Dal consenso putiniano di Casargo alle sfide in famiglia. A Valmadrera 'boom' degli ex assessori, male FdI e il PD

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In copertina, sul suo profilo Facebook, campeggia una frase del professor Gianfranco Miglio, con l'ormai rottamato sole delle alpi, tanto caro al vecchio Carroccio:
"Con il consenso della gente si può fare di tutto: cambiare il Governo, sostituire la Bandiera, unirsi ad un altro Paese, formarne uno nuovo". Già, il consenso, quello che evidentemente gli è mancato - ancora una volta - in quel di CASARGO.
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La copertina social di Giovanni Pasquini

Il già segretario della Lega di Oggiono Giovanni Pasquini - al terzo tentativo consecutivo di farsi eleggere sindaco in Alta Valle - ha racimolato così pochi voti da far risultare, a livello provinciale - ma forse anche oltre i confini nostrani - il suo avversario lo "Zar" di queste elezioni, ottenendo - lui sì - un consenso putiniano. 
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Antonio Pasquini con la sua lista

E' finita, infatti, 474 a 48 per Antonio Pasquini, con Giovanni che si è fermato dunque al 9,20% delle schede. E così il primo cittadino uscente ha dunque ulteriormente migliorato il già lusinghiero risultato di cinque anni fa. Se nel 2019 la sua "Valore Casargo" aveva incassato il 73,84% dei voti, ora - dopo una alluvione e una pandemia, con tutti gli annessi e connessi di due situazioni così gravose da gestire - tocca quota 90,80%. Un plebiscito, insomma. Con Marta Bellati, la più votata della formazione di Antonio - orientata a destra ma aperta al civismo esattamente come quella di Giovanni (con tanto di simbolo della Lega nel logo) - riuscita da sola a incamerare più preferenze (67) delle X centrate, complessivamente, come lista, da "Per Casargo" (48 per l'appunto). 
Quando si dice, insomma, che alle comunali sono le persone a fare la differenza... 
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Malgrate per Tutti

Un assunto che forse ben si sposa anche al caso MALGRATE, dove la lista di Aldo Maggi, espressione della maggioranza uscente, ha subito - in una corsa comunque a tre - la sconfitta ad opera della formazione capitanata da Michele Peccati che, ripetutamente mandato al tappeto in altre occasioni, ha saputo riunire sotto lo stesso vessillo i due gruppi d'opposizione in seno al consiglio comunale, sfruttando, dopo aver perso 5 anni fa per 75 voti, due mancanze significative tra le fila di "Per Tutti": quella - irreparabile, chiaramente - del compianto Innocente Vassena, forte, per il suo carisma e il suo impegno per la collettività, di un proprio consistente pacchetto di voti e quella di Flavio Polano che, dopo aver fatto tanto il sindaco quanto il presidente della Provincia, ha scelto di defilarsi dalla vita amministrativa. E così, sostenuto dalla voglia di cambiamento, il ribaltone è stato servito.

Non è andata alla stessa maniera a VALMADRERA, dove pure le premesse c'erano tutte. Cesare Colombo "erede" del sindaco uscente Antonio Rusconi, quale portabandiera di Progetto Valmadrera, si è trovato a confrontarsi con la Coalizione nata dalla fusione dei due gruppi relegati sui banchi della minoranza (pur di fatto avendo ottenuto - nel complesso - la maggioranza dei voti validamente espressi). Ha vinto con 252 "punti" di scarto su Alessandro Leidi, già sconfitto 5 anni in una competizione - allora ,come detto, a tre - con Guido Villa ulteriore candidato alla poltrona, oggi in lista invece con l'alfiere leghista e risultato, con 104 preferenze, il primo dei non eletti del raggruppamento centrodestra-Ascolto. valmadrerapostelezioni.jpg (352 KB)
L'inaugurazione della sede elettorale di Progetto Valmadrera con Piera Crippa, Cesare Colombo, Antonio Rusconi e Donatella Crippa

