Lecco: altri due anni di condanna per 'l'ucraino molesto'

Due anni, oltre al pagamento di una multa pari a 2mila euro. E' la sentenza disposta stamani dal giudice in ruolo monocratico Paolo Salvatore, nei confronti di Andrij Bourdunos, il senzatetto ucraino chiamato a rispondere, di furto, molestie e lesioni ai danni di cittadini e commercianti con attività in centro Lecco. Una serie di episodi avvenuti tra il marzo e il maggio 2022 quando l'uomo aveva creato un certo scompiglio in città, ''riempiendo'' le cronache dell'epoca e dando parecchio da fare pure alle forze dell'ordine. Detenuto in carcere a Monza, stamani il clochard è comparso in aula per assistere alla discussione del procedimento incardinato appunto al cospetto del dr.Salvatore. Bourdunos è stato infatti ritenuto capace di stare in giudizio a seguito di un'attività peritale; se in un primo momento le sue condizioni di salute non consentivano la sua presenza al processo, un'ulteriore indagine ha accertato un successivo miglioramento, compatibile dunque con l'attività giudiziaria.
Dopo essersi ritirato in camera di consiglio una volta ascoltate le parti, il giudice Salvatore ha disposto il non doversi procedere (per difetto della querela) nei confronti dell'ucraino, in merito ad una serie di capi di imputazione che gli venivano contestati a carico di nove parti offese. Per lo stesso reato è stato invece ritenuto colpevole e condannato appunto a due anni, oltre al pagamento della multa e delle spese processuali. Assolto infine da ulteriori due contestazioni rispettivamente per non aver commesso il fatto e perchè il fatto non costituisce reato.
Una sentenza in linea con la richiesta del vice procuratore onorario Caterina Scarselli che nella sua requisitoria aveva chiesto la condanna dell'ucraino a due anni di reclusione.
Ancora pendente - al cospetto però del giudice Bianca Maria Bianchi - un altro fascicolo a carico di Andrij Bourdunos; stavolta per il reato di oltraggio nei confronti delle forze dell'ordine che lo avevano sottoposto ad un controllo.
G.C.
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