La guerra civile locale (riprova di pessima gestione di questa amministrazione) per 6 cm

Se è vero che “I panni sporchi si lavano in famiglia”, è evidente invece che i panni a Lecco si stracciano in pubblico anche quando non sono sporchi. Una situazione che sta diventando insostenibile dettata dalle relazioni ormai al limite del divorzio tra Comune e LineeLecco che pagheranno in ogni caso i cittadini. Il caso è surreale, 6 cm (SEI CENTIMETRI) di eccesso costruttivo – con permesso concesso dal Comune di Lecco - in una palazzina ad uso pubblico che sono ora diventati abuso edilizio intollerabile, quasi fosse una villa con giardino costruita su una baita grazie alla revoca del precedente permesso comunale. È ora un abuso troppo ghiotto per non essere usato come nuova battaglia tra due istituzioni della stessa città amministrate dallo stesso colore.
Ora si aprono diverse strade, il ricorso al TAR di LineeLecco o la rimozione della palazzina regalandola al Comune oppure distruggendola, cosa che implica il dissesto del conto economico – in pari – della nostra (nostra cioè di tutti i lecchesi) partecipata. Questo per il fatto che la Palazzina è comunque nel bilancio della Società ed è un bilancio in pari, senza quell’immobilizzazione il Bilancio salta. Nessuno nega che il problema esista, l’errore ci sia e sia assolutamente misurabile. Eppure in questi mesi in cui pare fosse evidente il problema invece che trovare una via per la soluzione bonaria e meno gravosa per la città questa amministrazione, nell’assoluta debolezza del Sindaco su ogni tema tecnicamente complesso, ha scelto e si è arresa allo scontro e allo schianto di uno dei due. 
Il conto sarà pagato dai cittadini, che sia un lungo e costoso ricorso al TAR, che sia la demolizione della struttura, che sia il buco di Bilancio di una partecipata. Non c’è alcuna condotta da buon padre di famiglia ma una nuova pagine di guerra civile locale assolutamente evitabile ed ennesima prova di pessima gestione di questa amministrazione.
Filippo Boscagli, capogruppo Fratelli d'Italia
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