La bandiera palestinese sventola sui monti del lecchese
La bandiera palestinese sventola sui monti lecchesi, con le croci di vetta a far da pennone. Dal Resegone al San Martino, passando per il Medale e il Magnodeno ma anche dal Monte Barro e dal Cornizzolo. E ancora, il vessillo, è comparso sul Monte Due Mani come sul Linzone. Coinvolto infine anche il Corno Birone.
soggettività che non possono esprimersi e far valere i propri diritti perché vittime di ingiustizie, oppressioni e abusi di potere" spiegano gli autori ignoti dell'azione "di solidarietà".
supportare il genocidio in corso in Palestina" sostiene chi rivendica l'affissione dei vessilli, senza "firmarsi" in alcun modo.
Concetti espressi - con assai meno rispetto per la proprietà altrui - anche a suon di scritte sui muri lecchesi durante il corteo di qualche settimana fa. Ma le bandiere, sulle croci, sono ben altra cosa. E fanno anche ben altro effetto. "Palestina libera, sempre!" la chiosa.
"Con questa azione simbolica vogliamo dare voce al popolo Palestinese e a tutte quelle
soggettività che non possono esprimersi e far valere i propri diritti perché vittime di ingiustizie, oppressioni e abusi di potere" spiegano gli autori ignoti dell'azione "di solidarietà".
"È spiazzante vedere ogni giorno quanto gli interessi e il denaro abbiano assunto un ruolo nettamente più importante rispetto alle vite di migliaia di persone uccise senza alcun motivo, se non quello di voler vivere nella loro terra. Mentre l’attacco Israeliano si intensifica e il numero delle vittime civili aumenta, l’Italia continua a mantenere un silenzio assordante, dimostrando un atteggiamento di indifferenza che contrasta con i principi fondamentali di giustizia e umanità di cui si vanta di essere portatrice. Come se non bastasse, il nostro territorio, circondato da queste montagne sulle cui cime abbiamo deciso di far sventolare la bandiera Palestinese, contribuisce in maniera attiva a
supportare il genocidio in corso in Palestina" sostiene chi rivendica l'affissione dei vessilli, senza "firmarsi" in alcun modo.
"Nessun logo, nessuna associazione. Solo un gruppo di persone stanche di stare ferme a guardare" si presentano così, per poi chiedere: "Fino a dove saremo disposti a spingerci per continuare a seguire i nostri esclusivi, e troppo spesso sporchi, interessi economici? Fino a che punto saremo capaci di voltarci dall’altra parte e continuare a camminare su queste montagne come se niente fosse? Quando torneremo a dedicare un nostro gesto e un nostro pensiero, le cose più autentiche e politiche che abbiamo, a favore di persone che non vengono ascoltate ma uccise, nel silenzio generale? Non ci stiamo rivolgendo alle autorità o a enti specifici, abbiamo pretese più alte. Stiamo parlando con chiunque leggerà queste parole e che ci auguriamo prenderà qualche minuto delle prossime sere per guardarsi dentro e rispondere a queste domande. Per ogni vita che viene messa in secondo piano e calpestata per la convenienza di pochi. Per chiunque non si trovi a proprio agio nel non pensare comune".