Vercurago: I Viaggiatori Erranti in scena con L'Iliade
Essenziale. È il modo forse più calzante per descrivere L’Iliade, la nuova pièce della compagnia teatrale "I Viaggiatori Erranti" andata in scena il 7 luglio alla Pro Loco di Vercurago. Ispirandosi al racconto omerico che per molti è solo un’arida o vaga reminiscenza scolastica, sotto la brillante guida della regista Barbara Traversa gli attori hanno saputo dare tridimensionalità agli archetipi che ruotano attorno al tema della guerra.
È uno spettacolo essenziale, perché richiama chi vi assiste a un dovere morale: riconoscere che il conflitto è parte integrante della vicenda umana, sotto forma di guerre ma anche di tutte le violenze dettate da rivalità, sete di potere e prevaricazione che fanno parte della quotidianità, nelle famiglie e nella società. Ma anche estremamente attuale in un momento in cui lo spettro del conflitto con la maiuscola sembra un fenomeno meno esotico in quest’oasi privilegiata che è l’Europa (chissà ancora per quanto) e che all’improvviso si sente assediata da guerre che in realtà non hanno mai cessato di esistere.
Essenziale dunque nel contenuto perché costringe a guardare in faccia la realtà dell’essere umano, con i suoi capricci, la sua nevrotica propensione a distruggere, quella parte in cui non vogliamo riconoscerci ma che tutti abbiamo dentro. Con il loro spettacolo "I Viaggiatori Erranti" gettano una luce tragicomica sulle infantili idiosincrasie dei condottieri, ricordando che spesso la guerra non è che un gioco in cui non conta che vincere, qualunque sia il prezzo, un po’ come Charlie Chaplin parodiava Hitler e la sua sete di potere palleggiando con il mappamondo.
Tanto lo spettacolo è essenziale nel contenuto, altrettanto lo è nella forma: la scena è scarna, popolata solo degli oggetti strettamente necessari. Una sedia a rotelle, un tavolo, una scacchiera i cui pezzi sono bibite, grotteschi pedoni del gioco della guerra, una nube di rosso tulle, simbolo del sangue versato, una giostra che gira inarrestabile seminando morte. Due ali di cassette ortofrutticole fungono da prosaico coro greco, da cui gli attori emergono di volta in volta per dare voce e corpo ai personaggi, frutto di uno scavo interiore che si fa sempre più evidente.
È uno spettacolo essenziale, perché richiama chi vi assiste a un dovere morale: riconoscere che il conflitto è parte integrante della vicenda umana, sotto forma di guerre ma anche di tutte le violenze dettate da rivalità, sete di potere e prevaricazione che fanno parte della quotidianità, nelle famiglie e nella società. Ma anche estremamente attuale in un momento in cui lo spettro del conflitto con la maiuscola sembra un fenomeno meno esotico in quest’oasi privilegiata che è l’Europa (chissà ancora per quanto) e che all’improvviso si sente assediata da guerre che in realtà non hanno mai cessato di esistere.
Essenziale dunque nel contenuto perché costringe a guardare in faccia la realtà dell’essere umano, con i suoi capricci, la sua nevrotica propensione a distruggere, quella parte in cui non vogliamo riconoscerci ma che tutti abbiamo dentro. Con il loro spettacolo "I Viaggiatori Erranti" gettano una luce tragicomica sulle infantili idiosincrasie dei condottieri, ricordando che spesso la guerra non è che un gioco in cui non conta che vincere, qualunque sia il prezzo, un po’ come Charlie Chaplin parodiava Hitler e la sua sete di potere palleggiando con il mappamondo.
Tanto lo spettacolo è essenziale nel contenuto, altrettanto lo è nella forma: la scena è scarna, popolata solo degli oggetti strettamente necessari. Una sedia a rotelle, un tavolo, una scacchiera i cui pezzi sono bibite, grotteschi pedoni del gioco della guerra, una nube di rosso tulle, simbolo del sangue versato, una giostra che gira inarrestabile seminando morte. Due ali di cassette ortofrutticole fungono da prosaico coro greco, da cui gli attori emergono di volta in volta per dare voce e corpo ai personaggi, frutto di uno scavo interiore che si fa sempre più evidente.