Lecco: (ri)spiegato il progetto del lungolago tra 'tagli' e una piattaforma alle Caviate
Presentati ufficialmente i lavori di riqualificazione del lungolago cittadino, il cosiddetto Progetto Waterfront («termine esotico che starebbe per Fronte Lago» come ha chiosato l’agronomo Giorgio Buizza). Lavori che sono partiti il 14 maggio ma che il Comune ha illustrato pubblicamente solo ora per via della “par condicio” da campagna elettorale, «perché parlare del lungolago di Lecco avrebbe interferito nel voto europeo» ha ironizzato il sindaco Mauro Gattinoni.
L’incontro si è svolto ieri sera a Palazzo delle paure in una sala non affollatissima: assente soprattutto il “fronte dei contrari” e cioè di coloro che contestano la cancellazione degli ottanta posti auto a margine della carreggiata e che nel mese di marzo avevano promosso anche una raccolta firme e che avevano fatto sentire la loro voce in occasione della pubblica assemblea sulla viabilità tenutasi all’inizio di aprile a Germanedo. La discussione si è quindi sviluppata senza momenti di polemica.
Con il sindaco, a presentare progetto e lavori, c’era l’’assessore ai lavori pubblici Maria Sacchi.
La sistemazione del lungolago, come si ricorderà, è l’attuazione del progetto realizzato dall’architetto Paola Viganò che ha vinto il concorso di idee bandito dalla precedente amministrazione guidata Virginio Brivio. Un progetto “wow”, per usare l’immagine del sindaco, ma che ha dovuto passare attraverso il setaccio di una serie di vincoli non ultimi per importanza quelli economici. Un progetto che partiva da un’ipotesi di spesa di 14 milioni di euro, ma che nella realtà ne sarebbe costati 34, «una cifra impraticabile» ha spiegato Gattinoni. Inevitabile quindi il ridimensionamento per restare nel budget dei 10 milioni di euro a disposizione, 7 dei quali finanziati dal Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza alimentato da fondi europei), mentre un milione arriva dalla Regione e il resto dalle stesse casse comunali. In particolare, sono state sacrificate la piazzetta e la piscina galleggiante, l’una del costo di 4 milioni e l’altra di oltre 5 milioni. Sacrificate almeno per il momento. In futuro si vedrà. Come si vedrà la possibilità di realizzare il porto turistico per un’ottantina di posti-barca con annesso ristorante ai giardini della Malpensata: la fattibilità è legata a una serie di verifiche tecniche considerato che quella costa è costituita pressoché interamente da materiale di risulta.
La realizzazione dell’idea di Viganò, inoltre, ha dovuto superare anche il vaglio della Soprintendenza che in molti casi ha chiesto di apportare una serie di modifiche, alcune marginali, altre più significative. Da parte sua, il primo cittadino ha anche ricordato come qualsiasi riqualificazione del lungolago debba comunque tenere presente che si tratta pur sempre di una strada che deve essere lasciata aperta al traffico: sia perché i camion che trasportano sostanze pericolose non possono percorrere il tunnel dell’attraversamento e dal lungolago devono passare, sia perché in caso di emergenza e di chiusura dello stesso tunnel, l’unica alternativa è appunto il lungolago.
Inoltre, i lavori partiti un mese fa e la cui conclusione è prevista per il gennaio 2026 riguardano il waterfront dall’incrocio con la via Sauro fino al distributore Tamoil delle Caviate. Esclusa la zona del Monumento ai Caduti che per il momento resterà com’è ed esclusa l’appendice del lungoadda fino a Pescarenico. Il cantiere attuale è stato suddiviso in otto lotti funzionali: significa che si interverrà per brevi tratti e ogni tratto sarà immediatamente percorribile una volta terminato. Si è cominciato sul lato a monte. Durante la stagione estiva alle porte, la passeggiata sarà infatti completamente aperta. Vi si metterà mano dal 20 settembre.
