Valmadrera: pienone per 'Pietra dolce' di Valeria Tron

Si è tenuto giovedì 9 luglio presso il cortile del Centro Culturale Fatebenefratelli davanti ad un pubblico numeroso l’incontro con Valeria Tron, che ha presentato il libro Pietra dolce (seguito de L’equilibrio delle lucciole, finalista al Premio Strega lo scorso anno).
L’evento è stato introdotto dal sindaco di Valmadrera Cesare Colombo e dall’assessore alla cultura Raffaella Brioni, che hanno ringraziato in modo particolare Serena Casini della Libreria Volante di Lecco per la disponibilità nell'organizzazione di tale evento.
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Valeria Tron intervistata da Serena Casini

"In questa occasione - spiega l'assessore Raffaella Brioni - è stato presentato anche il nuovo progetto di festival itinerante, intitolato “Raccontami la montagna”, nato da un'idea di Serena Casini in collaborazione con la Biblioteca di Valmadrera. Basato su una inedita sinergia con la Libreria Volante e le associazioni “di montagna” CAI Valmadrera, SEV e OSA, il festival vuole portare la promozione alla lettura anche “fuori” dalla Biblioteca, in questo caso nei luoghi della montagna: gli incontri autunnali di questo festival letterario itinerante si terranno infatti presso San Tomaso, rifugio SEV a Pianezzo, e la nuova sede del CAI. A dare forza a questo progetto, sono le voci che verranno a raccontarci la montagna: oltre a Valeria Tron, ospiteremo anche Paolo Malaguti, Linda Cottino, Marco Agosta e Marina Morpurgo".
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L'autrice tra il vicesindaco Raffaella Brioni e il primo cittadino Cesare Colombo

In questa prima occasione, l’autrice Valeria Tron ha presentato il suo nuovo libro, Pietra dolce, un romanzo in forte contatto con la natura e con la terra, e ne ha raccontato i temi fondamentali.
Il suo discorso verte principalmente sull’importanza delle lingue di terra, che lei ha utilizzato sia nella stesura dei propri testi musicali, essendo anche una cantautrice, sia nella stesura dei suoi romanzi, con attenzione particolare all’etimologia delle parole e, dunque, al loro significato profondo.
Questo rapporto importante con la terra le permette di definire la montagna una “questione di attitudine e non di altitudine”, considerandola nel suo rapporto con l’uomo e non nella sua mera conformazione geologica.
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Da queste riflessioni e dal ricordo del padre nasce l’idea di scrivere un romanzo che ruotasse proprio intorno a questa concezione di natura e al suo personale rapporto con essa.
L’autrice definisce infatti Pietra dolce come una promessa al padre, che prima di morire le aveva detto “dopo mi restituirai”.
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Sono queste parole a spingerla a scrivere prima dei testi musicali e poi dei romanzi in suo onore e in sua memoria, per restituire tutto il bene e tutte le opportunità che lui le aveva dato. Questo romanzo viene definito un romanzo di vita (infatti si apre con una nascita) e di maternità, definita dall’autrice come un sentimento che dev’essere senza giudizio e presentata in tutte le sue sfaccettature, da un caso di abbandono a un caso di adozione. Inoltre, Valeria si concentra anche sul tema della miniera, con il quale riesce a rendere i minatori (come suo padre) dei personaggi vivi, nonostante spesso siano ritenuti indegni di attenzione e di letterarietà. Il titolo stesso, Pietra dolce, fa riferimento proprio a queste figure, che sembrano dure come la pietra, ma che in realtà hanno un cuore dolce come tutti gli altri.
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