Ecomafia: nel Lecchese 133 reati ambientali nel 2023. 62 i denunciati e i 16 sequestri

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A 30 anni dal primo rapporto, Legambiente ha presentato l’11 luglio “Ecomafia 2024”: le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia relativi all’anno precedente. I dati – purtroppo – sono allarmanti. I reati ambientali sono aumentati del 15,6%. Si sono registrati complessivamente 35.487 illeciti penali, ossia una media di 97,2 reati al giorno che hanno fruttato agli ecomafiosi 8,8 miliardi di euro. 

Nella classifica degli illeciti domina il ciclo illegale del cemento, con 13.008 reati. Un +6,5% rispetto all’anno precedente. A preoccupare maggiormente a livello nazionale però è l’incredibile aumento dei reati nel ciclo dei rifiuti, che nel 2023 sono stati 9.309, registrando un  +66,1%. Al terzo posto poi i reati contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti. Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato.

Nel 2023 in Italia è aumentato anche il numero delle persone denunciate (34.481, +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%). Tra le regioni in cui si verificano più illeciti Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, dove si concentra il 43,5% degli illeciti penali, +3,8% rispetto al 2022. 

Tra le regioni del Nord però svetta sempre la Lombardia, dove nel 2023 si sono registrati 1.974 reati, sono state denunciate 1.907 persone, ne sono state arrestate 49 e sono avvenuti 554 sequestri. La provincia di Lecco è al quarto posto (in Lombardia) per numero di reati ambientali commessi: ben 133. Peggio solo Bergamo (144), Milano (147) e Brescia (304). Complessivamente nel Lecchese sono state denunciate 62 persone e sono stati eseguiti 16 sequestri. Non si è registrato però nessun arresto. 

Scendendo nel dettaglio, in Lombardia nel 2023 sono stati 880 i reati legati al ciclo del cemento. La provincia di Lecco si classifica ancora al quarto posto con 30 reati commessi. Davanti solo Milano (34), Varese (45) e Brescia (78). 27 le persone denunciate per questo tipo di reati a livello provinciale, 951 invece a livello regionale. 

Quarto posto per la provincia di Lecco anche nella classifica regionale di reati nel ciclo dei rifiuti nel 2023. In Lombardia ne sono stati commessi 566, di cui 53 solo nel Lecchese. Davanti Mantova (60), Brescia (74) e Milano (83). 623 le persone denunciate a livello regionale per questo tipo di reato, di cui 17 nel Lecchese. 49 gli arresti in Lombardia, ma nessuno in provincia di Lecco, dove però si sono registrati 3 sequestri tra i 274 eseguiti a livello regionale. 

Per quanto riguarda invece illegalità contro gli animali a livello regionale, nel 2023 Lecco si è affermata tra le provincie peggiori, classificandosi terza. Dei 303 reati commessi a livello regionale infatti 28 sono avvenuti nel Lecchese. Davanti solo Bergamo (44) e Brescia (134). Delle 204 persone denunciate in Lombardia, 9 nel Lecchese. 13 invece i sequestri. 


ota positiva invece per la vicina provincia di Monza e Brianza, che in ogni classifica di reati ambientali a livello regionale (nel 2023) è risultata sempre ultima, con numero bassissimo o pari a zero di reati commessi. Come Monza, anche Lodi.

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L’edizione Ecomafia 2024 è stata dedicata a Massimo Scalia, tra i fondatori di Legambiente e presidente delle prime due Commissioni parlamentari d’inchiesta sulle attività illecite nel ciclo dei rifiuti. A fronte dei dati emersi Legambiente chiede al Governo Meloni un impegno serio nella lotta alle ecomafie. Un messaggio che l’associazione ambientalista ha ribadito in occasione della presentazione dei dati anche con la sua Goletta Verde, campagna storica che monitora ogni estate lo stato di salute di mare e coste. Quindici le proposte che l’associazione ambientalista ha indirizzato all’Esecutivo per avvicinare il quadro normativo ai principi sanciti in Costituzione, di queste sei sono i pilastri su cui lavorare in maniera prioritaria: 1) Recepire quanto prima la nuova direttiva europea in materia di tutela penale dell’ambiente, approvata dal Parlamento europeo il 27 febbraio 2024, che introduce nuove fattispecie di reato rispetto a quelle già previste dal nostro Codice penale e prevede l’adozione di strategie nazionali contro la criminalità ambientale; 2) Introdurre nel Codice penale i delitti contro le agromafie; 3) Introdurre nel codice penale i delitti contro gli animali; 4) Restituire ai prefetti pieni poteri per la demolizione degli immobili che i Comuni non hanno abbattuto, a partire dall’ultimo condono edilizio; 5) Inasprire le sanzioni contro i reati nel ciclo dei rifiuti; 6) Completare l’approvazione dei decreti attuativi del Sistema nazionale di protezione ambientale e potenziare gli organici delle Agenzie regionali, per garantire controlli adeguati sul Pnrr e sulle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.
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