Accanto alla passeggiata pedonale, vi sarà – com’è noto – anche la pista ciclabile per lasciare spazio alla quale saranno appunto eliminati i parcheggi a bordo strada. Larga 2 metri e 90 partirà dalle Caviate per arrivare in piazza Cermenati. Critico il proseguimento per ragioni di spazio. Proprio l’attuale disegno della piazza non consente di arrivare fino alla Canottieri e per il momento quindi lì ci si fermerà. Lungo il percorso vi saranno anche paline per la riparazione delle biciclette e per la ricarica di quelle elettriche.
Al progetto Viganò, è stata inoltre aggiunta una nuova piattaforma in corrispondenza del distributore di carburante alle Caviate. Ideata in collaborazione con l’assessorato agli eventi guidato da Giovanni Cattaneo, sarà una struttura per la pratica di alcuni sport d’acqua (surf e canoa) da affidare a un privato che ne curerà la gestione e il noleggio del materiale. Sarà dotata di alcuni magazzini e di un piccolo punto ristoro.
La piattaforma prevede anche un percorso pedonale che proseguirà per un breve tratto lungo la massicciata sottostante la pista ciclabile già esistente. Per ragioni di sicurezza sarà comunque praticabile solo nelle ore diurne. I lavori per questa piattaforma partiranno già alla fine del mese di agosto per concludersi nel giugno del prossimo anno.
Dal pubblico, come detto, non si sono levate contestazioni, più che altro richieste di chiarimenti e qualche suggerimento. Per esempio, quello di non dimenticare comunque il proseguimento lungo l’Adda fino a Pescarenico, l’urgenza di sistemare comunque la zona del Monumento ai Caduti («Va bene la ghiaietta, ma andrebbe sistemata») ma è stata anche stigmatizzata la presenza di furgoni e bancarelle per le più svariate iniziative, ma anche dei giochi gonfiabili e della stessa ruota panoramica che impediscono la vista del lago e ne alterano la bellezza, finendo così con essere da deterrente per il turismo anziché un incentivo.
L’incontro si è svolto ieri sera a Palazzo delle paure in una sala non affollatissima: assente soprattutto il “fronte dei contrari” e cioè di coloro che contestano la cancellazione degli ottanta posti auto a margine della carreggiata e che nel mese di marzo avevano promosso anche una raccolta firme e che avevano fatto sentire la loro voce in occasione della pubblica assemblea sulla viabilità tenutasi all’inizio di aprile a Germanedo. La discussione si è quindi sviluppata senza momenti di polemica.
Con il sindaco, a presentare progetto e lavori, c’era l’’assessore ai lavori pubblici Maria Sacchi.
La sistemazione del lungolago, come si ricorderà, è l’attuazione del progetto realizzato dall’architetto Paola Viganò che ha vinto il concorso di idee bandito dalla precedente amministrazione guidata Virginio Brivio. Un progetto “wow”, per usare l’immagine del sindaco, ma che ha dovuto passare attraverso il setaccio di una serie di vincoli non ultimi per importanza quelli economici. Un progetto che partiva da un’ipotesi di spesa di 14 milioni di euro, ma che nella realtà ne sarebbe costati 34, «una cifra impraticabile» ha spiegato Gattinoni. Inevitabile quindi il ridimensionamento per restare nel budget dei 10 milioni di euro a disposizione, 7 dei quali finanziati dal Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza alimentato da fondi europei), mentre un milione arriva dalla Regione e il resto dalle stesse casse comunali. In particolare, sono state sacrificate la piazzetta e la piscina galleggiante, l’una del costo di 4 milioni e l’altra di oltre 5 milioni. Sacrificate almeno per il momento. In futuro si vedrà. Come si vedrà la possibilità di realizzare il porto turistico per un’ottantina di posti-barca con annesso ristorante ai giardini della Malpensata: la fattibilità è legata a una serie di verifiche tecniche considerato che quella costa è costituita pressoché interamente da materiale di risulta.
La realizzazione dell’idea di Viganò, inoltre, ha dovuto superare anche il vaglio della Soprintendenza che in molti casi ha chiesto di apportare una serie di modifiche, alcune marginali, altre più significative. Da parte sua, il primo cittadino ha anche ricordato come qualsiasi riqualificazione del lungolago debba comunque tenere presente che si tratta pur sempre di una strada che deve essere lasciata aperta al traffico: sia perché i camion che trasportano sostanze pericolose non possono percorrere il tunnel dell’attraversamento e dal lungolago devono passare, sia perché in caso di emergenza e di chiusura dello stesso tunnel, l’unica alternativa è appunto il lungolago.
