Lecco Film Fest: da Alice Rohrwacher a Lo chiamavano Trinità, il programma
Mantenere originalità nell'edizione della maturità. Questa – nelle parole di monsignor Davide Milani – la linea guida con cui è stato composto l'articolato cartellone di appuntamenti che dall'1 al 7 luglio – nell'arco dunque di una intera settimana, in un crescendo rispetto ai tre giorni dell'esordio – si susseguiranno per il quinto Lecco Film Fest.
34 gli eventi in programma, 16 le proiezioni (due anche in carcere, per portare il cinema tra i detenuti), 3 i percorsi formativi, una – già dal 25 giugno, quale “anteprima” - la mostra (dedicata a Marcello Mastroianni e pronta, poi, a salpare dal nostro capoluogo verso altre destinazioni come già successo, due anni fa, per l'omaggio a Ennio Morricone), almeno 40-45 gli ospiti-relatori.
Il tutto per esplorare, nelle sue molteplici sfaccettature, la parola libertà. La Signora Libertà, come da titolo della proposta 2024 che, al pari delle precedenti, mantiene – ha aggiunto ancora il prevosto - la connotazione della festa, puntando a recuperare le ragioni vere per cui fare festa nella vita.
Riconoscendo come l'idea di trarre ispirazione da un verso di “Se ti tagliassero a pezzetti” di De André non sia sua bensì della curatrice Angela D'Arrigo, don Davide, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, ha parlato di libertà non come di autodeterminazione. “L'idea di libertà che proponiamo è più simile all'idea della tessera di mosaico” ha argomentato spiegando come la stessa abbia il pregio di dover essere se stessa, “solo dicendo se stessa, in un determinato posto, può realizzare la bellezza dell'opera d'arte”. Ecco dunque l'invito a ciascuno di noi, a non essere pecore del gregge ma tessera di mosaico, per essere quello che si è.
Un Film Fest divenuto, ha aggiungo Angela D'Arrigo “festival di Lecco”, ragione per cui la curatrice si è detta convinta che continuerà anche dopo il trasferimento a Roma di don Davide. Un Film Fest, poi, che quest'anno rende ancor più i giovani protagonisti, dedicando loro una proposta per registi emergenti. Un Film Fest che può contare su più di 70 volontari in aggiunta a coloro i quali già durante l'anno mandano avanti il Cinema Nuovo Aquilone, protagonista anche delle proiezioni “al chiuso” della grande cavalcata che si aprirà il 1° luglio con “Un condannato a morte è fuggito”, film di Robert Bresson presentato come “un inno alla libertà” e dunque degna introduzione – curata da Giacomo Poretti, “che si è proposto per esserci” - ad una settimana di eventi che entrerà poi nel vivo da martedì 2 con la prima pellicola della prima retrospettiva dedicata a Alice Rohrwacher, “la regista più internazionale del cinema italiano”, ospite personalmente del Film Fest nella giornata di domenica, quando commenterà La Chimerà e riceverà il Premio Lucia, costante di tutte le edizioni, assegnato quest'anno anche a Donatella Palermo (produttrice, giovedì 4), Barbara Ronchi (vincitrice lo scorso anno del David, venerdì 5) e Margherita Buy (per l'esordio alla regia, sabato 6).
Sempre martedì, oltre all'inagurazione (ore 18) e alla presentazione del libro Tre notti di Vinicio Marchioni (ore 19) è prevista anche una serata (ore 20), in cui anche il vino sarà co-protagonista, dedicata a “Lo chiamavano Trinità”, alla presenza del figlio del produttore Zingarelli e di Giovanni Perdersoli, figlio di Bud Spencer. Da segnalare, ancora, il 3 l'omaggio a Gaber e, nella stessa giornata, la consegna del Premio alla memoria di Plinio Agostoni, già presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, al regista Riccardo Milani, per il film Un mondo a parte.
Non mancherà anche una anteprima nazionale (il 5, "Non riattaccare") e un incontro sulla libertà di stampa, seguito invece da un momento più scanzonato sul politically correct.
