Calolzio: un bordello nell'ex albergo, si gira un film sull'assassino del Re
L'ex Albergo Calolzio, a due passi dalla stazione ferroviaria del capoluogo della Val San Martino ha riaperto per trasformarsi... in una casa chiusa. L'immobile, dismetto dagli anni '80, in questi giorni è diventato infatti set delle riprese di un "Delitto Ideale", della casa di produzione milanese Anno 404 srl, film incentrato sulla figura di Gaetano Bresci, l'anarchico toscano che, il 29 luglio 1900, assassinò Re Umberto I. Non prima di aver trascorso quella che sarebbe stata la sua ultima notte da uomo libero in un bordello.
E proprio a Calolzio, tra le mura di quello che fu un hotel con ristorante e bar fino a una quarantina d'anni fa e da allora abbandonato al suo destino, si stanno girando le scene ambientate all'interno della casa di tolleranza, scene centrali nella narrazione, visto che la trama della pellicola, partendo dalla condanna irrogata a Bresci a seguito del regicidio, ne ricostruisce a ritroso ideali e vissuto, soffermandosi sul suo rientro in Italia dall'America a decisione di macchiarsi dell'omicidio presa, romanzando anche l'emancipazione della donna chiamata a intrattenere l'anarchico nelle ore precedenti l'assassinio.
"La sceneggiatura - argomenta il giovane regista Nicolò Tonani - è stata strutturata su questa leggenda secondo cui Bresci, la notte prima di compiere il regicidio, abbia provato a far cambiare vita a una prostituta, a redimerla. Si è immaginato che abbia passato la notte prima dell'omicidio in un bordello di Milano, per poi andare a Monza a compiere appunto il regicidio del 29 luglio 1990".
Inutilizzabile il presunto vero bordello di Milano, la scelta è caduta su Calolzio, per conoscenza diretta dei luoghi da parte del produttore esecutivo Guido Berardinelli, cresciuto a Garlate, aiutato poi da altri soggetti a affinare la ricerca fino ad individuare l'ex Albergo di via Galli, struttura in cui il tempo si è fermato e riportato poi al 1900 curandone l'allestimento, utilizzando pezzi d'antiquariato messi a disposizione - in un circolo tutto locale - dal fratello del regista olginatese Antonio Albanese, che comparirà anche quale comparsa in un "Delitto Ideale" o finemente ricercati, come nel caso delle bottiglie di vino, originali del tempo, di Sella Cantine, fornitrice a suo tempo della Casa Reale.
"Soffocante" l'atmosfera sul set, con tutte le finestre del pian terreno sigillate - come realmente accadeva nelle case chiuse - per ricreare l'androne in cui le ragazze accoglievano i clienti, prima di appartarsi poi nelle camere.
Giuseppe Amelio - nipote del regista Gianni Amelio - dà il volto a Gaetano Bresci, mentre la coprotagonista è Valentina Di Simone che interpreta la prostituta, donna intelligente ma senza una educazione avendo conosciuto come unica realtà quella del bordello. "Sull'esempio dell'anarchico deciderà di emanciparsi", come sottolinea il produttore esecutivo del film, destinato alle sale cinematografiche come alle piattaforme di diffusione, secondo le modalità di distribuzione che saranno concordate a prodotto confezionato.
Le riprese si protrarranno fino al 14 luglio a Calolzio, per poi spostarsi a Pizzighettone, al museo delle prigioni, dove saranno ambientate le scene successive all'arresto dell'uccisore del Re e da dove, dunque partirà la narrazione a ritroso della sua esistenza, "cercando di entrare nella testa di questo anarchico che, dopo aver cambiato vita, aver abbandonato il Paese e essere andato negli Stati Uniti, decide di abbandonare ciò che aveva creato lì - aveva trovato una compagna e un nuovo lavoro - per immolarsi" come sottolinea Tonani. "Agisce convinto che sarebbe stato incarcerato o addirittura ucciso. Abbiamo sposato nel film la tesi che lui si sia mosso come individuo, da solo pur essendo una storia molto particolare, con molti elementi che vanno a supportare il sospetto che ci sia stata un'organizzazione vera e propria attorno al regicidio".
