Primaluna: lo sport valsassinese protagonista al Panathlon Club
Appuntamento in Valsassina per i soci del Panathlon International Lecco, del presidente Andrea Mauri, per una serata speciale dal titolo accattivante: “Storie di sport e di umanità”. E ritrovo non poteva essere che l’Agriturismo “Trote Blu” di Primaluna con la regia dell’instancabile panathleta Adriano Airoldi nel ruolo di promotore dell’evento.
Storie che hanno avuto come interpreti cinque icone del recente passato della Valle: Gianfranco Polvara, Nico Invernizzi e Natalino Arrigoni (sci di fondo), Giambattista “Tita” Lizzoli (corsa in montagna) e Flavio Spazzadeschi (alpinismo).
Cinque profili di spessore da raccontare con la conduzione del consigliere Panathlon Riccardo Benedetti, anche lui valsassinese “doc”. A cominciare dal fondista Gianfranco Polvara che può vantare ben cinque partecipazioni alle Olimpiadi, dal 1980 al 1994, e a sei edizioni dei Campionati Mondiali. Senza tralasciare il ruolo poi di skiman con altre tre Olimpiadi.
«Lo sci di fondo è stato la mia vita - ha detto -. Mi sono arruolato nell’Esercito a 16 anni, con la firma di mio padre, e poi è iniziata una lunga avventura. Grazie allo sci di fondo ho avuto la possibilità di girare il Mondo, vedere luoghi bellissimi. Ho dato molto allo sport ma ho anche ricevuto tanto».
Da Barzio paese di Polvara a Cremeno la strada che porta a Nico Invernizzi è breve. Nico è stato in gioventù il dominatore degli sci stretti nel contesto delle Api Centrali con almeno una dozzina di titoli vinti prima che si perdesse il conto ufficiale. Poi la seconda vita da veterano con i titoli mondiali vinti con la squadra azzurra. Chissà se fosse entrato in una squadra militare… «Allora, spiega, il lavoro in famiglia aveva la priorità e non ho pesato alla carriera - dice sorridendo Nico -. L’importante era divertirsi e fare sport: quello che faccio ancora oggi a quasi 70 anni».
Ed eccoci a Natalino Arrigoni pure lui barziese, atleta e poi allenatore ed animatore della scuola di sci di fondo in Valle. Un personaggio poliedrico e sempre disponibile: «La passione – spiega Natalino – è quella che ti porta a continuare negli anni e a mettere a disposizione le tue competenze. È ciò che ho fatto io dopo l’attività agonistica lavorando sui giovani. Vorrei approfittare dell’occasione per ricordare Dario Busi che non abbiamo certo dimenticato e che ha dato moltissimo per la sua terra, la Valsassina».
Abbandonati gli sci eccoci virtualmente a Premana per raccontare la storia di Giambattista “Tita” Lizzoli – ben introdotta da Benedetti – già campione del Mondo di corsa in montagna prima di iniziare un lungo calvario dopo essere stato investito in allenamento e rischiando la vita. Storia raccontata da Lizzoli nel suo libro “Pochi secondi”.
«La passione per la corsa in montagna – ha spiegato in emozionato Lizzoli – mi è venuta da ragazzino portando le capre negli alpeggi su è già da Premana. Non avrei immaginato di arrivare un giorno a vincere un mondiale. L’incidente? Mi ha cambiato la vita ma ho lottato per mesi e oggi sono felice di essere qui a raccontarla».
Ultimo atto per l’alpinista Flavio Spazzadeschi gestore del Rifugio Shambalà all’Ape di Giumello ai piedi del Monte Muggio. Lui che può vantare di essere stato il primo alpinista dell’allora provincia di Como a salire un 8000: il Cho-Oyu (la Dea Turchese) in Nepal nel 1988. E come regalo di compleanno per i suoi 70 anni si è regalato un bel 7000… «È stata durissima – racconta un Flavio entusiasta – ma ce l’abbiamo fatta conquistando l'Himlung Himal (7126 metri), una bella montagna vicino all'Annapurna sul confine tra il Nepal e il Tibet. Mi ero allenato ma gli anni passano e si fa più fatica: la gioia che ti dà la montagna ripaga però ogni sforzo».
Cinque storie da ascoltare con un unico denominatore comune: mai smettere di fare attività sportiva, a qualsiasi età. Un messaggio apprezzato dai soci del Panathlon Club Lecco.
Un passo indietro. In apertura il presidente Andrea Mari aveva consegnato il diploma d’onore con distintivo al socio Enrico Francisci per i suoi 50 anni di fedeltà al Panathlon Lecco. Francisci, visibilmente commosso, ha ringraziato ricordando la figura del padre tra i fondatori del Panathlon International Lecco.