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34 gli eventi in programma, 16 le proiezioni (due anche in carcere, per portare il cinema tra i detenuti), 3 i percorsi formativi, una – già dal 25 giugno, quale “anteprima” - la mostra (dedicata a Marcello Mastroianni e pronta, poi, a salpare dal nostro capoluogo verso altre destinazioni come già successo, due anni fa, per l'omaggio a Ennio Morricone), almeno 40-45 gli ospiti-relatori.
Il tutto per esplorare, nelle sue molteplici sfaccettature, la parola libertà. La Signora Libertà, come da titolo della proposta 2024 che, al pari delle precedenti, mantiene – ha aggiunto ancora il prevosto - la connotazione della festa, puntando a recuperare le ragioni vere per cui fare festa nella vita.
Riconoscendo come l'idea di trarre ispirazione da un verso di “Se ti tagliassero a pezzetti” di De André non sia sua bensì della curatrice Angela D'Arrigo, don Davide, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo, ha parlato di libertà non come di autodeterminazione. “L'idea di libertà che proponiamo è più simile all'idea della tessera di mosaico” ha argomentato spiegando come la stessa abbia il pregio di dover essere se stessa, “solo dicendo se stessa, in un determinato posto, può realizzare la bellezza dell'opera d'arte”. Ecco dunque l'invito a ciascuno di noi, a non essere pecore del gregge ma tessera di mosaico, per essere quello che si è.
Un'idea di libertà che Velasco Vitali ha reso facendo volare un asino nel realizzare il manifesto del Lecco Film Fest 2024, rendendo – come il progetto nato sul Lario – possibile l'impossibile e scegliendo – consapevolmente? - al tempo stesso un “riferimento cristologico fortissimo” essendo stato Gesù stesso l'asino mite, che con caparbietà ha proseguito sulla sua strada. L'asino di Vitali – ha sottolineato ancora monsignor Milani – poi, vola, obbligando a guardare verso l'altro. “E' il senso che vorremmo dare al Film Fest”.
Un Film Fest divenuto, ha aggiungo Angela D'Arrigo “festival di Lecco”, ragione per cui la curatrice si è detta convinta che continuerà anche dopo il trasferimento a Roma di don Davide. Un Film Fest, poi, che quest'anno rende ancor più i giovani protagonisti, dedicando loro una proposta per registi emergenti. Un Film Fest che può contare su più di 70 volontari in aggiunta a coloro i quali già durante l'anno mandano avanti il Cinema Nuovo Aquilone, protagonista anche delle proiezioni “al chiuso” della grande cavalcata che si aprirà il 1° luglio con “Un condannato a morte è fuggito”, film di Robert Bresson presentato come “un inno alla libertà” e dunque degna introduzione – curata da Giacomo Poretti, “che si è proposto per esserci” - ad una settimana di eventi che entrerà poi nel vivo da martedì 2 con la prima pellicola della prima retrospettiva dedicata a Alice Rohrwacher, “la regista più internazionale del cinema italiano”, ospite personalmente del Film Fest nella giornata di domenica, quando commenterà La Chimerà e riceverà il Premio Lucia, costante di tutte le edizioni, assegnato quest'anno anche a Donatella Palermo (produttrice, giovedì 4), Barbara Ronchi (vincitrice lo scorso anno del David, venerdì 5) e Margherita Buy (per l'esordio alla regia, sabato 6).
Sempre martedì, oltre all'inagurazione (ore 18) e alla presentazione del libro Tre notti di Vinicio Marchioni (ore 19) è prevista anche una serata (ore 20), in cui anche il vino sarà co-protagonista, dedicata a “Lo chiamavano Trinità”, alla presenza del figlio del produttore Zingarelli e di Giovanni Perdersoli, figlio di Bud Spencer. Da segnalare, ancora, il 3 l'omaggio a Gaber e, nella stessa giornata, la consegna del Premio alla memoria di Plinio Agostoni, già presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, al regista Riccardo Milani, per il film Un mondo a parte.
Non mancherà anche una anteprima nazionale (il 5, "Non riattaccare") e un incontro sulla libertà di stampa, seguito invece da un momento più scanzonato sul politically correct.
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A.M.