Lecco: spaccata al Café Bohémien. Preso l'autore, è ancora il 'ladro del cubetto'. Processato va in carcere

Il "ladro del cubetto" è tornato in azione. Nella notte tra venerdì e sabato, "armato" di una grossa pietra, si è accanito contro la porta d'ingresso del Café Bohémien di via Azzone Visconti, riuscendo poi a rompere il vetro e a introdursi nel locale. "E' arrivato attorno alle 4 - racconta il titolare, subito avvisato dell'accaduto da alcuni residenti, svegliati nel cuore della notte dai rumori che giungevano dalla strada - con già il sasso tra le mani e l'ha ripetutamente lanciato, spingendo poi la porta fino a tirare giù tutto. Poi si è diretto verso la cassa, ha strappato i fili e se l'è portata via, venendo visto dai vicini mentre si dileguava. Il tutto in meno di un minuto". Una fuga la sua durata però pochissimo, essendo stato subito fermato – pur cercando di opporre resistenza – dai Carabinieri.
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Il locale preso di mira

"Al mio arrivo, ho saputo che era già stato preso e mi è stata restituita anche la cassa" racconta ancora l'esercente che, come tutti i colleghi, lascia poche decine di euro quale "fondo" e quella sera non aveva attivato l'impianto dall'allarme di cui il locale è dotato. Ben più sostanzioso, invece, il danno subito, con il vetro della porta da cambiare così come il registratore, subito sostituito. 
Il responsabile dell'incursione è comparso invece già sabato in Tribunale per la celebrazione del processo per direttissima, con l'udienza proseguita quest'oggi al cospetto del giudice Paolo Salvatore. Si tratta di Thimothy Airoldi, 40enne originario di Brivio: il senza fissa dimora già in passato si era reso responsabile di fatti del tutto analoghi commessi nel centro dei Lecco, tanto da essere etichettato per l'appunto "il ladro del cubetto" per via del modus operandi, con un sampietrino o comunque una pietra utilizzata per aprirsi un varco d'accesso al negozio preso di mira nottetempo. Sempre spicci il provento di ogni "spaccata".
Per quella serie di furti, messi a segno o tentati tra luglio e dicembre 2020, era stato condannato a un anno e 4 mesi di reclusione. Era poi finito nuovamente a giudizio per altre vicende. Nel febbraio 2022 aveva patteggiato 2 mesi e 150euro di multa per il tentato furto di un paio di scarpe del valore di 35 euro al Bennet di Lecco avvenuto nel giugno di due anni prima. Una applicazione pena che era arrivata dopo una serie di altre condanne: un mese per un altro tentato furto, 6 mesi per la ricettazione di un cellulare ed un anno, ancora, per una seconda ricettazione.
Quest'oggi per l'episodio del Café Bohémien gli veniva contestato il reato di rapina impropria, più grave del furto. Ha optato per il rito abbreviato. Assistito, come già in passato,  dall'avvocato di fiducia Andrea Artusi, è stato condannato a 2 anni e 11 mesi a fronte di una richiesta di 4 anni e 8 mesi avanzata dalla Procura, nella persona del vpo Caterina Scarselli. All'esito del processo Airoldi è stato tradotto in carcere.
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