Galbiate: il 15 a San Michele l'evento 'Fantasmi' con i lavori di Daniele Re
L’associazione culturale Lumis Arte, con il patrocinio del Parco Monte Barro, è lieta di invitare alla serata "Fantasmi", che presenterà le ricerche che Daniele Re sta conducendo sull’uso espressivo della pratica incisoria. In particolare sarà esposta una particolare serie di incisioni a cliché verre in cui immagini figurative e/o astratte, in maniera progressiva, tendono a modificarsi o (lentamente) a scomparire all’interno della stessa serie compositiva: da questo particolare visivo nasce l’idea del titolo “Fantasmi”. L’evento si svolgerà nella chiesa incompiuta di San Michele a Galbiate sabato 15 giugno, a partire dalle 22.00 in poi, per vedere la mostra con un più intenso gioco di contrasti tra luce e buio). In caso di maltempo, la serata sarà rimandata al giorno successivo. Le eventuali comunicazioni in merito allo spostamento dell’evento saranno pubblicate sui profili social di Lumis Arte e del Parco Monte Barro.Attraverso un gioco di luci e buio, i visitatori saranno invitati a scoprire le opere di Daniele Re nel già di per sé scenografico palcoscenico della Chiesa di San Michele. Questa serata si propone di essere un ideale completamento dell’evento “Di Fumo Di Luce”, che esattamente un anno fa aveva portato il pubblico di Lumis Arte a scoprire alcune incisioni di Daniele Re a tema vegetale, intitolate "I dodici apostoli". Le incisioni presentate in questa mostra-evento, caratterizzate dall’uso dell’evocativo colore blu (“cianotipia”), vanno a riprendere le forme presenti in quelle opere, ma anche proporne di nuove (volti, figure umane stilizzate, immaginarie forme di vegetali e altre figure fantastiche). Queste immagini, disposte al centro e sui lati della Chiesa di San Michele in maniera progressiva, faranno riflettere sulla sottile distanza tra ciò che è presente e ciò che assente, tra il visibile e l’invisibile, tra ciò che è ora e (poco dopo) non è più.
Questa occasione permetterà anche di far ri-scoprire al pubblico l’antica tecnica stampa del clichè verre, nata assieme alla fotografia intorno agli anni ‘50 dell’Ottocento e utilizzata da grandi artisti come Camille Corot, che consiste in una lastra di vetro affumicata sopra una candela, quindi incisa con una punta sottile per realizzare i tratti che compongono il disegno: un’immagine di fumo o fuliggine. In questo modo viene prodotta una matrice, che viene stampata su un foglio fotosensibile grazie alla luce solare. In seguito, la cianotipia immerge queste immagini nella delicata atmosfera tendente al blu di Prussia che caratterizza questo antico metodo di sviluppo in acqua. Dall’unione di queste due tecniche ottocentesche nascono le informali “Carte blu”, figlie dell’incontro tra fumo, sole e acqua.
Daniele Re (Lecco, 1991) si interessa da tempo alla cultura visuale. Durante gli studi superiori, si avvicina all'arte, alla letteratura e alla fotografia. Nel 2012 si diploma all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. Prosegue il suo percorso di studi all’Università di Bergamo dove, con il prof. Elio Grazioli, si laurea in Lettere con una tesi triennale dedicata al fotografo lecchese Giuseppe Pessina (1879-1973) e successivamente in Culture Moderne Comparate con una tesi magistrale incentrata sui rapporti tra arte e fotografia, dedicata a Luigi Erba. Durante gli anni universitari collabora con il Si.M.U.L. (Sistema Museale Urbano Lecchese) per lo studio, la conservazione e la valorizzazione del Fondo Fotografico Pessina, da cui nasce il primo lavoro di tesi. Inoltre svolge attività di curatela per le mostre temporanee dello stesso fondo (“Giuseppe Pessina. L'Esposizione Internazionale di Milano del 1906” del 2015 e “Materiali per la memoria. Le fotografie di Giuseppe Pessina” del 2016) e di altri allestimenti permanenti (“Please touch me. Ad occhi chiusi nel museo #1” del 2017) e temporanei (“Nel segno della montagna” del 2019 e “Il fiume Adda. Di immagine in immagine, tra tempo e luce” del 2020-21).
