Lecco perduta/431:quando Gino Bartali era in maglia tricolore
Gino Bartali o Fausto Coppi: così si divideva nel tifo della bicicletta l’Italia post bellica 1945 anche nel lecchese dove le due ruote a pedale erano ancora il mezzo di locomozione più diffuso prima della motorizzazione di massa anni ’60 del Novecento.
Nel Giro della Svizzera del 1954 Fausto Coppi arrivò al traguardo di tappa di Lecco in maglia iridata di campione del mondo; vincerà il giorno dopo la cronometro verso Lugano e sarà il primo nella classifica finale del Giro elvetico.
Il suo storico rivale Gino Bartali aveva raggiunto Lecco, l’anno precedente, il 22 agosto 1953 per partecipare al Gran Premio Cademartori in occasione della sesta mostra Quinquennale. Si disputava in notturna sull’anello stradale intorno a corso Martiri. E’ stata, quest’ultima, per Gino Bartali una gara che concludeva una serie lunghissima di vittorie e di trionfi a livello internazionale, iniziata ormai oltre vent’anni or sono.
Il Gino nazionale era, però, di casa a Lecco. Abbandonate le corse rimaneva la sua vasta popolarità che non veniva logorata dal tempo e che invece si consolidava e si confermava quando Bartali passava sulle strade d’Italia con la sua auto, anticipando la carovana rosa del Giro, la corsa a tappe della Gazzetta dello Sport, da lui vinta tre volte.
Bartali conosceva bene il territorio lecchese, non fosse altro che per il santuario Madonna del Ghisallo, la protettrice dei ciclisti. Al Ghisallo di Magreglio, che guarda sul ramo lecchese del Lario, Bartali è salito molte volte, portando i cimeli della sua straordinaria carriera sportiva: bici, maglia rosa del Giro, maglia gialla del Tour, maglia tricolore del campionato italiano.
Merita, però, di essere particolarmente ricordata la serata dell’autunno 1962, promossa dal Moto Velo Club Lecco, in onore di Gino Bartali. L’incontro conviviale avvenne in un ristorante del quartiere Pescarenico. Venne festeggiato in occasione del 40° del Moto Velo Club Lecco 1922, che aveva una sezione ciclismo animata da Giovanni Carissimi, Fausto Pozzi, Pietro Riva, Giacomo Bosisio, la famiglia Brambilla ed altri appassionati. L’invito a raggiungere Lecco per ricordare una così eccezionale carriera venne portato a Bartali dal massaggiatore della San Pellegrino corse, il lecchese Vittorio Chiappa più volte in equipe per il Giro d’Italia e per altre classiche nazionali.
In quella sera lontana del 1962 fu proprio festa, non solo per Gino Bartali e per il Moto Velo Club Lecco, presieduto da Giorgio Zoboli, ma perché, nella gara di quel giorno, aveva vinto un alfiere della San Pellegrino, il bresciano Ernesto Bono, pure presente a Lecco. Bartali venne particolarmente salutato da un gruppo di tifosi lecchesi guidato da Guglielmo Invernizzi, che ebbe modo di ricordare le sue esaltanti vittorie al Tour, al Giro, alla Milano-Sanremo, al Lombardia e la maglia tricolore dei campione nazionale a 39 anni di età.
Ricordò, pure, la partecipazione come attore, accanto a Fausto Coppi ed a Fiorenzo Magni, ed altri corridori ciclisti, alle riprese del film “Totò al Giro”. Avevano avuto luogo presso l’hotel Moderno, in alto a via Cavour, nelle vicinanze del municipio, nel 1948. Agli interni presso il Moderno seguirono gli esterni sul piazzale antistante, dove vennero registrate le immagini di partenza di una tappa e di arrivo di un’altra. La troupe si portò poi sulla Lecco-Ballabio, dove alcune riprese della carovana, in salita ed in discesa, vennero effettuate presso le curve in località Pomedo del quartiere Laorca. Diversi giovani corridori lecchesi furono chiamati a fare la scomparsa come girini nel film, nel gruppo che scendeva dalla Ballabio.
Nel Giro della Svizzera del 1954 Fausto Coppi arrivò al traguardo di tappa di Lecco in maglia iridata di campione del mondo; vincerà il giorno dopo la cronometro verso Lugano e sarà il primo nella classifica finale del Giro elvetico.
