PAROLE CHE PARLANO/180
Lanzichenecco
Don Abbondio, risoluto di fuggire, […] vedeva però […] ostacoli insuperabili, e pericoli spaventosi. - Come fare? - esclamava: - dove andare? - I monti, lasciando da parte la difficoltà del cammino, non eran sicuri: già s’era saputo che i lanzichenecchi vi s’arrampicavano come gatti, dove appena avessero indizio o speranza di far preda.
Che il curato dei Promessi Sposi non fosse un cuor di leone è stato ben sottolineato dal Manzoni in molti episodi. Tuttavia, la discesa dei violenti lanzichenecchi, soldataglia priva di scrupoli e pronta a commettere ogni genere di reato pur di fare bottino, avrebbe suscitato sentimenti di terrore e disperazione in chiunque.
Il termine lanzichenecchi, con questo suono così particolare, deriva dal tedesco Landsknecht, letteralmente servo (Knecht) della terra (Land), del paese o della patria. Erano soldati mercenari di fanteria, arruolati dalle legioni tedesche del Sacro Romano Impero Germanico, tra il XIV e il XVII secolo. Erano violenti e crudeli, anche perché era soprattutto dal saccheggio che traevano i maggiori benefici economici. Dove passavano loro, un po’ come i Vandali di più antica memoria, rimaneva spesso solo terra bruciata. Lo dimostra tragicamente il sacco di Roma del 1527, già commesso proprio dai Vandali nel 455.
Questa è la ragione per cui, assieme ai Vandali, da cui abbiamo ricavato termini come vandalismo e vandalizzare, anche lanzichenecco viene usato per indicare una persona malvagia, priva di scrupoli e predisposta alla violenza.
Una curiosità. La Loggia dei Lanzi a Firenze è stata soprannominata anche così perché il Corpo di Guardia del Granduca Cosimo I, che alloggiava sotto la Loggia, era in parte composto da lanzichenecchi, mercenari al soldo di chiunque li volesse al suo servizio.