Calcio Lecco: il settennato di Di Nunno, tra bizzarrie e successi

Si è concluso il regno di Paolo Di Nunno, a cui va attribuito il merito di aver rilanciato una società sportiva dichiarata fallita nel 2016. Ieri sera l'annuncio del passaggio di consegne tra l'imprenditore bergamasco Aniello Aliberti e Di Nunno, che aveva rilevato il club il 9 giugno 2017. Oggi la firma dal notaio. 
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Il presidente Di Nunno al microfono affiancato da Angelo Battazza
A distanza di sette anni ci piace rammentare l'entusiasmo di quella calda estate, sfociato con la presentazione del 23 luglio in una Piazza Garibaldi gremita. Le dichiarazioni del neopresidente, del passionale Angelo Battazza e del tecnico Alessio Del Piano avevano acceso le speranze dei tifosi, i quali, evitato il baratro, potevano sognare a occhi aperti. Quel campionato, 2017/18 di serie D, si rivelò tuttavia burrascoso. Dopo cinque gare (una vittoria, due pareggi e altrettante sconfitte) mister Del Piano venne giubilato e al suo posto si insediò il “pirata” Luciano De Paola che durò... due giorni, il tempo di un week-end. Ritornò Del Piano che guidò la squadra fino al 28 gennaio (fatale la sconfitta casalinga per 1-0 contro la Virtus Bergamo) prima di cederla ad Alessio Tacchinardi, il quale, con una collana di risultati utili, riportò le Aquile a galla, terminando al sesto posto a pari merito con la Virtus Bergamo.
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Mister Marco Gaburro
Nonostante le peripezie, il Lecco aveva gettato i semi che avrebbero fruttificato l'anno dopo con mister Marco Gaburro, condottiero di una squadra da record, capace di chiudere il campionato con 27 punti di vantaggio sulla seconda classificata. 
Ma qual è il bilancio sportivo di Paolo Leonardo Di Nunno nel settennato di presidenza?
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Mister Foschi
Il fatto più rilevante è il ritorno del Lecco in un ambito più consono alle tradizioni del club dopo periodi di sofferenze. Nel pacchetto delle cose realizzate figurano la menzionata promozione in C del 2019, la salvezza nella stagione successiva, le due qualificazioni per i playoff (2021 e 2022), l'incredibile ascesa in B con mister Luciano Foschi,  lo sviluppo del settore giovanile e gli interventi sulle strutture dello stadio Rigamonti-Ceppi.
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Tifosi in campo dopo la promozione in B
Purtroppo negli ultimi dodici mesi la situazione si è capovolta, lacerando un feeling che sembrava inossidabile. Già perché il tragitto in B, terminato con la retrocessione, è stato costellato da tanti problemi e ha fatto emergere discrepanze e contraddizioni. E quando le cose vanno male solitamente volano gli stracci. Si è in pratica passati dall'euforia alle profonde frustrazioni, patite in primis dai tifosi il cui attaccamento ai colori blucelesti non è mai venuto meno.  L'andamento della classifica ha rispecchiato i continui scossoni, sotterranei e manifesti, e la fragorosa caduta nel girone di ritorno ha sancito la retrocessione. A ciò aggiungiamo le frizioni sempre più accentuate tra patron e parte della tifoseria. 
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Tifosi in festa per il Lecco
Fattori che hanno accelerato l'epilogo, cancellando un idillio quasi edenico. Tuttavia, per raccontare con oggettività il campionato scorso, non si possono omettere le traversie estive legate all'iscrizione in B. Il Lecco ha dovuto attendere fino al 30 agosto per potersi accodare alle  partecipanti alla cadetteria, le quali, frattanto, avevano completato i quadri tecnici e avevano già giocato turni di Coppa Italia e di campionato.   
Arrivati al termine del percorso, il Lecco saluta Di Nunno e si appresta a scrivere su pagine bianche un nuovo capitolo di una storia lunga 112 anni. Ricordiamo che il primo presidente bluceleste è stato Eugenio Ceppi, padre dell'indimenticabile “sciur Mario”, presidentissimo per antonomasia. Proprio sotto la gestione di Mario Ceppi il club bluceleste ha vissuto l'età dell'oro, illuminata da tre tornei giocati nella massima serie, dodici campionati di serie B (con due promozioni), la Coppa anglo-italiana, due tornei nazionali di B “De Martino” e la Coppa Italia semiprofessionisti.
Momenti di gloria che i tifosi blucelesti anelano di rivivere, anche se sarà difficile esprimersi nuovamente a certi livelli perché il calcio nel frattempo ha mutato pelle.
Aniello Aliberti e il suo staff introdurranno nuovi  principi gestionali, in linea con il momento attuale. Principi che però dovranno annettere le tradizioni del club e del suo inestimabile patrimonio culturale e sportivo. Ad maiora vecchia Aquila. 
R.F.
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