Il suo storico rivale Gino Bartali aveva raggiunto Lecco, l’anno precedente, il 22 agosto 1953 per partecipare al Gran Premio Cademartori in occasione della sesta mostra Quinquennale. Si disputava in notturna sull’anello stradale intorno a corso Martiri. E’ stata, quest’ultima, per Gino Bartali una gara che concludeva una serie lunghissima di vittorie e di trionfi a livello internazionale, iniziata ormai oltre vent’anni or sono.
Il Gino nazionale era, però, di casa a Lecco. Abbandonate le corse rimaneva la sua vasta popolarità che non veniva logorata dal tempo e che invece si consolidava e si confermava quando Bartali passava sulle strade d’Italia con la sua auto, anticipando la carovana rosa del Giro, la corsa a tappe della Gazzetta dello Sport, da lui vinta tre volte.
Bartali conosceva bene il territorio lecchese, non fosse altro che per il santuario Madonna del Ghisallo, la protettrice dei ciclisti. Al Ghisallo di Magreglio, che guarda sul ramo lecchese del Lario, Bartali è salito molte volte, portando i cimeli della sua straordinaria carriera sportiva: bici, maglia rosa del Giro, maglia gialla del Tour, maglia tricolore del campionato italiano.
Merita, però, di essere particolarmente ricordata la serata dell’autunno 1962, promossa dal Moto Velo Club Lecco, in onore di Gino Bartali. L’incontro conviviale avvenne in un ristorante del quartiere Pescarenico. Venne festeggiato in occasione del 40° del Moto Velo Club Lecco 1922, che aveva una sezione ciclismo animata da Giovanni Carissimi, Fausto Pozzi, Pietro Riva, Giacomo Bosisio, la famiglia Brambilla ed altri appassionati. L’invito a raggiungere Lecco per ricordare una così eccezionale carriera venne portato a Bartali dal massaggiatore della San Pellegrino corse, il lecchese Vittorio Chiappa più volte in equipe per il Giro d’Italia e per altre classiche nazionali.
In quella sera lontana del 1962 fu proprio festa, non solo per Gino Bartali e per il Moto Velo Club Lecco, presieduto da Giorgio Zoboli, ma perché, nella gara di quel giorno, aveva vinto un alfiere della San Pellegrino, il bresciano Ernesto Bono, pure presente a Lecco. Bartali venne particolarmente salutato da un gruppo di tifosi lecchesi guidato da Guglielmo Invernizzi, che ebbe modo di ricordare le sue esaltanti vittorie al Tour, al Giro, alla Milano-Sanremo, al Lombardia e la maglia tricolore dei campione nazionale a 39 anni di età.
Nella serata a Pescarenico Gino Bartali ricordò anche le sue soventi visite alla Madonna del Ghisallo. Con Lecco, sempre Bartali, menzionò rapporti di amicizia con personaggi noti nel mondo delle due ruote a pedale come Gigetto Pozzi, residente in quartiere Chiuso, già corridore ciclista su strada ma anche di cross. Ginettaccio ricordò anche di aver vinto sulle strade di Lombardia ben tre volte la classica di fine stagione, detta anche “delle foglie morte” e di essere transitato per primo sotto lo striscione del gran premio della montagna al valico del Ghisallo, mentre la campana della vicina chiesetta suonava a festa per salutare i corridori.
Ricordò, pure, la partecipazione come attore, accanto a Fausto Coppi ed a Fiorenzo Magni, ed altri corridori ciclisti, alle riprese del film “Totò al Giro”. Avevano avuto luogo presso l’hotel Moderno, in alto a via Cavour, nelle vicinanze del municipio, nel 1948. Agli interni presso il Moderno seguirono gli esterni sul piazzale antistante, dove vennero registrate le immagini di partenza di una tappa e di arrivo di un’altra. La troupe si portò poi sulla Lecco-Ballabio, dove alcune riprese della carovana, in salita ed in discesa, vennero effettuate presso le curve in località Pomedo del quartiere Laorca. Diversi giovani corridori lecchesi furono chiamati a fare la scomparsa come girini nel film, nel gruppo che scendeva dalla Ballabio.
A.B.