Presenti quest'oggi sul set, per portare il saluto dell'amministrazione comunale, il vicesindaco Aldo Valsecchi e l'assessore Cristina Valsecchi, quest'ultima ringraziata dalla casa di produzione per il supporto fattivo offerto. "Arruolati" anche due volenterosi giovani calolziesi, quali supporto allo staff impegnato in un ciak dopo l'altro.
E proprio a Calolzio, tra le mura di quello che fu un hotel con ristorante e bar fino a una quarantina d'anni fa e da allora abbandonato al suo destino, si stanno girando le scene ambientate all'interno della casa di tolleranza, scene centrali nella narrazione, visto che la trama della pellicola, partendo dalla condanna irrogata a Bresci a seguito del regicidio, ne ricostruisce a ritroso ideali e vissuto, soffermandosi sul suo rientro in Italia dall'America a decisione di macchiarsi dell'omicidio presa, romanzando anche l'emancipazione della donna chiamata a intrattenere l'anarchico nelle ore precedenti l'assassinio.
"La sceneggiatura - argomenta il giovane regista Nicolò Tonani - è stata strutturata su questa leggenda secondo cui Bresci, la notte prima di compiere il regicidio, abbia provato a far cambiare vita a una prostituta, a redimerla. Si è immaginato che abbia passato la notte prima dell'omicidio in un bordello di Milano, per poi andare a Monza a compiere appunto il regicidio del 29 luglio 1990".
Inutilizzabile il presunto vero bordello di Milano, la scelta è caduta su Calolzio, per conoscenza diretta dei luoghi da parte del produttore esecutivo Guido Berardinelli, cresciuto a Garlate, aiutato poi da altri soggetti a affinare la ricerca fino ad individuare l'ex Albergo di via Galli, struttura in cui il tempo si è fermato e riportato poi al 1900 curandone l'allestimento, utilizzando pezzi d'antiquariato messi a disposizione - in un circolo tutto locale - dal fratello del regista olginatese Antonio Albanese, che comparirà anche quale comparsa in un "Delitto Ideale" o finemente ricercati, come nel caso delle bottiglie di vino, originali del tempo, di Sella Cantine, fornitrice a suo tempo della Casa Reale.
"Soffocante" l'atmosfera sul set, con tutte le finestre del pian terreno sigillate - come realmente accadeva nelle case chiuse - per ricreare l'androne in cui le ragazze accoglievano i clienti, prima di appartarsi poi nelle camere.
Le riprese si protrarranno fino al 14 luglio a Calolzio, per poi spostarsi a Pizzighettone, al museo delle prigioni, dove saranno ambientate le scene successive all'arresto dell'uccisore del Re e da dove, dunque partirà la narrazione a ritroso della sua esistenza, "cercando di entrare nella testa di questo anarchico che, dopo aver cambiato vita, aver abbandonato il Paese e essere andato negli Stati Uniti, decide di abbandonare ciò che aveva creato lì - aveva trovato una compagna e un nuovo lavoro - per immolarsi" come sottolinea Tonani. "Agisce convinto che sarebbe stato incarcerato o addirittura ucciso. Abbiamo sposato nel film la tesi che lui si sia mosso come individuo, da solo pur essendo una storia molto particolare, con molti elementi che vanno a supportare il sospetto che ci sia stata un'organizzazione vera e propria attorno al regicidio".
Presenti quest'oggi sul set, per portare il saluto dell'amministrazione comunale, il vicesindaco Aldo Valsecchi e l'assessore Cristina Valsecchi, quest'ultima ringraziata dalla casa di produzione per il supporto fattivo offerto. "Arruolati" anche due volenterosi giovani calolziesi, quali supporto allo staff impegnato in un ciak dopo l'altro.
A.M.