Anteprima del Lecco Film Fest con la mostra 'Marcello, vieni qui'

Si entra nell’atmosfera del Lecco Film Fest, promosso dal prevosto don Davide Milani con il sostegno di Confindustria Lecco-Sondrio, rassegna che quest’anno prevede appuntamenti per sette giorni, dal prossimo lunedì fino alla domenica, dall’1 al 7 luglio.
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Ad aprire la serie di iniziative è però la mostra dedicata all’attore Marcello Mastroianni, in occasione del centenario della nascita, allestita nel cortile della Canonica di San Nicolò, inaugurata ieri sera con l’intervento di don Milani, del presidente di Confindustria Lecco e Sondrio Marco Campanari, del curatore Eugenio Arcidiacono e dell’attore Gianluca Guidi.
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La mostra racconta la carriera cinematografica di uno degli attori italiani più iconici attraverso alcuni film scelti tra i 140 che ha interpretato nella sua carriera. Non necessariamente i più belli, ma pellicole in qualche modo significative nella sua vita o nella storia del cinema italiano. “Marcello, vieni qui”, il titolo che riprende il celebre “Marcello, come here” di Anita Ekberg alla fontana di Trevi nella “Dolce vita”. 

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Una mostra articolata in quattro ipotetiche sale, quattro sezioni che pongono l’accento su alcune delle declinazioni dell’attività di Mastroianni: “Il quinto colonnello della Commedia all’italiana” (appunto Mastroianni, gli altri quattro erano Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Ugo Tognazzi e Alberto Sordi); “L’attore degli autori” a ricordare come fosse prediletto da registi con Federico Fellini, Marco Ferreri, Ettore Scola e Mario Monicelli”; la terza sezione è uno sguardo ai film stranieri e la quarta è dedicata al rapporto di collaborazione durato quarant’anni tra Mastroianni e Sophia Loren.
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Mons. Davide Milani
Inaugurando l’esposizione, don Milani ha detto: «Molto spesso quando si organizzano eventi, il rischio è quello che tutto si esaurisca nell’evento stesso. Ma fin dalla prima edizione del Lecco Film Fest abbiamo voluto che il festival lasciasse qualcosa e allora abbiamo pensato, per esempio, ai corsi per i giovani. Due anni fa abbiamo sperimentato l’idea della mostra che era stata dedicata a Ennio Morricone. Quest’anno abbiamo pensato a Mastroianni, forse il più grande attore italiano e comunque quello che ha incarnato diversi modi di essere italiani e tutti i modi del cinema italiano, ottenendo riconoscimenti anche all’estero e non era facile per un attore italiano».
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Marco Campanari

Il presidente di Confindustria, Campanari, si è soffermato sul titolo di quest’anno del festival, “Signora libertà”: «E’ un festival che è diventato imprescindibile, è cresciuto ed è in ottima salute. Il tema di quest’anno è molto importante e lo sentiamo anche noi imprenditori. La libertà è importantissima: le libertà individuali, ma anche la libertà economica, la libertà d’impresa, d’intrapresa. La Costituzione dice che siamo una Repubblica fondata sul lavoro, ma non basta parlare di lavoro, occorre anche che si creino opportunità di lavoro. Ma ahinoi siamo in un Paese dove la burocrazia rischia di far passare la voglia di fare».
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Eugenio Arcidiacono

Il curatore Arcidiacono, con il quale hanno collaborato Marco Micci e Alberto Picci, ha poi spiegato l’allestimento: «Abbiamo dovuto trovare una chiave per raccontare questa incredibile carriera, le tantissime sfaccettature di un attore che recitava con Totò e poi con Michelangelo Antonioni e Monica Vitti, un attore apprezzato in Italia ma anche a Hollywood. Qui non ci sono solo capolavori. Mastroianni era talmente innamorato del suo lavoro che accettare di fare film magari solo perché gli era simpatico il regista o gli piaceva il luogo. Una volta, per esempio, andò a Budapest per un film che egli stesso in un’intervista definì un pessimo film, aggiungendo però che Budapest era così bella…. E allora, in mostra c’è anche un film come “Amanti”, il film più brutto di Vittorio De Sica e che un catalogo americano mette addirittura fra i 500 film più brutti di sempre. Ma per Mastroianni fu un film importante perché vi fu l’incontro con Faye Dunaway con la quale ci sarebbe poi stata una lunga relazione. Però, non volevamo dare alla mostra un indirizzo troppo museale. Ci piaceva anche l’idea che ci fosse una voce narrante, al di là delle didascalie. E la voce narrante l’abbiamo trovata in Gianluca Guidi».
Gianluca Guidi è un attore figlio d’arte (Johnny Dorelli il padre, Lauretta Masiero la madre) e sua è la voce che accompagna i visitatori sui cellulari con la lettura di un qr-code.
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Gianluca Guidi

Parlando di Mastroianni e ricordando di alcuni incontri, Guidi ha parlato di eccellenza italiana, di «un attore che ha girato il mondo con quella sua naturalezza che lo faceva sembrare essere lì per caso. Perché non c’era alcuna differenza tra il Mastroianni che vedevi sugli schermi e quello che incontravi di persona. E’ necessario far conoscere ai giovani un’epoca passata perché altrimenti si vive solo nel presente e non sempre il presente è all’altezza del passato. Infatti, abbiamo scoperto l’America seguendo Galilei… Gli americani e i francesi celebrano i loro grandi personaggi. Noi non lo facciamo, da noi se ne parla magari a cane, “ah, ti ricordi?”, e poi pagato il conto ce ne dimentichiamo».
A questo proposito, Arcidiacono ha aggiunto: «E’ necessario far conoscere ai ragazzi alcuni film fondamentali. Come la “Dolce vita” che fa capire il passaggio tra il dopoguerra e il boom economico. O come “Una giornata particolare” che è il miglior film per capire il fascismo e l’ottusità dei regimi».
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«E’ dunque importante sapere – ha concluso Guidi – che tutto questo è esistito. Poi, ciascuno va a vedere ciò che vuole…».
La mostra, allestita nel cortile della Canonica con ingresso da piazza Cermenati, sarà aperta fino al 7 luglio. Orari di visita: tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 17 alle 20. Ingresso libero.
D.C.
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