Morte cardiaca improvvisa: primo impianto di un defibrillatore innovativo al Manzoni

Al via all’Ospedale Manzoni di Lecco i primi impianti dell’innovativo defibrillatore extravascolare Aurora EV-ICD. Il nuovo dispositivo, sviluppato da Medtronic, segna un passo avanti nella tecnologia dei defibrillatori impiantabili. E’ infatti in grado di prevenire la morte cardiaca improvvisa, la principale causa di decesso per gli under 60, responsabile del 50% delle morti imputabili a malattie cardiovascolari.  
Colpisce individui di tutte le età, ma è particolarmente rilevante, come causa di morte, per gli adulti giovani, tra i 30 e 40 anni.

Qualche altro dato per far comprendere la portata della novità: ogni anno in Europa si registrano circa 400 mila arresti cardiaci, 60 mila soltanto in Italia. Il 92% dei pazienti muore entro pochi minuti se non viene salvato da un defibrillatore.

Ecco dunque chiarita la svolta implicita nel nuovo dispositivo. Il primissimo intervento presso l’ASST è stato eseguito dal dottor Antonio Pani, responsabile della Struttura Semplice di Elettrofisiologia e dai colleghi Francesco Panzeri, Fabrizio Sansone e Andrea Farina, primario della Cardiologia. 

Il dispositivo viene impiantato con un approccio mininvasivo ed il posizionamento dell’elettrocatetere completamente all'esterno del cuore e delle vene è progettato per evitare complicanze a lungo termine come le infezioni e l’occlusione dei vasi.
andreafarinacardiologia.jpg (414 KB)
Il direttore della Cardiologia del Manzoni di Lecco, dr. Andrea Farina

“Questo tipo di defibrillatore impiantabile mantiene i vantaggi di quelli sottocutanei, cioè l'assenza di componenti all'interno dei vasi e del cuore e quindi del rischio di complicanze legate a fratture dei cateteri o infezioni del dispositivo, ma anche di quelli trans-venosi, cioè la possibilità di interrompere le aritmie in assenza di fastidio per il paziente tramite la stimolazione, oltre alle ridotte dimensioni ed alla maggiore durata della batteria (superiore a 10 anni); il candidato ideale per questa procedura è quindi un paziente a rischio aumentato di complicanze sul catetere e di infezioni, quali un paziente giovane o con comorbilità, e che necessita non solo di defibrillazione ma anche di stimolazione anti-tachicardica, quale quello con cardiopatia ischemica” argomenta Andrea Farina, Direttore della Cardiologia dell’ospedale Manzoni.
“Il nostro primo paziente ha tutte queste caratteristiche essendo giovane ed avendo avuto oltre ad un grosso infarto anche un ictus ed un'infezione cerebrale. La procedura è stata efficace, priva di complicanze, e il paziente è stato dimesso a domicilio in seconda giornata post-operatoria".
ANTONIOPANI.jpg (61 KB)
Il dr. Antonio Pani, Responsabile della Struttura Semplice di Elettrofisiologia

“Questo tipo di procedura – aggiunge altresì Antonio Pani, Responsabile della Struttura Semplice di Elettrofisiologia  - rappresenta un notevole passo in avanti soprattutto nei pazienti giovani a rischio di infezione che necessitano di device in grado di prevenire la morte improvvisa. La presenza in situ della cardiochirurgia e della chirurgia vascolare ha permesso in questi anni di affinare procedure di elettrofisiologia sempre più complesse condivise nel nostro Heart Team permettendo di offrire un percorso di cura completo ed innovativo. Le innovazioni tecnologiche come il telemonitoraggio e la telemedicina adeguatamente strutturate permettono successivamente alla dimissione di mantenere un ponte di collegamento ospedale territorio; nello specifico il nostro paziente trasmette costantemente dati dal domicilio che confermano i parametri di adeguato funzionamento del device e permettono il corretto proseguimento delle cure”.
lettiospedalemanzoni.jpg (46 KB)
“La nostra ASST è fra le sei aziende socio-sanitarie di Regione Lombardia che utilizzano un dispositivo così innovativo, un vero e proprio salvavita in pazienti a rischio di arresto cardiaco. I miei più sentiti ringraziamenti ad Andrea Farina, Antonio Pani e i loro collaboratori che hanno scelto di adottare questo dispositivo per i nostri pazienti” la chiosa del Direttore Generale Marco Trivelli.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.