Dal 2010, come supporto alla sua ricerca dedicata allo scorrere del tempo, alle stratificazioni visive e alla materia della luce, usa la fotografia analogica realizzata principalmente con il foro stenopeico. Le serie “Sfidiamo il tempo” (2012-2018), “Il fiume Adda” (2017-2021), “Sovrapposizioni” (2021) partono da una ripresa su tradizionale pellicola fotosensibile; i negativi ottenuti sono scansionati e lavorati nella camera chiara del pc; infine, le fotografie sono stampate a getto di inchiostro su carta cotone. Gli ultimi sviluppi di questa ricerca sono stati esposti nella mostra “Stratificazioni. Fotografie per un’iconografia impossibile” (2022) all’Eremo di Monte Barro come sintesi finale della sua indagine. Con la serie “Affacci sul lago”, esposta nella mostra “Riflessi tra pittura e fotografia” (2022) realizzata assieme al pittore Donato Frisia, presenta fotografie dall’approccio più narrativo.
Sede: Galbiate, chiesa incompiuta di San Michele, via San Michele
Data: 15 giugno, salvo maltempo
Orari: dalle 22:00 alle 23:30
Questa occasione permetterà anche di far ri-scoprire al pubblico l’antica tecnica stampa del clichè verre, nata assieme alla fotografia intorno agli anni ‘50 dell’Ottocento e utilizzata da grandi artisti come Camille Corot, che consiste in una lastra di vetro affumicata sopra una candela, quindi incisa con una punta sottile per realizzare i tratti che compongono il disegno: un’immagine di fumo o fuliggine. In questo modo viene prodotta una matrice, che viene stampata su un foglio fotosensibile grazie alla luce solare. In seguito, la cianotipia immerge queste immagini nella delicata atmosfera tendente al blu di Prussia che caratterizza questo antico metodo di sviluppo in acqua. Dall’unione di queste due tecniche ottocentesche nascono le informali “Carte blu”, figlie dell’incontro tra fumo, sole e acqua.
Daniele Re (Lecco, 1991) si interessa da tempo alla cultura visuale. Durante gli studi superiori, si avvicina all'arte, alla letteratura e alla fotografia. Nel 2012 si diploma all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. Prosegue il suo percorso di studi all’Università di Bergamo dove, con il prof. Elio Grazioli, si laurea in Lettere con una tesi triennale dedicata al fotografo lecchese Giuseppe Pessina (1879-1973) e successivamente in Culture Moderne Comparate con una tesi magistrale incentrata sui rapporti tra arte e fotografia, dedicata a Luigi Erba. Durante gli anni universitari collabora con il Si.M.U.L. (Sistema Museale Urbano Lecchese) per lo studio, la conservazione e la valorizzazione del Fondo Fotografico Pessina, da cui nasce il primo lavoro di tesi. Inoltre svolge attività di curatela per le mostre temporanee dello stesso fondo (“Giuseppe Pessina. L'Esposizione Internazionale di Milano del 1906” del 2015 e “Materiali per la memoria. Le fotografie di Giuseppe Pessina” del 2016) e di altri allestimenti permanenti (“Please touch me. Ad occhi chiusi nel museo #1” del 2017) e temporanei (“Nel segno della montagna” del 2019 e “Il fiume Adda. Di immagine in immagine, tra tempo e luce” del 2020-21).
Dal 2010, come supporto alla sua ricerca dedicata allo scorrere del tempo, alle stratificazioni visive e alla materia della luce, usa la fotografia analogica realizzata principalmente con il foro stenopeico. Le serie “Sfidiamo il tempo” (2012-2018), “Il fiume Adda” (2017-2021), “Sovrapposizioni” (2021) partono da una ripresa su tradizionale pellicola fotosensibile; i negativi ottenuti sono scansionati e lavorati nella camera chiara del pc; infine, le fotografie sono stampate a getto di inchiostro su carta cotone. Gli ultimi sviluppi di questa ricerca sono stati esposti nella mostra “Stratificazioni. Fotografie per un’iconografia impossibile” (2022) all’Eremo di Monte Barro come sintesi finale della sua indagine. Con la serie “Affacci sul lago”, esposta nella mostra “Riflessi tra pittura e fotografia” (2022) realizzata assieme al pittore Donato Frisia, presenta fotografie dall’approccio più narrativo.
Sede: Galbiate, chiesa incompiuta di San Michele, via San Michele
Data: 15 giugno, salvo maltempo
Orari: dalle 22:00 alle 23:30