La figlia di Basaglia a Lecco: 'è stato il papà di tutti'

Guerrino Donega, portavoce del Forum Salute Mentale di Lecco, ha parlato di "un libro poetico e, a tratti, struggente". La moderatrice dell'incontro - aperto dall'intervento dell'assessore Simona Piazza che ha ricordato come la proposta inauguri di fatto la stagione 2024 della rassegna la Cultura per il sociale -  di "un racconto per immagini". Ed ancora - soffermandosi sull'accento posto sulla musica - di un "libro che suona".
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Simona Piazza

Un volume "con capitoli interi dedicati alle donne, dalla nonna Cecilia che tra le pagine si impara a conoscere, a mamma Franca, paritetica rispetto al papà; oltre alle ex degenti, tra le quali colpisce la storia di Romana, internata da piccola".
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Così - a grandi linee - è stato introdotto "Le nuvole di Picasso", il libro scritto a quattro mani dalla giornalista Giulietta Raccanelli e alla psicologa Alberta Basaglia, dedicato alla memoria del padre di quest'ultima, quel dottor Franco Basaglia di cui quest'anno ricorre il centenario della nascita e il cui nome sarà per sempre legato alla rivoluzione che ha portato poi alla chiusura dei manicomi, con la legge 180 del 1978.
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Giulietta Raccanelli

Presenti quest'oggi a Lecco - con la sala conferenze di Palazzo delle Paure che ha fatto registrare il tutto esaurito - entrambe le autrici. E se Raccanelli ha parlato della stesura del testo come di un'impresa - nata dall'amicizia di vecchia data che la lega ad Alberta Basaglia, con la quale aveva già collaborato - il cui esito, all'inizio, non era così scontato, con il libro che ha poi preso forma assemblando quei "racconti che si snocciolavano con, da parte mia, il privilegio di ascoltarli", la figlia di Franco ha riconosciuto come lo spunto sia venuto dai bambini con i quali, negli anni, si è trovata a lavorare. Esorcizzando, dunque, le paure dei più piccoli nei confronti del diverso, del "matto", ritornando lei stessa piccola per ripercorrere gli anni - unici, fuori dall'ordinario - della sua giovinezza.
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Alberta Basaglia

"E quando si parla ai bambini in modo intelligente - ha detto - capiscono di più anche gli adulti". Ecco dunque la genesi di un libro differente da tutti gli altri già dedicati a Basaglia, chiaramente più intimo, in cui trova spazio anche la quotidianità. "Era il papà di tutti quanti" ha ricordato Alberta, descrivendo comunque Franco come un papà molto presente. "E' stato importante per me realizzare che non era solo mio: era di tutti. E perché di tutti, soprattutto mio". 
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Il libro
"E' stato un percorso difficile - ha detto ancora rispetto alle battaglie del padre - agevolato dal fatto che quella rivoluzione non era l'unica proposta in quegli anni". Siamo attorno al '68 e poi ancora nei primi anni '70. "Nel libro è raccontato il primo passaggio operato a Gorizia, dove non si era ancora proposto un'alternativa al manicomio ma piuttosto un manicomio aperto, con la possibilità per i malati di uscire e rientrare. Il passaggio successivo è stato fatto negli anni, con la creazione poi a Trieste delle strutture territoriali e la legge 180 che ha imposto di dare risposte complete. Laddove - ha sostenuto, venendo anche all'oggi, dopo aver ribadito come la società non era pronta allora "perché non è mai pronta a affrontare le contraddizioni che la popolano" - "non è stata applicata fino in fondo la legge 180 si è offerta l'arma per tornare ai vecchi discorsi...". 
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Ampio spazio è stato lasciato all'interazione con il pubblico, alla presenza, oltre che dell'assessore Piazza al collega di Giunta, delegato al Welfare, Emanuele Manzoni nonché dell'intera linea di "comando" in tema di Salute Mentale dell'ASST di Lecco, a cominciare dalla Direzione strategia rappresentata dal DDS Gianluca Peschi, dal direttore del dipartimento Ottaviano Martinelli e dal direttore (facente funzioni) della Psichiatria Simonetta Martini.
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Guerrino Donegà

Pur rimarcando le evidenti difficoltà di cui soffre il comparto, Donegà ha riconosciuto come non manchino attenzione e innovazione nei servizi offerti a livello lecchese, ricordando altresì come il Forum, nel 2016, abbia ospitato in città Marco Cavallo - il simulacro in cartapesta realizzato dagli ospiti e dagli operatori dell'ospedale psichiatrico di Trieste, divenuto simbolo della libertà conquistata - sollecitando la nuova sede per il CPS. Aprirà ora, finalmente, a settembre.
A.M.
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