In viaggio a tempo indeterminato/334: il Paese dove le scimmie vanno alla spa

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Esiste un Paese dove i conigli possiedono un'isola. Scorrazzano liberamente da una parte all'altra, mangiando a volontà e divertendosi "come conigli".

C'è chi se ne sta in spiaggia e chi si allena a scavare buche in un campo da golf.

Chi si nasconde all'ombra degli alberi e chi preferisce sdraiarsi al sole.

Quella è casa loro e gli ospiti sono degli umani che ogni giorno arrivano in traghetto.

Sono rumorosi e fastidiosi questi umani ma almeno portano carote e verdure fresche da sgranocchiare.

L'isola prima era loro ma la usavano molto male. Se ne vergognavano, tanto da tenerla segreta, e la utilizzavano per produrre armi chimiche per farsi del male tra loro.

Gli umani, insomma, hanno fatto delle nefandezze tali su questo fazzoletto di sabbia e foresta, che solo dei dolci coniglietti potevano mettere una pezza e dare una seconda vita a questo luogo.

Esiste un Paese dove le scimmie vanno alla spa.

La mattina si svegliano nel fitto della foresta, appena la luce prende il posto delle tenebre, e si incamminano verso il loro personale centro termale.

Quando nevica mettere il pelo ammollo nelle vasche di acqua calda è una vera goduria.

Se ne stanno tra i vapori della sorgente termale, sollazzate dai fiocchi di neve sul viso. Tra queste montagne i macachi abitano da moltissimi anni e hanno sempre trovato questo modo rilassante per sopravvivere ai rigidi nevosi inverni delle Alpi giapponesi.

Inizialmente il bagno lo facevano in pozze arrangiate accanto al corso del fiume.

Poi hanno assunto degli umani perché gli costruissero una bella vasca capiente, vista vallata, con ricircolo automatico dell'acqua e cibo a volontà a disposizione.

In cambio, la promessa da parte delle scimmie di presentarsi ogni giorno a quella vasca e di non innervosirsi per le migliaia di foto e video.

L'errore più grande che hanno fatto è stato, però, non firmare nessun accordo sulla privacy. E così si sono ritrovate a diventare famose controvoglia. Protagoniste di documentari, video, calendari, reel, video tiktok che hanno fatto il giro del mondo.

Oggi gli umani pagano addirittura un biglietto per andarle a vedere mentre se ne stanno ammollo nell'acqua calda. E la speranza delle scimmie è che tutti questi loro simili non pelosi, non decidano di andarsene da un giorno all'altro perché nel frattempo loro si sono dimenticate di come ci si procaccia il cibo. Mangiare i semi che gli lanciano gli uomini è molto più semplice e non richiede sforzi, ma se un giorno questo buffet illimitato dovesse finire?

Esiste un Paese dove i gatti frequentano un bar alla moda.

Esiste un Paese dove i ricci fanno colazione in un elegante caffè.

Esiste un Paese dove i cani indossano vestiti di firme prestigiose e vengono portati a spasso a bordo di confortevoli passeggini.

Questo Paese sembra uscito da una storia per bambini, un romanzo alla "Alice nel Paese delle Meraviglie". Anche se, a dir la verità, nemmeno Lewis Carroll e la sua fervida fantasia, erano state in grado di partorire certe scene.

Questo Paese è il Giappone e tutto quello che ho appena descritto è successo proprio davanti ai miei occhi.

E ogni volta è stato un miscuglio di sensazioni contrastanti, oltre all'immancabile stupore e a un iniziale "che cariniiii".

La spensieratezza e allegria che ti mettono dei coniglietti messi su un'isola contaminata e che ti ricordano che per quanto l'uomo possa raggiungere punti bassissimi, la natura riesce sempre a metterci una pezza.

Il senso di irrequietezza provocato dal vedere delle scimmie libere che si fidano così tanto dell'uomo da avvicinarsi senza timore.

Lo stesso uomo che sull'isola dei conigli ha costruito armi chimiche e che nella raccolta punti "fiducia" non è messo benissimo.

Sì, lo so, vedere certi animali da vicino regala un'emozione bellissima, ma la domanda che mi faccio ogni volta è "che costo ha questo futile divertimento umano per gli animali in questione?"
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E poi ci sono i cat cafè, i passeggini e i cimiteri per cani, i negozi di vestiti e accessori per animali domestici. Tutto estremamente kawaii per dirlo alla giapponese, una parola che in italiano si potrebbe tradurre con carino, dolce e coccoloso.

Questo fenomeno è sicuramente lo specchio di una società dove il numero di animali domestici supera di gran lunga quello di bambini sotto i 16 anni.

Le famiglie che scelgono di prendersi cura di un cane o un gatto sono più di quelle che decidono di avere figli.

E chi vive in appartamenti troppo piccoli o è impegnato in orari di lavoro che non permetterebbero di prendersi cura di un altro essere vivente, può passare qualche ora in un pet café attorniato da animali di ogni tipo, compresi rettili e volatili.


Paese che vai, usanze che trovi, recita un detto e direi che si applica perfettamente anche al Giappone e alle sue stranezze.
Angela (e Paolo)
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