Infine ai soci è stato distribuito il libro “Sport lecchese: 100 anni di eventi, personaggi e risultati” scritto dal panathleta Gianni Menicatti.
Storie che hanno avuto come interpreti cinque icone del recente passato della Valle: Gianfranco Polvara, Nico Invernizzi e Natalino Arrigoni (sci di fondo), Giambattista “Tita” Lizzoli (corsa in montagna) e Flavio Spazzadeschi (alpinismo).
Cinque profili di spessore da raccontare con la conduzione del consigliere Panathlon Riccardo Benedetti, anche lui valsassinese “doc”. A cominciare dal fondista Gianfranco Polvara che può vantare ben cinque partecipazioni alle Olimpiadi, dal 1980 al 1994, e a sei edizioni dei Campionati Mondiali. Senza tralasciare il ruolo poi di skiman con altre tre Olimpiadi.
«Lo sci di fondo è stato la mia vita - ha detto -. Mi sono arruolato nell’Esercito a 16 anni, con la firma di mio padre, e poi è iniziata una lunga avventura. Grazie allo sci di fondo ho avuto la possibilità di girare il Mondo, vedere luoghi bellissimi. Ho dato molto allo sport ma ho anche ricevuto tanto».
Da Barzio paese di Polvara a Cremeno la strada che porta a Nico Invernizzi è breve. Nico è stato in gioventù il dominatore degli sci stretti nel contesto delle Api Centrali con almeno una dozzina di titoli vinti prima che si perdesse il conto ufficiale. Poi la seconda vita da veterano con i titoli mondiali vinti con la squadra azzurra. Chissà se fosse entrato in una squadra militare… «Allora, spiega, il lavoro in famiglia aveva la priorità e non ho pesato alla carriera - dice sorridendo Nico -. L’importante era divertirsi e fare sport: quello che faccio ancora oggi a quasi 70 anni».
Ed eccoci a Natalino Arrigoni pure lui barziese, atleta e poi allenatore ed animatore della scuola di sci di fondo in Valle. Un personaggio poliedrico e sempre disponibile: «La passione – spiega Natalino – è quella che ti porta a continuare negli anni e a mettere a disposizione le tue competenze. È ciò che ho fatto io dopo l’attività agonistica lavorando sui giovani. Vorrei approfittare dell’occasione per ricordare Dario Busi che non abbiamo certo dimenticato e che ha dato moltissimo per la sua terra, la Valsassina».
Abbandonati gli sci eccoci virtualmente a Premana per raccontare la storia di Giambattista “Tita” Lizzoli – ben introdotta da Benedetti – già campione del Mondo di corsa in montagna prima di iniziare un lungo calvario dopo essere stato investito in allenamento e rischiando la vita. Storia raccontata da Lizzoli nel suo libro “Pochi secondi”.
«La passione per la corsa in montagna – ha spiegato in emozionato Lizzoli – mi è venuta da ragazzino portando le capre negli alpeggi su è già da Premana. Non avrei immaginato di arrivare un giorno a vincere un mondiale. L’incidente? Mi ha cambiato la vita ma ho lottato per mesi e oggi sono felice di essere qui a raccontarla».
Ultimo atto per l’alpinista Flavio Spazzadeschi gestore del Rifugio Shambalà all’Ape di Giumello ai piedi del Monte Muggio. Lui che può vantare di essere stato il primo alpinista dell’allora provincia di Como a salire un 8000: il Cho-Oyu (la Dea Turchese) in Nepal nel 1988. E come regalo di compleanno per i suoi 70 anni si è regalato un bel 7000… «È stata durissima – racconta un Flavio entusiasta – ma ce l’abbiamo fatta conquistando l'Himlung Himal (7126 metri), una bella montagna vicino all'Annapurna sul confine tra il Nepal e il Tibet. Mi ero allenato ma gli anni passano e si fa più fatica: la gioia che ti dà la montagna ripaga però ogni sforzo».
Cinque storie da ascoltare con un unico denominatore comune: mai smettere di fare attività sportiva, a qualsiasi età. Un messaggio apprezzato dai soci del Panathlon Club Lecco.
Un passo indietro. In apertura il presidente Andrea Mari aveva consegnato il diploma d’onore con distintivo al socio Enrico Francisci per i suoi 50 anni di fedeltà al Panathlon Lecco. Francisci, visibilmente commosso, ha ringraziato ricordando la figura del padre tra i fondatori del Panathlon International Lecco.
Infine ai soci è stato distribuito il libro “Sport lecchese: 100 anni di eventi, personaggi e risultati” scritto dal panathleta Gianni Menicatti.