Lecco: nuova mostra per 'Il Segreto di Penelope', tra artigianato e integrazione
Per chi ancora non lo sapesse, su piazza Cermenati, si affaccia un laboratorio. E’ il laboratorio de Il segreto di Penelope, con sede nella Canonica di San Nicolò. Ed è unico nel suo genere: non solo è un luogo di produzione artigianale in pieno centro a Lecco, bensì è, da anni, anche un’importante risorsa per l’integrazione culturale delle donne migranti.
Nel fine settimana di sabato 6 e domenica 7 luglio – in occasione anche del Lecco Film Fest – è stato possibile toccare, anche quest’anno con mano, le creazioni e il lavoro che vi sta dentro, in un intreccio di personalità e culture differenti.
E’ stata allestita infatti la consueta Mostra Mercato. Esposti gli oggetti prodotti, con grande senso di bellezza, cura e armonia nella scelta dei colori. E’ bastato chiedere, poi, per entrare anche nelle storie di chi ha realizzato tutto ciò e dei legami venuti a crearsi tra queste donne, di diversa provenienza, riuscite a entrare in sintonia tra loro vincendo timidezza e diffidenza iniziali. Tessere relazioni del resto è come tessere un tappeto: ogni filo contribuisce alla bellezza del tutto. Ogni colore è un rimando a una personalità.
Per comprendere il progetto nella sua interezza, occorre fare però un passo indietro però. Quando le persone migrano, spesso attraversano lunghe e pericolose rotte per giungere al Paese d’approdo, si trovano poi di fronte a una nuova sfida: quella culturale. I migranti e le migranti si interfacciano con le generali sfide dello studio della lingua e della ricerca del lavoro, ma non sono gli unisci scogli da superare. Infatti, in particolare per le donne, avere uno spazio protetto dove poter essere libere, in pace, affermarsi e conoscersi è una risorsa preziosa. E questo laboratorio risponde alle domande: con quali modi si può comunicare? Come ci si può esprimere?
L’associazione nasce infatti dal desiderio di accogliere le donne migranti e aiutarle ad esprimersi, creando uno spazio che va oltre le lezioni di italiano, per integrarsi in un’altra cultura.
Nel complesso, il Segreto di Penelope – nato dopo l’esperienza dei primi campi profughi del Bione, inizialmente a Olate per poi trasferirsi in centro - non è solo, come detto, un laboratorio di artigianato. È un luogo di incontro per donne, per dare spazio allo scambio e a un’integrazione più umana. Qui, con l’ostinazione di Penelope, le donne intrecciano non solo fibre di lana, ma anche storie, culture e vite. E così, con creatività, pazienza e abilità, formano una trama che lentamente si compatta e danno spazio per ricreare la propria personalità, creando oggetti molto curati, ma soprattutto creando legami indissolubili tra persone e culture.
Con loro, oltre alla presidentessa del sodalizio Marina Caterina Cattaneo, ci sono altre figure fondamentali nel progetto. Incontrata alla Mostra Mercato Grazia Galdi, maestra feltraia, ha sottolineato l’importanza dell’uso del colore, unendo influenze culturali diverse mentre il vicepresidente Raffaele Mattei ha evidenziato la forza delle gioventù di queste donne.
Nel fine settimana di sabato 6 e domenica 7 luglio – in occasione anche del Lecco Film Fest – è stato possibile toccare, anche quest’anno con mano, le creazioni e il lavoro che vi sta dentro, in un intreccio di personalità e culture differenti.
E’ stata allestita infatti la consueta Mostra Mercato. Esposti gli oggetti prodotti, con grande senso di bellezza, cura e armonia nella scelta dei colori. E’ bastato chiedere, poi, per entrare anche nelle storie di chi ha realizzato tutto ciò e dei legami venuti a crearsi tra queste donne, di diversa provenienza, riuscite a entrare in sintonia tra loro vincendo timidezza e diffidenza iniziali. Tessere relazioni del resto è come tessere un tappeto: ogni filo contribuisce alla bellezza del tutto. Ogni colore è un rimando a una personalità.
Per comprendere il progetto nella sua interezza, occorre fare però un passo indietro però. Quando le persone migrano, spesso attraversano lunghe e pericolose rotte per giungere al Paese d’approdo, si trovano poi di fronte a una nuova sfida: quella culturale. I migranti e le migranti si interfacciano con le generali sfide dello studio della lingua e della ricerca del lavoro, ma non sono gli unisci scogli da superare. Infatti, in particolare per le donne, avere uno spazio protetto dove poter essere libere, in pace, affermarsi e conoscersi è una risorsa preziosa. E questo laboratorio risponde alle domande: con quali modi si può comunicare? Come ci si può esprimere?
Il laboratorio del feltro, è un laboratorio che mette in contatto la sfera sensoriale e quelle emozionale delle donne, che tramite l’uso delle mani e del corpo per lavorare il materiale, crea occasioni di cooperazione, incontro, riflessione e scambio. Inoltre, essendo il feltro un materiale che porta con sé una progettualità molto studiata risulta essere un processo che suscita pazienza e creatività. La produzione riguarda tappetti e oggetti di arredamento, ma anche berretti, gioielli e pantofole. E sono tutte attività molto complesse sia nella fase di ideazione che in quella di elaborazione che tengono impegnate anche oltre l’orario di apertura del laboratorio, che rimane operativo dal martedì al giovedì.
Il laboratorio di cucito, invece, si concentra sull’utilizzo di tessuto wax, tessuto di cotone stampato a cera per la creazione di borse e grembiuli coloratissimi e molto resistenti.
Infine il laboratorio di Bijoux, per la creazione di collane, orecchini, bracciali e spille, è invece un’attività che permette di riciclare gli scarti delle precedenti lavorazione e di rendere più fine l’attenzione per il bello e i dettagli.Il laboratorio di cucito, invece, si concentra sull’utilizzo di tessuto wax, tessuto di cotone stampato a cera per la creazione di borse e grembiuli coloratissimi e molto resistenti.
Nel complesso, il Segreto di Penelope – nato dopo l’esperienza dei primi campi profughi del Bione, inizialmente a Olate per poi trasferirsi in centro - non è solo, come detto, un laboratorio di artigianato. È un luogo di incontro per donne, per dare spazio allo scambio e a un’integrazione più umana. Qui, con l’ostinazione di Penelope, le donne intrecciano non solo fibre di lana, ma anche storie, culture e vite. E così, con creatività, pazienza e abilità, formano una trama che lentamente si compatta e danno spazio per ricreare la propria personalità, creando oggetti molto curati, ma soprattutto creando legami indissolubili tra persone e culture.
Con loro, oltre alla presidentessa del sodalizio Marina Caterina Cattaneo, ci sono altre figure fondamentali nel progetto. Incontrata alla Mostra Mercato Grazia Galdi, maestra feltraia, ha sottolineato l’importanza dell’uso del colore, unendo influenze culturali diverse mentre il vicepresidente Raffaele Mattei ha evidenziato la forza delle gioventù di queste donne.
M.Bo.