Antonio Rusconi spinge per le larghe intese in Provincia. Tra ribaltoni e millesimi 'sprecati', c'è chi vuol far da sè

Costa Masnaga e Paderno. Nessuno, si è filato Costa Masnaga e Paderno. E tutti nel centrodestra, con il senno del poi, perso Merate, si devono mangiare le mani per non aver predisposto un (seppur piccolo) paracadute, mancando l'occasione. Non certo di governare uno dei due paesi, con il primo saldamente in mano alla sindaca Sabina Panzeri che, dopo dieci anni in fascia tricolore, si appresta a giurare nuovamente ed il secondo da sempre a sinistra con Gianpaolo Torchio che ha ereditato nel 2019 il testimone di Renzo Rotta, che lo aveva ricevuto da Valter Motta... Ma sarebbe stato sufficiente “esserci” per racimolare preziosissimi millesimi in vista delle provinciali, dove si sa, a votare sono solo gli "eletti" e dove ogni preferenza espressa non vale uno, ma è ponderata in base alle dimensioni del comune rappresentato.

Non aver presidiato, presentando una lista di scopo, Costa Masnaga e Paderno, ha significato lasciare agli avversari l'intera torta. Con il discorso che si potrebbe ribaltare in casa centrosinistra, su Civate, unico altro comune monolista della fascia 3.000 – 5.000 abitanti – dove, come già 5 anni fa, Angelo Isella non ha avuto rivali.
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Villa Locatelli sede della Provincia di Lecco

Qualche militante da schierare Daniele Butti lo aveva. Basti pensare alla formazione a cui ha concesso il simbolo a Casargo, capitanata dal lecchese, già coordinatore della sezione di Oggiono, Giovanni Pasquini, senza speranza di vittoria in Alta Valle, dopo aver già incassato nel tempo due batoste consecutive. Correre per correre, tanto più con tesserati come la ellese Elena Zambetti catapultata "lassù" per amicizia ed il verderese Marco Benedetti dato inizialmente come della partita, forse era meglio farlo in una realtà dove la figuraccia della sconfitta sarebbe stata ripagata da un pugno di millesimi in più di quelli ottenuti incassando il 9.2% di consensi ai piedi del Monte Muggio.

E non sono stati lungimiranti nemmeno i Fratelli – coltelli - d'Italia. Fabio Pio Mastroberardino, che punta alla riconferma proprio in Provincia, ha messo in piedi una lista di fedelissimi e amici di fedelissimi in quel di Monte Marenzo (comune sotto i 3.000 abitanti, quindi di peso quasi nullo), indicando quale improbabile sfidante dell'imbattibile Paola Colombo, il bellanese Ivan Raveglia che nel segreto del seggio a Villa Locatelli lo voterà di sicuro. Non si è arrivati però a dare concretezza allo sforzo di Giovanni Bisanti Panzuti del circolo di Nibionno per “tirare in piedi” qualcosa, a Costa, dove addirittura per qualche giorno è sembrato che il posto di candidato sindaco di bandiera rimasto vacante potesse essere occupato da Beppe Mambretti.

Un ragionamento, questo, che sta in piedi tanto più alla luce delle dichiarazioni a caldo di Giacomo Zamperini che, dopo lo spoglio delle europee, prima ancora veder certificato lo smacco di Oggiono, il tonfo (nell'aria) di Merate, la mancata riscossa a Valmadrera (dove la segretaria di circolo Donatella Scaravilli è rimasta perfino fuori dal consiglio) e l'addio alla poltrona di Adriano Airoldi a Introbio battuto da Silvana Piazza (unico cambio in Valle, insieme a Barzio dove il perdente Giovanni Arrigoni Battaia era sostenuto da Mauro Piazza) già dichiarava che Fratelli d'Italia alle provinciali presenterà una propria lista.
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Alessandra Hofmann con lo stemma della Provincia

1.600 i voti ponderati di scarto con cui Alessandra Hofmann due anni fa ha vinto, per il centrodestra unito, su Marco Passoni, per il centrosinistra, con i Civici non in corsa con un loro candidato presidente. Ora la guida dell'Ente, alla prossima tornata non è in discussione: il mandato è quadriennale, mentre sono solo i consiglieri a dover essere rivotati. La partita è apertissima. Lo scacchiere vede attualmente 6 "pedine" oltre la Hofmann per il cdx, 5 per il csx e una per i Civici. La sconfitta di Massimo Panzeri a Merate, con il più grosso comune al voto passato così da verde-azzurro a rosso, potrebbe essere controbilanciata dai ribaltoni di Malgrate e Barzago (con il piddino Michele Bianco, sconfitto da una giovanissima avversaria, dopo aver messo all'angolo il sindaco uscente Mirko Ceroli) nonché dai voti in più, sulla carta, assicurati al centrodestra da realtà come Lierna dove a questo giro si sono contesi l'amministrazione del municipio due formazioni della stessa area politica, con la leghista Simonetta Costantini (eletta) sfidata - senza esclusione di colpi - dal meloniano Paolo Molteni.

Chi è bravo nei calcoli, stima spannometricamente qualche centinaio di voti ponderati il vantaggio residuo sul centrosinistra, non nascondendo però timori dovuti più che altro agli strascichi delle amministrative, dove in più realtà la chiamata alle urne ha portato a divisioni laceranti tra appartenenti - in teoria - alla stessa coalizione.
E Dario Perego e Franca Maggioni, dopo essersi contrapposti a Panzeri a Merate, a chi assegneranno la loro preferenza da 220 millesimi l'una? Verrà avanti, tra i "dissidenti" e gli "scontenti", un quarto soggetto differente anche dai Civici che guardavano al centrosinistra? E se FdI va da sola alla conta dei voti con una sua lista come annunciato da "Zampe", Forza Italia - con un pacchetto di amministratori sempre più risicato - dove si inserirà? Gagliardi non potrà farsi fregare anche questa volta...
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Antonio Rusconi

In un tal contesto, Antonio Rusconi - già anima dei ne' carne ne' pesce in assise, ora "privato cittadino" non avendo partecipato alla competizione elettorale e non avendo dunque ne' la possibilità di eleggere ne' di essere eletto - la butta lì, guardando forse già a altri tavoli: "auspico un accordo unitario, come c'è già stato per anni con Polano e Usuelli". Insomma, propone di metter da parte la sfida e di creare attorno a Alessandra Hofmann un gruppo trasversale che nei prossimi due anni lavori per realizzare un programma condiviso, per evitare una eventuale impasse, rinunciando alla contrapposizione politica. "Una Provincia zoppa non conviene a nessuno", il suo ragionamento. Difficilmente il consiglio del “grande saggio” verrà ascoltato dai giovani segretari che amministrano i partiti a livello locale.
A.M.
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