Lecco: con il concorso di tutti inaugurata in ospedale la 'Stanza della Vita'
Lecco... in una stanza. Che poi sono già due. C'è l'intero territorio dentro il Progetto "La Stanza della Vita" portato oggi a compimento inaugurando all'Ospedale Manzoni due piccoli ambienti - finemente arredati - destinati a diventare luogo in cui accogliere i famigliari di quei pazienti per i quali non c'è più nulla da fare, proponendo loro, in un momento di dolore, di alimentare la speranza di altri, autorizzando l'espianto degli organi, unico gesto in grado di sostenere per l'appunto la vita anche dinnanzi alla morte.
Motore dell'iniziativa è stato l'AIDO provinciale, dell'allora Presidente Antonio Sartor, trovatosi lui stesso, suo malgrado, ad essere il marito a cui l'equipe medica preposta del nosocomio di via dell'Eremo ha confermato l'avvenuto prelievo delle cornee della moglie deceduta. Una comunicazione data "in un luogo triste, da cui avrei solo voluto scappare" ha raccontato, commosso, tornando con il pensiero dunque all'attimo in cui ha deciso di replicare anche da noi un qualcosa di già esistente altrove, coinvolgendo oltre ai gruppi AIDO territoriali anche altri attori quali la Fondazione Comunitaria del Lecchese e la Fondazione Fratelli Frassoni che hanno voluto sostenere l'idea, come pure il Politecnico - che a sua volta ha tirato in ballo UniverLecco dell'ing. Vico Valassi - chiamato a dare, alla pensata, concretezza.
"Eravamo in pieno lockdown quando AIDO mi chiamò" ha ricordato il Prorettore del Polo di Lecco Manuela Grecchi, gancio con la professoressa Laura Malighetti, per "attivare" il dipartimento di Design di Milano, con il Laboratorio di Innovazione e Ricerca sugli Interni (LABIRINT) andato ben oltre il "progettino" per il Manzoni, arrivando a mettere a punto un protocollo e dunque linee guida per le Stanze della Vita, replicabili, al bisogno, anche in altre realtà, studiando non solo gli spazi fisici ma anche i "risvolti psicologici", coinvolgendo direttamente il responsabile del Coordinamento Locale Prelievi d'Organo dell'Ospedale Manzoni Francesco Raponi così come il personale, lanciando infine una "Passion in Action", ossia l'invito agli studenti a contribuire con le proprie competenze e sensibilità, arrivando a presentare ben 11 elaborati, da conservare in un Archivio utile a future generazioni di progettisti che operano in questo ambito.
Per le Stanze della Vita allestite al primo e al terzo piano del nosocomio cittadino - all'esterno delle due Rianimazioni, partendo dall'assunto che non era pensabile spostare da una parte o dall'altra i parenti - si sono scelti colori chiari, con mobili bianchi e sedute tendenti al verde in congiunzione con le felci della tappezzeria. Le risorse necessarie sono arrivate anche da donazioni e da imprenditori locale, chiudendo così un ampio cerchio. Quello che racchiude, come accennato, l'intera comunità lecchese, come sottolineato quest'oggi dal direttore generale dell'ASST Marco Trivelli, evidenziando come, seguendo le direttive regionali, l'Azienda sia chiamata a realizzare ospedali di comunità quando invece, in un territorio come quello di Lecco, iniziative come queste ci "sovravanzano", proprio per la coralità dell'agire, per il concorso di tanti, rimarcato tra l'altro anche dal sottosegretario Mauro Piazza. "Questo è il modo di fare sanità" ha dunque asserito il DG. "Spero - ha aggiunto poi in riferimento alla delicatezza delle questioni affrontate nella Stanze della Vita e dunque della necessità di intavolare dialoghi su aspetti che superano la dimensione medica - che la sanità viva sempre questa dimensione, che va oltre la competenza specialistica".
Presenti all'illustrazione del Progetto, fianco a fianco dei delegati dei diversi gruppi AIDO comunali, anche numerosi sindaci - o loro rappresentanti - "capitanati" da Mauro Gattinoni che, prendendo la parola, citando nonno Spirito Colombo (che al compimento dei 18 anni, "regalava" la tessera dell'associazione come dell'AVIS ai nipoti) ha rimarcato il senso di responsabilità collettiva proprio dei lecchesi, per poi ricordare la possibilità di acconsentire alla donazione degli organi al momento del rinnovo della carta di identità, sollevando i propri famigliari dal decidere in un momento in cui l'attenzione è su altro.
Nel suo excursus tra diritto e etica, il Capo di Gabinetto della Prefettura Paola Cavalcanti, ha parlato della Stanza della Vita come di un "fiore all'occhiello che va valorizzato", mentre la presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi "di uno spazio che diventa luogo", un "luogo di Vita, con la V maiuscola".
Da ultimo la chiosa dell'attuale Presidente Provinciale dell'Aido Giacomo Colombo, arrivato a scusarsi con il personale delle Rianimazioni per il disagio arrecato durante i lavori, sottolineando come per l'Associazione quello odierno non sia un traguardo. "Abbiamo portato a termine una tappa, ne arriveranno altre" ha sostenuto, puntualizzando come la data odierna per il sodalizio abbia un senso. "Il 24 giugno 2018 una mamma firmava l'assenso per donare gli organi del figlio 21enne vittima di un incidente stradale". Quella donna era Sarajeva Villa, madre di Alex Crippa, oggi "voce" di Aido nelle scuole.
