Treni: si torni a far Politica per uscire da un circolo vizioso
Lavori alla stazione di Monza, Passaggio a livello guasto in Valtellina, treno fermo alla stazione di Arcore, ritardo nella preparazione del materiale rotante, sciopero del personale viaggiante, treno a composizione ridotta senza posti sufficienti, persone sui binari…
Sono infiniti i possibili ostacoli che si inseriscono tra la partenza e la meta di un pendolare, e quasi ogni giorno almeno uno di questi si verifica.
Al contrario di una narrazione molto politicamente di parte ma poco realista che vorrebbe trovare un solo colpevole (Trenord) e un solo responsabile (Regione Lombardia), il tema è molto piu complesso e riguarda tutti i livelli istituzionali che devono collaborare a trovare le soluzioni per il bene di un intero territorio. Ad esempio le infrastrutture e la linea di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Ferrovie dello Stato) sono assolutamente desuete, le stazioni sono totalmente inadeguate e pensate a inizio ‘900 – come evidente dalle immagini settimanali di Varenna - solo per citare altri due temi fondamentali.
Allo stesso modo non si può prescindere da un servizio puntuale ed efficiente del materiale che viaggia su quelle infrastrutture, sapendo che in certi orari ed in certi giorni sono necessari treni dalla capienza molto maggiore rispetto ai nuovi e pur bellissimi ma piccoli Donizzetti. Questo sapendo che treni di maggiore capacità a due piani non possono viaggiare nelle gallerie a nord perché queste costruite in altre epoche sono troppo basse…
Sembriamo esser finiti in un circolo vizioso di difficilissima soluzione.
Per questo è fondamentale si torni a far politica nel senso più alto del termine, con una visione a lungo termine che dia risposte a cittadini lecchesi e le decine di migliaia di pendolari e turisti che usano quella linea. È compito della politica fare sintesi dei bisogni e confrontarsi per le migliori soluzioni avendo una visione del futuro, ed è onere delle istituzioni rispondere pretendendo dalle proprie Società come Trenord, RFI, Trenitalia un servizio efficiente che è il motivo per cui sono nate e su cui si reggono i rispettivi bilanci.
Auspico che i Parlamentari e Consiglieri Regionali del Territorio (che ben so essere disponibili), insieme a Provincia di Lecco senza tralasciare un confronto con il Capoluogo ed il Comitato Pendolari, possano fare un passo avanti nella risposta comune ad un servizio che oggi risulta al di sotto delle aspettative dei pendolari di Lecco, confidando che le prossime Olimpiadi invernali già ci consegnino alcune prime migliorie infrastrutturali.
Questa città ha dimostrato nei decenni scorsi – con il pluricitato Sistema Lecco - di essere in grado di proporre, affrontare e vincere partite impensabili come gli attraversamenti del barro, quello per il lago e per la Valle, il nuovo ospedale a inizio 2000, non possiamo ora sottrarci a una sfida epocale come quella del trasporto ferroviario e le sue infrastrutture.
Sono infiniti i possibili ostacoli che si inseriscono tra la partenza e la meta di un pendolare, e quasi ogni giorno almeno uno di questi si verifica.
Al contrario di una narrazione molto politicamente di parte ma poco realista che vorrebbe trovare un solo colpevole (Trenord) e un solo responsabile (Regione Lombardia), il tema è molto piu complesso e riguarda tutti i livelli istituzionali che devono collaborare a trovare le soluzioni per il bene di un intero territorio. Ad esempio le infrastrutture e la linea di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Ferrovie dello Stato) sono assolutamente desuete, le stazioni sono totalmente inadeguate e pensate a inizio ‘900 – come evidente dalle immagini settimanali di Varenna - solo per citare altri due temi fondamentali.
Allo stesso modo non si può prescindere da un servizio puntuale ed efficiente del materiale che viaggia su quelle infrastrutture, sapendo che in certi orari ed in certi giorni sono necessari treni dalla capienza molto maggiore rispetto ai nuovi e pur bellissimi ma piccoli Donizzetti. Questo sapendo che treni di maggiore capacità a due piani non possono viaggiare nelle gallerie a nord perché queste costruite in altre epoche sono troppo basse…
Sembriamo esser finiti in un circolo vizioso di difficilissima soluzione.
Per questo è fondamentale si torni a far politica nel senso più alto del termine, con una visione a lungo termine che dia risposte a cittadini lecchesi e le decine di migliaia di pendolari e turisti che usano quella linea. È compito della politica fare sintesi dei bisogni e confrontarsi per le migliori soluzioni avendo una visione del futuro, ed è onere delle istituzioni rispondere pretendendo dalle proprie Società come Trenord, RFI, Trenitalia un servizio efficiente che è il motivo per cui sono nate e su cui si reggono i rispettivi bilanci.
Auspico che i Parlamentari e Consiglieri Regionali del Territorio (che ben so essere disponibili), insieme a Provincia di Lecco senza tralasciare un confronto con il Capoluogo ed il Comitato Pendolari, possano fare un passo avanti nella risposta comune ad un servizio che oggi risulta al di sotto delle aspettative dei pendolari di Lecco, confidando che le prossime Olimpiadi invernali già ci consegnino alcune prime migliorie infrastrutturali.
Questa città ha dimostrato nei decenni scorsi – con il pluricitato Sistema Lecco - di essere in grado di proporre, affrontare e vincere partite impensabili come gli attraversamenti del barro, quello per il lago e per la Valle, il nuovo ospedale a inizio 2000, non possiamo ora sottrarci a una sfida epocale come quella del trasporto ferroviario e le sue infrastrutture.
Filippo Boscagli, capogruppo Fratelli d'Italia