La fretta di un primo cittadino innesca l'incidente diplomatico tra Sindaci e Prefettura, su un tema sentito come la sicurezza

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“Desidero esprimere il mio rammarico personale, che credo sia comune alla maggior parte degli amministratori, al Signor Prefetto per l'uscita sulla stampa di un documento, ancora in bozza, che doveva rimanere riservato tra enti e che aveva l’obiettivo di aprire una discussione interna, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, su un tema particolarmente sentito, quale quello della sicurezza. Al di là dei contenuti, è stata una trasmissione anzitempo, sgrammaticata, senza alcun rispetto istituzionale, che a maggior ragione in questo tipo di situazioni ci deve essere. Nonostante questo inciampo comunicativo, che vede la regia e la “firma” di chi ha interesse a una ricerca di “buona stampa” più che del bene della collettività, confido che tutte le parti in causa lavorino di comune accordo nell'interesse pubblico per risolvere un problema che è sentito e percepito”. 
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Alessandra Hofmann

E’ – comprensibilmente – furibonda la Presidente della Provincia Alessandra Hofmann, dopo la diffusione a mezzo di alcuni organi di informazione di una missiva a sua firma, in nome e per conto della stragrande maggioranza dei primi cittadini del territorio, indirizza al Prefetto di Lecco Sergio Pomponio quale accompagnatoria di un testo non ancora ne’ ufficializzato ne’, dunque, tanto meno trasmesso al destinatario. 
Una lettera, in tema sicurezza, pesantissima, di cui da giorni si aveva avuto eco anche oltre i canali di comunicazione tra sindaci, ma che la correttezza istituzionale avrebbe voluto da validare, ufficialmente sottoscrivere (e non tramite messaggi in un chat) e da recapitare, prima di diffondere e pubblicare, qualora si ritenesse di darla in pasto ai giornali. 
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Il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni sul palco del 2 Giugno in rappresentanza dei colleghi con il Prefetto Sergio Pomponio e Mattia Micheli per la Provincia

Uno sgarbo istituzionale ancor più grave in quanto – per ovvie ragioni – commesso, come la stessa Hofmann lascia intendere, da una fascia tricolore che, per interesse, ha bruciato i tempi, innescano l’incidente diplomatico ulteriormente peggiorato anche dal fatto che diversi dei presunti firmatari del documento, dopo la fuga di notizie, si sono sfilati. In primis il sindaco di Barzio che lo ha fatto ufficialmente, inviando una nota stampa: "Nulla di simile è pervenuto al mio ufficio né tantomeno ne sono stati messi al corrente i membri della mia giunta - spiega Andrea Ferrari - dunque non ho sottoscritto nulla di quanto fatto pervenire alla stampa. Chiedo, a tutela della mia persona e del comune che rappresento, di essere messo a conoscenza di chi abbia fatto circolare tale documento apponendovi la mia firma. Porgo infine le mie scuse al signor Prefetto. Non ritengo infatti siano queste le modalità corrette per esporre al rappresentante del governo difficoltà e lagnanze che fanno tuttavia parte del percorso amministrativo di ogni sindaco". 
Parole durissime anche le sue, uscendo dunque dall'ipotetico elenco degli 82 firmatari, comprendente tutti i primi cittadini ad esclusione di Giovanni Bruno Bussola di Ballabio (che parrebbe non aver condiviso i toni esasperati) e Dante De Capitani di Pescate (con quest'ultimo che ha già annunciato una presa di posizione sulla questione, rimandandola ai prossimi giorni visto il polverone ingenerato dalla prematura uscita del testo). 
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Sindaci in piazza il 2 Giugno

Ma qual è il nodo del documento? Nella bozza - perché tale ancora è, come puntualizzato dalla Presidente Hofmann e come era immaginabile da alcuni frasi evidentemente ancora da correggere - i sindaci si permettono di "esprimere la richiesta di un maggiore, continuativo e programmato presidio del territorio, svolto anche e soprattutto in base alle nostre dirette e importanti segnalazioni". 
"I nostri comuni - è la premessa - subiscono, ormai da qualche anno, e in maniera più intensa negli ultimi mesi, allarmanti situazioni di devianza giovanile e di delinquenza. Si moltiplicano sul nostro territorio i reati contro cose e persone (furti, vandalismi, aggressioni, risse) uniti alla grave problematica dello spaccio di stupefacenti. Per alcuni comuni si tratta di problemi legati alla difficoltà di integrazione, per altri di problematiche derivanti da territori limitrofi, per altri di problematiche legate principalmente al periodo estivo e per altri derivanti dal fenomeno dello spaccio. In uno stato di diritto come il nostro, non è possibile che vie, piazze, lidi, spiagge, interi quartieri siano resi invivibili. Non è possibile che negozi e supermercati subiscano quotidianamente furti impuniti. Il numero dei reati denunciati in costante calo è sintomo di poca fiducia nelle forze dell’ordine e nella giustizia e non di miglioramento delle condizioni di legalità: si denuncia per nulla, si smette di denunciare. In ogni caso, i sindaci non hanno mancato di segnalare le problematiche a Sua Eccellenza e alle forze dell’ordine. Purtroppo, salvo singoli e ben comunicati interventi, non abbiamo mai avuto riscontro alle nostre richieste di presenza coordinata e continuativa e di un piano strategico per arginare il fenomeno. Ancor più svilente per la nostra figura amministrativa è accorgersi di come un articolo di giornale o una intervista televisiva possa imprimere maggiore spinta all’attività di controllo del territorio e di repressione degli illeciti rispetto ad una formale richiesta di un primo cittadino". 
E ancora: "Noi siamo in campo con tutti gli strumenti e le forze che abbiamo. Il tema sociale della vicenda è ben presidiato da ogni comunità, in forma diretta ed associata: prevenzione, presidio del territorio e repressione degli illeciti devono però viaggiare di pari passo. Per quanto attiene le nostre polizie locali, occorre rammentare, come spesso ci viene ricordato dalle forze dell’ordine presenti sul territorio che è lo Stato ad avere competenza esclusiva per quanto attiene l’ordine pubblico e la sicurezza. Ma siamo spesso soli a provare a dare risposta alla richiesta di sicurezza dei nostri cittadini, alla richiesta di chi rispetta le regole di poter vivere le nostre comunità ed i suoi luoghi pubblici. Sta a Voi, come a Noi, trovare le soluzioni adatte e, nell’impossibilità di attuarle, avvertire gli organi superiori delle criticità presenti: nel 2024 abbiamo visto l’arrivo della guardia costiera sul lago di Como dopo almeno vent’anni di richieste di maggior presidio delle nostre acque interne. Nulla è impossibile". 
Una presa di posizione - al netto del polverone di chi per essere il primo della classe ha cestinato il protocollo istituzionale, "fregando" anche i colleghi - forse sopra le righe ma, dall'intento di assoluto valore, attesa e auspicata dai cittadini, specie di quei comuni dove problemi di sicurezza sono ormai all'ordine del giorno.
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