Inoltre, i lavori partiti un mese fa e la cui conclusione è prevista per il gennaio 2026 riguardano il waterfront dall’incrocio con la via Sauro fino al distributore Tamoil delle Caviate. Esclusa la zona del Monumento ai Caduti che per il momento resterà com’è ed esclusa l’appendice del lungoadda fino a Pescarenico. Il cantiere attuale è stato suddiviso in otto lotti funzionali: significa che si interverrà per brevi tratti e ogni tratto sarà immediatamente percorribile una volta terminato. Si è cominciato sul lato a monte. Durante la stagione estiva alle porte, la passeggiata sarà infatti completamente aperta. Vi si metterà mano dal 20 settembre.
L’intervento prevede una riqualificazione del lungolago senza stravolgerlo, secondo l’illustrazione di Sacchi. Si prevede il livellamento della passeggiata che sarà innalzata di 20 o 25 centimetri, il mantenimento dalla pavimentazione in porfido con alcuni tratti in serizzo, la sostituzione delle ringhiere che saranno a lamelle verticali presumibilmente grigie, panchine in calcestruzzo in aggiunta a quelle già esistenti che resteranno come resteranno le lanterne a led attuali, attraversamenti pedonali (otto in tutto) rialzati e illuminati, servizi per eventi (per esempio, torrette a scomparsa per gli allacci elettrici), il mantenimento dell’attuale piantumazione di platani e tigli (saranno abbattuti sei alberi degli attuali trecento circa, ma ne saranno messi a dimora altri 39).
Accanto alla passeggiata pedonale, vi sarà – com’è noto – anche la pista ciclabile per lasciare spazio alla quale saranno appunto eliminati i parcheggi a bordo strada. Larga 2 metri e 90 partirà dalle Caviate per arrivare in piazza Cermenati. Critico il proseguimento per ragioni di spazio. Proprio l’attuale disegno della piazza non consente di arrivare fino alla Canottieri e per il momento quindi lì ci si fermerà. Lungo il percorso vi saranno anche paline per la riparazione delle biciclette e per la ricarica di quelle elettriche.
Al progetto Viganò, è stata inoltre aggiunta una nuova piattaforma in corrispondenza del distributore di carburante alle Caviate. Ideata in collaborazione con l’assessorato agli eventi guidato da Giovanni Cattaneo, sarà una struttura per la pratica di alcuni sport d’acqua (surf e canoa) da affidare a un privato che ne curerà la gestione e il noleggio del materiale. Sarà dotata di alcuni magazzini e di un piccolo punto ristoro.
La piattaforma prevede anche un percorso pedonale che proseguirà per un breve tratto lungo la massicciata sottostante la pista ciclabile già esistente. Per ragioni di sicurezza sarà comunque praticabile solo nelle ore diurne. I lavori per questa piattaforma partiranno già alla fine del mese di agosto per concludersi nel giugno del prossimo anno.
Dal pubblico, come detto, non si sono levate contestazioni, più che altro richieste di chiarimenti e qualche suggerimento. Per esempio, quello di non dimenticare comunque il proseguimento lungo l’Adda fino a Pescarenico, l’urgenza di sistemare comunque la zona del Monumento ai Caduti («Va bene la ghiaietta, ma andrebbe sistemata») ma è stata anche stigmatizzata la presenza di furgoni e bancarelle per le più svariate iniziative, ma anche dei giochi gonfiabili e della stessa ruota panoramica che impediscono la vista del lago e ne alterano la bellezza, finendo così con essere da deterrente per il turismo anziché un incentivo.
Di parcheggi si è comunque parlato. E’ stato ancora il sindaco a ricordare come al servizio del centro cittadino vi siano numerose aree di sosta cha dl lunedì al venerdì sono spesso sottoutilizzate (altro discorso nei fine settimane quando in effetti il problema si pone). Ma soprattutto ha posto una domanda: «Noi vogliamo davvero che la gente arrivi sul lungolago in auto? Oppure è preferibile che sul lungolago arrivi a piedi?».
D.C.