Lecco Film Fest: la presentazione diventa 'commiato' per mons. Milani. 'Il progetto è qualcosa che c'è e rimane'
Convocata l'indomani della notizia del trasferimento a Roma, dal prossimo mese di settembre, di monsignor Milani, voluto “a tempo pieno” al Dicastero della Cultura della Santa Sede, la conferenza stampa di presentazione della quinta edizione del Lecco Film Fest – in programma in città dall'1 a 7 luglio – ha assunto i toni del “mesto saluto” al prevosto, anima indiscussa dalla manifestazione, che ha avuto così modo - ci ha scherzato lui stesso – di sentire con le sue orecchie tutta una serie di elogi a lui rivolti dagli intervenuti, quasi fossero un commiato da funerale.
“Il seme piantato continuerà a crescere” ha assicurato, per primo, il sindaco Mauro Gattinoni, con l'altro Mauro (Piazza, il sottosegretario, in collegamento da Milano) che, riprendendo il tema dell'edizione 2024 del festival – Signora Libertà – ha sottolineato come il prevosto lasci a Lecco, quale lezione, il “non aver paura di esercitare la libertà, assumendosene la responsabilità”.
Da parte sua, poi, la presidente della Provincia Alessandra Hofmann, nell'accordarsi ai ringraziamenti , ha espresso la felicità per la nuova strada che si propone al sacerdote e al tempo stesso – egoisticamente – la tristezza del territorio per la sua partenza, sottolineando come, anche attraverso il Film Fest, “don Davide ci sta facendo vedere la libertà di non aver paura di vedere la cultura diversamente”. E sul concetto di innovazione – tanto caro all'Ente che rappresenta – si è soffermato anche Ezio Vergani, presidente della Camera di Commercio, mentre Maria Grazia Nasazzi, numero uno della Fondazione Comunitaria Lecchese, da poco entrata nel board di sostenitori della rassegna, ha ringraziato monsignor Milani per essere stato “punto di sintesi”.
Ad alti livelli, ancora, tra storia e teologia, l'intervento del Prefetto Sergio Pomponio, che, pensando poi al territorio, ha sostenuto come il modo migliore per continuare a ricordare l'operato di don Davide sarà migliorando quello che lui ha fatto, “a cominciare dal festival, che è la sua creatura più diversa”.
Simpatica, infine, la chiosa di Dario Bolis, direttore Comunicazione di Fondazione Cariplo, che ha citato Gigi Radice e quel suo “voi sarete in grado di fare meglio” detto lasciando il Torino, con la speranza che sia più fortunata in questo dei granata.
“Sono molto orgoglioso che il nostro monsignore vada a occupare una posizione così prestigiosa a Roma: avrà la Signora Libertà di mantenere rapporto con il nostro territorio” ha aggiunto altresì il padrone di casa – la conferenza si è tenuta nella sede dell'Associazione – Marco Campanari, terzo presidente di Confindustria a sostenere, convintamente, il Lecco Film Fest, ritenendo altresì il tema scelto per questa quinta edizione assolutamente pregnante, in una Paese – ha detto – caratterizzato da una giungla di regole e norme, in cui “è sempre più difficile svegliarsi e pensare cosa posso fare”, mentre “esercitare la creatività senza troppi limiti è uno degli aspetti più importanti della vita di ciascuno”.
Mezz'ora buona, dunque, di premesse alle attese parole di don Davide, che – come già via social – anche nel suo primo commento pubblico post notizia del trasferimento non ha nascosto una certa tristezza nel lasciare anzitempo la Comunità Pastorale Madonna del Rosario. “Non è cosa che ho chiesto, è una proposta che ho cercato – non di resistere – ma di allontanare sostenendo che la mia dimensione è in mezzo alla gente. Sento che è questa e che è una dimensione grande perché abbiamo potuto, insieme, provare a far volare gli asini, a realizzare l'impensabile, mettendo insieme le forze. Lecco è terra dove si possono fare cose grandi. Pensavo potesse essere la mia dimensione per i 9 anni di un mandato, invece a 6 è arrivato il trasferimento” ha detto, citando l'immagine scelta da Velasco Vitali per la locandina ufficiale del Lecco Film Fest 2024 e dunque il ciuchino che, in riva al lago, spicca il volo. “Insieme abbiamo realizzato progetti visibili, altri meno appariscenti, ma sostanziali. Insieme abbiamo avviato processi, magari già in atto, ma imprimendo loro una accelerazione. Non sono venuto però a portare niente. Non ho portato Cristo. Non ho portato la Cultura (da qui è passato Manzoni!). Porterò via tanto questo sì, perchè mi avete formato” ha aggiunto ancora monsignor Milani, rassicurando poi sulla volontà di non interrompere dopo questa quinta edizione la serie dei Lecco Film Fest. “Il progetto è qualcosa che c'è e rimane. È andato oltre la semplice intuizione che don Davide e Lorenzo Riva, presidente di Confindustria della prima edizione, hanno avuto per farlo germinare. L'intuizione è una scintilla, ma non si può prendere il merito di quello che è successo tutto dopo. Quello che è successo dopo è merito di tutti” ha altresì affermato con trasporto, parlando di “processi che restano, resteranno e andranno avanti”.
