Malgrate: con gli occhi rivolti alla Croce, l'addio a Luisa

Don Andrea Lotterio ha incentrato la sua omelia sulla Croce. Una omelia impersonale, ma assolutamente densa di significato e, per chi ha conosciuto Luisa Spreafico, calzante sulla sua esperienza di fede e inevitabilmente ricollegabile alla sua morte, tanto inattesa quando, per modalità, sconcertante. 
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I celebranti all'altare

La comunità di Malgrate e quanti hanno avuto modo di rapportarsi con la pensionata, presidente del Movimento Terza Età e "instancabile animatrice della vita parrocchiale", come è stata definita nell'immediatezza della dipartita, si è stretta quest'oggi al marito Alessandro, ai figli Alessandra, Natalia e Mattia con le rispettive famiglie. 
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Luisa Spreafico

Lo ha fatto in maniera composta, ma partecipe. Tante le persone presenti in Chiesa, così tante da non trovare tutte posto a sedere. Rimasto in piedi anche il primo cittadino di Malgrate Michele Peccati, intervenuto alla cerimonia funebre come pure il vicesindaco di Galbiate Maria Butti in rappresentanza di due paesi attoniti per quanto accaduto lunedì scorso a Bartesate, con la 69enne investita lungo la provinciale e poi abbandonata riversa sull'asfalto, con traumi troppo gravi per salvarsi, nonostante il prodigarsi dei primi soccorritori, riusciti a rianimarla, così come dei medici dell'ospedale Manzoni che l'hanno poi accompagnata fino alla scelta dei familiari di autorizzare l'espianto degli organi, donando così una speranza a chi ha ricevuto i suoi reni. 
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E anche in occasione delle esequie, in aderenza con l'essere di Luisa, marito e figli hanno chiesto di non ricordarla a parole o inviando fiori, ma di devolvere eventuali donazioni all'associazione Tinnamoreraidime, realtà che, da anni ormai, supporta la Terapia Intensiva Neonatale del Manzoni e dunque quei bimbi venuti al mondo prematuri o con complicanze nonché le loro mamme e i loro papà con il loro carico di preoccupazioni e aspettative. 
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Don Andrea Lotterio

Una riprova, forse, di come Luisa sia morta "ostinatamente amando", per usare un'espressione usata da don Andrea, attorniato all'altare dal diacono Roberto De Capitani, da Padre Angelo Cupini della Casa sul Pozzo e dall'ex Prevosto di Lecco monsignor Franco Cecchin, assistente diocesano del Movimento Terza Età. "Il vero uomo, la vera donna - la sua frase completa, in riferimento a Dio, a Gesù che "innalzandosi sulla Croce attira tutti a sé" - sono coloro capaci del dono supremo. Che muoiono ostinatamente amando, gridando la loro pena, ma per mettersi nelle Sue mani".
A.M.
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