comunale, oltre a esporre come sempre lo striscione dedicato ai quattro caduti, ha voluto anche dedicare loro un momento di memoria direttamente a Lecco.
Una cerimonia semplice ma doverosa come l'ha definita il sindaco Mauro Gattinoni, prendendo la parola dopo la lettura, da parte della nipote Anna, di una missiva inviata a casa, durante la prigionia, da Franco Minonzio.
''Lecco, Medaglia d'argento al valor militare per la Resistenza, vuole ricordare con forza quanto è stato, a maggior ragione in un momento storico come questo dove assistiamo all’assenza di condanna morale per chi inneggia al fascismo e al nazismo, dove venti di estrema destra soffiano sempre più forti, dove si arriva a pensare e a dire ad alta voce l’inimmaginabile. Ricordiamolo sempre: il fascismo fu un progetto criminale che mise in piedi un sistema di censura, sopraffazione e violenza, devastò famiglie e comunità intere, ebbe responsabilità enormi nella collaborazione con il regime nazista sia nella deportazione degli ebrei italiani sia nell’arresto, nella tortura e nell’uccisione di oppositori politici, minoranze, persone con disabilità fisiche e mentali''.
''La nostra Città non può e non vuole dimenticare. Lo deve a Lino, Antonio, Luigi, Franco e a tutte le vittime della dittatura fascista e dell’occupazione nazista ma anche a tutti quegli uomini e quelle donne che misero a rischio la propria vita per riconquistare la libertà e darci la democrazia'' ha detto il sindaco.
Citato anche l'attestato ritirato domenica da Anghileri. Un diploma di partecipazione all’iniziativa ''Pietre d’Inciampo per i 67 martiri di Fossoli'', a cui Lecco ha aderito con l’intenzione di posare nuove pietre d’inciampo in aggiunta a quelle già presenti in memoria di Lino Ciceri (e del padre Pietro) lungo la scalinata della Madonna di Lourdes in via Resegone ad Acquate nel 2019.
''Le tre pietre saranno poste alla memoria di Antonio Colombo, Luigi Frigerio e Franco Minonzio nel luogo, come recita l’attestato, ''ove ciascuno di loro ebbe l’ultima residenza da uomo libero''. Ecco, così li vogliamo ricordare oggi Antonio, Luigi, Franco e Lino: uomini liberi e coraggiosi. A noi tutti il compito di continuare a ricordare la loro storia''.
Già domenica scorsa, il consigliere Alberto Anghileri – presente anche oggi così come l'assessore Emanuele Manzoni nel cortile del palazzo municipale – ha preso parte all'annuale commemorazione sul luogo dell'eccidio.
Ma in occasione dell'80° anniversario di tale drammatica pagina della storia della nostra città, l'amministrazione comunale, oltre a esporre come sempre lo striscione dedicato ai quattro caduti, ha voluto anche dedicare loro un momento di memoria direttamente a Lecco.
Una cerimonia semplice ma doverosa come l'ha definita il sindaco Mauro Gattinoni, prendendo la parola dopo la lettura, da parte della nipote Anna, di una missiva inviata a casa, durante la prigionia, da Franco Minonzio.
''Lecco, Medaglia d'argento al valor militare per la Resistenza, vuole ricordare con forza quanto è stato, a maggior ragione in un momento storico come questo dove assistiamo all’assenza di condanna morale per chi inneggia al fascismo e al nazismo, dove venti di estrema destra soffiano sempre più forti, dove si arriva a pensare e a dire ad alta voce l’inimmaginabile. Ricordiamolo sempre: il fascismo fu un progetto criminale che mise in piedi un sistema di censura, sopraffazione e violenza, devastò famiglie e comunità intere, ebbe responsabilità enormi nella collaborazione con il regime nazista sia nella deportazione degli ebrei italiani sia nell’arresto, nella tortura e nell’uccisione di oppositori politici, minoranze, persone con disabilità fisiche e mentali''.
''La nostra Città non può e non vuole dimenticare. Lo deve a Lino, Antonio, Luigi, Franco e a tutte le vittime della dittatura fascista e dell’occupazione nazista ma anche a tutti quegli uomini e quelle donne che misero a rischio la propria vita per riconquistare la libertà e darci la democrazia'' ha detto il sindaco.
Citato anche l'attestato ritirato domenica da Anghileri. Un diploma di partecipazione all’iniziativa ''Pietre d’Inciampo per i 67 martiri di Fossoli'', a cui Lecco ha aderito con l’intenzione di posare nuove pietre d’inciampo in aggiunta a quelle già presenti in memoria di Lino Ciceri (e del padre Pietro) lungo la scalinata della Madonna di Lourdes in via Resegone ad Acquate nel 2019.
''Le tre pietre saranno poste alla memoria di Antonio Colombo, Luigi Frigerio e Franco Minonzio nel luogo, come recita l’attestato, ''ove ciascuno di loro ebbe l’ultima residenza da uomo libero''. Ecco, così li vogliamo ricordare oggi Antonio, Luigi, Franco e Lino: uomini liberi e coraggiosi. A noi tutti il compito di continuare a ricordare la loro storia''.