Il dopo don Davide sarà una sfida per il festival di Lecco. Ma siamo terra di “craponi”, si sa.
A seguire la presentazione dell'edizione 2024.
“Il seme piantato continuerà a crescere” ha assicurato, per primo, il sindaco Mauro Gattinoni, con l'altro Mauro (Piazza, il sottosegretario, in collegamento da Milano) che, riprendendo il tema dell'edizione 2024 del festival – Signora Libertà – ha sottolineato come il prevosto lasci a Lecco, quale lezione, il “non aver paura di esercitare la libertà, assumendosene la responsabilità”.
Da parte sua, poi, la presidente della Provincia Alessandra Hofmann, nell'accordarsi ai ringraziamenti , ha espresso la felicità per la nuova strada che si propone al sacerdote e al tempo stesso – egoisticamente – la tristezza del territorio per la sua partenza, sottolineando come, anche attraverso il Film Fest, “don Davide ci sta facendo vedere la libertà di non aver paura di vedere la cultura diversamente”. E sul concetto di innovazione – tanto caro all'Ente che rappresenta – si è soffermato anche Ezio Vergani, presidente della Camera di Commercio, mentre Maria Grazia Nasazzi, numero uno della Fondazione Comunitaria Lecchese, da poco entrata nel board di sostenitori della rassegna, ha ringraziato monsignor Milani per essere stato “punto di sintesi”.
Ad alti livelli, ancora, tra storia e teologia, l'intervento del Prefetto Sergio Pomponio, che, pensando poi al territorio, ha sostenuto come il modo migliore per continuare a ricordare l'operato di don Davide sarà migliorando quello che lui ha fatto, “a cominciare dal festival, che è la sua creatura più diversa”.
Simpatica, infine, la chiosa di Dario Bolis, direttore Comunicazione di Fondazione Cariplo, che ha citato Gigi Radice e quel suo “voi sarete in grado di fare meglio” detto lasciando il Torino, con la speranza che sia più fortunata in questo dei granata.
“Sono molto orgoglioso che il nostro monsignore vada a occupare una posizione così prestigiosa a Roma: avrà la Signora Libertà di mantenere rapporto con il nostro territorio” ha aggiunto altresì il padrone di casa – la conferenza si è tenuta nella sede dell'Associazione – Marco Campanari, terzo presidente di Confindustria a sostenere, convintamente, il Lecco Film Fest, ritenendo altresì il tema scelto per questa quinta edizione assolutamente pregnante, in una Paese – ha detto – caratterizzato da una giungla di regole e norme, in cui “è sempre più difficile svegliarsi e pensare cosa posso fare”, mentre “esercitare la creatività senza troppi limiti è uno degli aspetti più importanti della vita di ciascuno”.
Mezz'ora buona, dunque, di premesse alle attese parole di don Davide, che – come già via social – anche nel suo primo commento pubblico post notizia del trasferimento non ha nascosto una certa tristezza nel lasciare anzitempo la Comunità Pastorale Madonna del Rosario. “Non è cosa che ho chiesto, è una proposta che ho cercato – non di resistere – ma di allontanare sostenendo che la mia dimensione è in mezzo alla gente. Sento che è questa e che è una dimensione grande perché abbiamo potuto, insieme, provare a far volare gli asini, a realizzare l'impensabile, mettendo insieme le forze. Lecco è terra dove si possono fare cose grandi. Pensavo potesse essere la mia dimensione per i 9 anni di un mandato, invece a 6 è arrivato il trasferimento” ha detto, citando l'immagine scelta da Velasco Vitali per la locandina ufficiale del Lecco Film Fest 2024 e dunque il ciuchino che, in riva al lago, spicca il volo. “Insieme abbiamo realizzato progetti visibili, altri meno appariscenti, ma sostanziali. Insieme abbiamo avviato processi, magari già in atto, ma imprimendo loro una accelerazione. Non sono venuto però a portare niente. Non ho portato Cristo. Non ho portato la Cultura (da qui è passato Manzoni!). Porterò via tanto questo sì, perchè mi avete formato” ha aggiunto ancora monsignor Milani, rassicurando poi sulla volontà di non interrompere dopo questa quinta edizione la serie dei Lecco Film Fest. “Il progetto è qualcosa che c'è e rimane. È andato oltre la semplice intuizione che don Davide e Lorenzo Riva, presidente di Confindustria della prima edizione, hanno avuto per farlo germinare. L'intuizione è una scintilla, ma non si può prendere il merito di quello che è successo tutto dopo. Quello che è successo dopo è merito di tutti” ha altresì affermato con trasporto, parlando di “processi che restano, resteranno e andranno avanti”.
Il dopo don Davide sarà una sfida per il festival di Lecco. Ma siamo terra di “craponi”, si sa.
A seguire la presentazione dell'edizione 2024.
A.M.