Hanno fatto "il pieno" di schede personali gli assessori uscenti: Marcello Butti (340), Raffaella Brioni (313), Martina Dell’Oro (228) e Rita Bosisio (160) aprono l'elenco dei più votati tra le file di Progetto, concorrendo sostanziosamente a chiudere il conto a 2.017 nomi espressamente indicati dagli elettori, mentre - in totale - la Coalizione avversaria si è fermata a 1.504, con un delta dunque ben più marcato rispetto ai 252 voti di differenza tra le due fazioni, ad ulteriore riprova di come la composizione della lista sia nodo cruciale. 
E se per le Europee in 416 hanno scritto Giorgia Meloni - o solo Giorgia come chiesto da lei stessa - sulla scheda, ben sapendo che la leader di Fratelli d'Italia non andrà mai a Strasburgo e 113 hanno indicato Pietro Fiocchi, soltanto 88 su quella per le amministrative hanno indicato la coordinatrice locale del movimento Donatella Scaravilli, rimasta fuori dal consiglio così come Luca Bruno Boscolo (30 voti, il risultato più basso tra tutti i candidati), con cui chiedeva la preferenza in tandem. 
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Al centro Alessandro Leidi e Donatella Scaravilli all'apertura della campagna elettorale

"Non benissimo" nemmeno per il segretario locale del PD, partito che alle Europee, a Valmadrera come a livello nazionale, ha centrato la seconda piazza dopo i meloniani: Eugenio Carnazza (83 voti) non entra in assise, come pure Flavio Passerini (76). L'unica dem a conquistare l'elezione è Francesca Leto (140). Farà parte delle new entries in consiglio, insieme a Riccardo Mauro Isacchi (156), Michele Magni (130), Fiorenza Pelucchi (117) e Giulio Oreggia (99). Riconfermati, invece, oltre ai già citati Marcello Butti, Raffaella Brioni, Martina Dell'Oro e Rita Bosisio anche Domenico Mazzitelli (103) e Piera Crippa (101), coordinatrice di Progetto.
Resteranno sui banchi dell'opposizione, con Leidi, invece Mauro Dell'Oro (209) e Elio Bartesaghi (156) affiancati da Mirella Pungitore (185) e Alberto Maria Locatelli (119).

Da ultimo due battute sulla VAL SAN MARTINO, dove... non è cambiato nulla, se non il sindaco di Vercurago (con l'elezione di Roberto Maggi, della stessa compagine del primo cittadino uscente Paolo Lozza, non riconfermato dai suoi). Le curiosità però si sprecano.
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In primo piano Elena Dello Russo

Elena Dello Russo, di Fratelli d'Italia, già esclusa dal consiglio comunale di Calolzio un anno fa, ci ha riprovato contemporaneamente sia a Monte Marenzo (comune dove è stata messa in piedi una lista tutta composta da simpatizzanti meloniani pescati da un po' ogni dove, stracciata da Paola Colombo che ha ottenuto l'81% delle preferenze) sia a Carenno: nel primo caso ha chiuso a 0 preferenze, nel secondo a 8, non strappando comunque il pass per sedere in minoranza (ma, altro elemento di colore, battendo Lucia Valsecchi e Fabio Sabadini, rispettivamente sorella e compagno dell'assessore calolziese Cristina Valsecchi che, nella sfida in famiglia, hanno pareggiato 7 a 7). 
E' andata ancora peggio ad un altro candidato con il piede in due scarpe: nessuno ha indicato Andrea Bianco sulla scheda, né a Monte Marenzo né a Valgreghentino, dove correva nella lista appoggiata dal centrodestra unito con Giuseppe Bonacina candidato sindaco. Quest'ultimo entrerà in consiglio, in opposizione, mentre suo figlio Federico – che gli remava contro, nella formazione di Matteo Colombo – non ha messo insieme un numero di voti sufficiente per fare il consigliere di maggioranza. 
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Federico Bonacina, figlio del candidato sindaco dell'altra lista, Giuseppe

Siederanno invece entrambi sui banchi della minoranza Carlo Malugani e Marco Malugani (classe 2000): il padre a Vercurago, dove ha perso anche questa volta; il ragazzo a Erve dove è stato il più votato tra i fiancheggiatori di Simone Valsecchi, il 18enne che ha sfidato il “veterano” Gian Carlo Valsecchi, arrivato all'ottava investitura da sindaco.
Si arricchisce, infine, la schiera dei Pasquini in politica: con Antonio a Casargo resta in comune anche lo zio Alfredo, presenza fissa di amministrazione in amministrazione; Riccardo, fratello del primo e nipote dunque del secondo, invece, si è candidato ed è stato eletto a Primaluna (in minoranza). Avanti.
A.M.
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