Seguirà approfondimento sui dati degli espianti a Lecco.
Motore dell'iniziativa è stato l'AIDO provinciale, dell'allora Presidente Antonio Sartor, trovatosi lui stesso, suo malgrado, ad essere il marito a cui l'equipe medica preposta del nosocomio di via dell'Eremo ha confermato l'avvenuto prelievo delle cornee della moglie deceduta. Una comunicazione data "in un luogo triste, da cui avrei solo voluto scappare" ha raccontato, commosso, tornando con il pensiero dunque all'attimo in cui ha deciso di replicare anche da noi un qualcosa di già esistente altrove, coinvolgendo oltre ai gruppi AIDO territoriali anche altri attori quali la Fondazione Comunitaria del Lecchese e la Fondazione Fratelli Frassoni che hanno voluto sostenere l'idea, come pure il Politecnico - che a sua volta ha tirato in ballo UniverLecco dell'ing. Vico Valassi - chiamato a dare, alla pensata, concretezza.
"Eravamo in pieno lockdown quando AIDO mi chiamò" ha ricordato il Prorettore del Polo di Lecco Manuela Grecchi, gancio con la professoressa Laura Malighetti, per "attivare" il dipartimento di Design di Milano, con il Laboratorio di Innovazione e Ricerca sugli Interni (LABIRINT) andato ben oltre il "progettino" per il Manzoni, arrivando a mettere a punto un protocollo e dunque linee guida per le Stanze della Vita, replicabili, al bisogno, anche in altre realtà, studiando non solo gli spazi fisici ma anche i "risvolti psicologici", coinvolgendo direttamente il responsabile del Coordinamento Locale Prelievi d'Organo dell'Ospedale Manzoni Francesco Raponi così come il personale, lanciando infine una "Passion in Action", ossia l'invito agli studenti a contribuire con le proprie competenze e sensibilità, arrivando a presentare ben 11 elaborati, da conservare in un Archivio utile a future generazioni di progettisti che operano in questo ambito.
Per le Stanze della Vita allestite al primo e al terzo piano del nosocomio cittadino - all'esterno delle due Rianimazioni, partendo dall'assunto che non era pensabile spostare da una parte o dall'altra i parenti - si sono scelti colori chiari, con mobili bianchi e sedute tendenti al verde in congiunzione con le felci della tappezzeria. Le risorse necessarie sono arrivate anche da donazioni e da imprenditori locale, chiudendo così un ampio cerchio. Quello che racchiude, come accennato, l'intera comunità lecchese, come sottolineato quest'oggi dal direttore generale dell'ASST Marco Trivelli, evidenziando come, seguendo le direttive regionali, l'Azienda sia chiamata a realizzare ospedali di comunità quando invece, in un territorio come quello di Lecco, iniziative come queste ci "sovravanzano", proprio per la coralità dell'agire, per il concorso di tanti, rimarcato tra l'altro anche dal sottosegretario Mauro Piazza. "Questo è il modo di fare sanità" ha dunque asserito il DG. "Spero - ha aggiunto poi in riferimento alla delicatezza delle questioni affrontate nella Stanze della Vita e dunque della necessità di intavolare dialoghi su aspetti che superano la dimensione medica - che la sanità viva sempre questa dimensione, che va oltre la competenza specialistica".
Presenti all'illustrazione del Progetto, fianco a fianco dei delegati dei diversi gruppi AIDO comunali, anche numerosi sindaci - o loro rappresentanti - "capitanati" da Mauro Gattinoni che, prendendo la parola, citando nonno Spirito Colombo (che al compimento dei 18 anni, "regalava" la tessera dell'associazione come dell'AVIS ai nipoti) ha rimarcato il senso di responsabilità collettiva proprio dei lecchesi, per poi ricordare la possibilità di acconsentire alla donazione degli organi al momento del rinnovo della carta di identità, sollevando i propri famigliari dal decidere in un momento in cui l'attenzione è su altro.
Nel suo excursus tra diritto e etica, il Capo di Gabinetto della Prefettura Paola Cavalcanti, ha parlato della Stanza della Vita come di un "fiore all'occhiello che va valorizzato", mentre la presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi "di uno spazio che diventa luogo", un "luogo di Vita, con la V maiuscola".
Da ultimo la chiosa dell'attuale Presidente Provinciale dell'Aido Giacomo Colombo, arrivato a scusarsi con il personale delle Rianimazioni per il disagio arrecato durante i lavori, sottolineando come per l'Associazione quello odierno non sia un traguardo. "Abbiamo portato a termine una tappa, ne arriveranno altre" ha sostenuto, puntualizzando come la data odierna per il sodalizio abbia un senso. "Il 24 giugno 2018 una mamma firmava l'assenso per donare gli organi del figlio 21enne vittima di un incidente stradale". Quella donna era Sarajeva Villa, madre di Alex Crippa, oggi "voce" di Aido nelle scuole.
Seguirà approfondimento sui dati degli espianti a Lecco.
A.M.